La Corea del Nordscrive il New York Times, che cita un rapporto dell’Onu – avrebbe rifornito il governo di Bashar al Assad di materiale che potrebbe essere utilizzato nella produzione di armi chimiche. Tutto torna, insomma: il dittatore coreano rifornisce quello siriano. È la pistola fumante perfetta, capace di aprire un doppio fronte. Il Foglio di oggi dedica un articolo a questo tema intitolato La via del Sarin in cui si racconta dei rapporti tra Corea del Nord e Siria. Bene. Per comprendere queste accuse rimandiamo a un articolo di Piccole Note, che bene spiega la portata di questa presunta rivelazione.

Dai resoconti delle agenzie e dei quotidiani di questi giorni pare che il gas, in particolare il Sarin, sia solamente in mano al governo di Damasco. Ma è proprio così? No. Sappiamo infatti che in più di una occasione anche i ribelli hanno fatto uso di armi chimiche. Da dove sono arrivate? Ci sono alcune ipotesi, in particolare per quanto riguarda il tremendo attacco nella Ghouta orientale dell’agosto del 2013.

La prima, ipotizzata da Seymour Hersh a dicembre del 2013, sostiene che il Sarin sarebbe stato fatto passare grazie alla complicità della Turchia ai jihadisti di Al Qaida in Siria: “Nella primavera del 2013, l’intelligence Usa ha scoperto che il governo turco – tramite il Mit, il servizio segreto, e la Gendarmerie, organizzazione paramilitare di polizia – lavorava direttamente con i jihadisti di al-Nusra e i loro alleati per produrre armi chimiche. ‘Erdogan sapeva che se avesse smesso di sostenere i jihadisti, per lui tutto sarebbe finito. La sua speranza era provocare un evento che costringesse gli Usa a intervenire'”.

Sempre per quanto riguarda l’attacco chimico del 2013, ci potrebbe essere un’altra pista, che porta dritta dritta all’Arabia Saudita. Secondo quanto scrive un reporter (Yahya Ababneh) che in quei giorni si trova proprio nella Ghouta, sarebbe stata l’intelligence di Riad a consegnare le armi chimiche ai jihadisti di Al Nusra. Sono gli stessi jihadisti, che chiedono di mantenere l’anonimato, ad affermarlo: “Quando il principe saudita Bandar bin Sultan (all’epoca a capo dell’intelligence saudita  NdR) ha dato le armi a queste persone, avrebbe dovuto affidarle a coloro che erano in grado di maneggiarle e di usarle”. Un altro terrorista spiega: “Sfortunatamente, alcuni combattenti hanno maneggiato in maniera erronea queste armi e hanno provocato l’esplosione”.

Chi ha usato le armi chimiche in Siria? Da dove arrivano? È semplicemente impossibile rispondere a queste domande. Non c’è una prova definitiva per accusare né l’una né l’altra parte. Ma una cosa è certa: le notizie riguardanti l’uso di Sarin non appaiono mai casualmente. Nel 2013, dopo l’attacco chimico nella Ghouta orientale, gli Stati Uniti pensarono di bombardare Damasco. Oggi, dopo l’ennesima notizia riguardante l’uso di armi non convenzionali, si chiede all’esercito siriano di fermare l’avanzata contro le roccaforti ribelli a pochi chilometri della capitale. 

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