Nessuno si era illuso di vedere, a seguito dell’emergenza globale legata al coronavirus, un’attenuazione della guerra in Libia. Al tempo stesso però, in pochi potevano immaginare un’escalation così importante del conflitto. E nel pieno del lunedì di Pasquetta, dal Paese nordafricano sono arrivate notizie che potrebbero rappresentare vere e proprie svolte nell’intera economia del duello tra il governo del premier Fayez Al Sarraj e l’esercito del generale Haftar. Dopo mesi passati sulla difensiva, le milizie fedeli all’esecutivo stanziato a Tripoli hanno conquistato importanti città nell’ovest del Paese. Due in particolare: Sorman e soprattutto Sabratha, con quest’ultima che appare di grande rilievo strategico.
L’avanzata del Gna
Così come dichiarato su InsideOver nei giorni scorsi dalla docente Michela Mercuri, il coronavirus ha sì messo fuori dai riflettori il conflitto in Libia ma non ha affatto determinato un’attenuazione dell’intensità della guerra. Il generale Haftar era riuscito, con il suo autoproclamato Libyan National Army, a prendere possesso di alcune località vicine al confine con la Tunisia. Un’avanzata che sembrava propedeutica ad ulteriori operazioni militari in Tripolitania, con l’intento di stringere sempre più la morsa sulla capitale Tripoli e su Misurata, le due roccaforti del governo di Al Sarraj. Al contrario, nelle scorse ore si è avuta una controffensiva che ha in parte sorpreso gli stessi libici: le forze del Gna, ossia dell’esecutivo stanziato nella capitale, hanno contrattaccato lungo la costa ad ovest di Tripoli e di Zawiya.
Nella mattinata di lunedì, sono arrivate le prime notizie di un ingresso delle milizie del Gna all’interno dell’importante cittadina di Sorman: “Questa mattina abbiamo preso il controllo di gran parte di Sorman – ha affermato in un comunicato il portavoce del Gna, Muhammad Qanunu – e distrutto la sala operativa del suo comando generale, oltre a sequestrare l’equipaggiamento delle sue forze”. Poche ore dopo, si è avuta conferma anche attraverso alcuni video dell’ingresso del Gna a Sabratha. Le forze di Haftar si sarebbero ritirate senza combattere, forse perché consapevoli di non poter difendere a lungo le proprie posizioni ed evitare quindi un bagno di sangue.
Decisivi gli aiuti turchi
Per Al Sarraj, la conquista di Sorman e Sabratha ha rappresentato un primo segnale di vitalità delle forze vicine al suo governo dopo mesi di stallo. Sotto il profilo propagandistico, l’avanzata in questa zona costiera vicina al confine tunisino è apparsa molto significativa. Sabratha soprattutto è una località strategica, non lontana dai giacimenti petroliferi dell’Eni di Mellitah e porto importante per i commerci della zona. La cittadina, già da quando è iniziato il caos post Gheddafi, è sempre stata molto contesa dalle milizie locali. Qui diverse tribù hanno usato questo territorio anche per numerosi traffici illeciti, tra cui quelli del petrolio da contrabbando e della tratta di esseri umani legata al fenomeno migratorio. Nel 2014 a Sabratha avevano fatto la propria apparizione anche gruppi legati all’Isis.
Ecco perché per Al Sarraj il ritorno del Gna è destinato a rappresentare, per il momento, un punto importante a suo favore. L’ingresso delle milizie legate al suo governo, potrebbe essere stato favorito soprattutto dagli aiuti turchi. Come si sa infatti, dal novembre scorso tra Tripoli ed Ankara è iniziato un rapporto privilegiato a seguito della firma di un memorandum tra i due rispettivi esecutivi. Erdogan, nell’ambito di questo accordo, ha quindi iniziato ad inviare uomini e mezzi. Un’attività documentata fino ai giorni scorsi, con nuovi ponti aerei tra Tripoli ed Istanbul anche durante l’emergenza coronavirus. Per l’avanzata verso Sabratha, avrebbero avuto un ruolo decisivo soprattutto le milizie islamiste siriane, formate cioè da quei combattenti filo turchi prelevati negli ultimi mesi dalla provincia siriana di Idlib e trasferiti a Tripoli. Il conflitto quindi, potrebbe entrare nelle prossime settimane in una fase ancora più calda.