L’Iran si sta preparando a lanciare un altro satellite in orbita. A suggerirlo sarebbero alcune immagini “catturate” dai satelliti spia (e non solo) che orbitano sul Medio Oriente e le indiscrezioni di alcuni funzionari di Teheran, che sembrano aver rivelato come la Repubblica islamica – nonostante i tre fallimenti collezionati lo scorso anno – voglia proseguire nel suo ambizioso progetto. Secondo gli analisti di Washington questo lancio rappresenta un tassello del programma missilistico iraniano. Un motivo di preoccupazione per gli Stati Uniti che non vogliono permettere in nessun modo a Teheran di diventare una potenza nucleare nella regione, e che non hanno ancora scongiurato del tutto il rischio di un’escalation dopo l’attacco sferrato da Teheran sulle basi militari alleate in Iraq.
Come riportato da Associated Press , gli esperti del Middlebury Institute of International Studies hanno analizzato attentamente le immagini satellitari catturate dal satellite di Planet Labs Inc: queste mostrano dei lavori in corso per la costruzione di un launchpad nello “spazioporto” Imam Khomeini, situato nella provincia iraniana di Semnan. Il sito, dal quale sono stati lanciati anche i precedenti tentativi, si trova a circa 230 chilometri a sud di Teheran. Contestualmente è stata registrata attività crescente di automezzi e personale, a conferma che qualcosa sta “bollendo in pentola”.
L’aumento di attività corrisponderebbe, inoltre, ad un aumento delle informazioni rilasciate attraverso canali ufficiali e semi-ufficiali iraniani riguardo i prossimi lanci programmati per la celebrazione del 41° anniversario della sua rivoluzione islamica del 1979. In questa data l’Iran è solito “svelare” i traguardi tecnologici raggiunti nel campo delle forze armate, del suddetto programma spaziale, e gli sforzi nel proseguire il programma nucleare osteggiato dagli Stati Uniti. Mohammad Javad Azari Jahromi, ministro dell’Iran per la tecnologia dell’informazione, ha risposto ieri sera su Twitter ad un cinguettio di dell’emittente statunitense Npr che aveva pubblicato la foto satellitare domandandosi se davvero l’Iran fosse al suo “quarto tentativo” di lanciare un satellite in orbita e acquisire un occhio nello spazio, affermando che l’Iran sta pianificando il lancio di sistema satellitare che è stato battezzato Zafar. Informazione concordante con un precedente rapporto rilasciato dall’agenzia di stampa statale iraniana Irna che citava la pianificazione del lancio di sei satelliti in orbita nel 2020.
Il lancio del satellite Zafar 1 – dato che è già previsto uno Zafar 2 – arriverebbe dopo i due fallimenti di lancio dei satelliti Payam e Doosti nella prima metà del 2019, e dopo l’esplosione di un razzo che trasportava un terzo satellite – il Safir – nel mese di agosto. La centrale spaziale Imam Khomeini è stata inoltre colpita da un incendio scoppiato sempre all’inizio dello scorso anno nel quale persero la vita tre ricercatori iraniani. Non è stato reso noto la causa dell’incendio.
Gli Stati Uniti, che hanno sempre monitorato i progressi del programma spaziale iraniano, ritengono che il lancio di questi satelliti sia strettamente collegato alla volontà di Teheran di diventare una potenza nucleare, dunque si traducono in una sfida alla risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che invita l’Iran a non intraprendere alcuna attività relativa ai missili balistici che potrebbero essere armati con testate nucleari – sospettate essere l’obiettivo del programma nucleare iraniano per l’arricchimento di uranio. Nell’ultimo decennio l’Iran ha portato in orbita, con successo, alcuni satelliti di breve durata, e nel 2013 ha inviato una scimmia nello spazio lasciando intendere che il prossimo passo sarebbe stato forse quello di inviare il primo cosmonauta iraniano nella volta celeste.
Teheran, in risposta alle obiezioni di Washington, continua ad affermare che il suo programma nucleare non ambisce all’ottenimento di armi nucleari; motivo per il quale non condivide l’uscita dall’accordo sul nucleare che il presidente americano Donald Trump ha scelto di compiere nel 2018. Asserendo che tutti i lanci satellitari e i test missilistici compiuti nel centro spaziale Imam Khomeini non hanno alcun legame con la componente militare.