Negli ultimi mesi la corsa al sistema di difesa aerea S-400 di fabbricazione russa preoccupa le burocrazie occidentali. Paesi come India e Cina hanno ricevuto o stanno per ricevere l’importante fornitura alla quale risultano interessate anche Iraq e Arabia Saudita: fra i neo acquirenti dell’S-400 anche la Turchia, Paese Nato, che con questo passo ha scatenato non pochi malumori in quel di Washington; Ankara, infatti, ha ricevuto le consegne russe nel 2019 ed è pronta a schierare il suo nuovo sistema di difesa entro il 2020. L’India, invece, riceverà la sua fornitura entro il 2021 mentre Pechino è prossima a ricevere le spedizioni per rafforzare il pattugliamento del Mar cinese meridionale.

Che cos’è S-400

L’S-400 è un sistema di nuova generazione di difesa aerea a medio e lungo raggio, in grado di distruggere tutte le moderne armi aeree, compresi aerei tattici e strategici, missili balistici e bersagli ipersonici. L’S-400, prodotto da Almaz-Antey, è stato sviluppato in risposta alla Strategic Defense Initiative (Sdi) del presidente Ronald Reagan, nota ai più come Star Wars. Il programma S-400 è evidentemente in fase di sviluppo dagli anni Ottanta, e apparentemente ha subito una notevole evoluzione nel tempo, interrompendo il tradizionale pareggio tra i sistemi di difesa russi e occidentali. Fino a poco tempo fa, ogni sistema russo aveva una controparte occidentale diretta e unica, e viceversa: ebbene, l’S-400 comprende tre missili completamente indipendenti, solo due dei quali sono veramente nuovi, e il più ampiamente pubblicizzato dei nuovi missili potrebbe non vedere mai schieramenti operativi. L’S-400 è stato sviluppato come aggiornamento della serie S-300 dei sistemi missilistici terra-aria. Il sistema è entrato in servizio nell’aprile 2007 e il primo S-400 è stato schierato in combattimento nell’agosto 2007. La Russia ha istituito quattro reggimenti S-400 a difesa dello spazio aereo nazionale nella regione di Mosca, in quel di Kaliningrad e nel distretto militare orientale.

Perché S-400 è superiore ai sistemi Nato

Per comprendere le ragioni della corsa all’acquisto del sistema S-400 bisogna analizzare in primis il sistema equivalente (non del tutto) da parte Usa, ovvero la combo tra sistema Patriot e Thaad. L’S-400 si presenta come il più avanzato sistema missilistico di difesa aerea prodotto in serie al mondo. L’S-400 può abbattere bersagli che si muovono ad una velocità quasi doppia rispetto ai sistemi americani. Può impegnarsi con il doppio degli obiettivi: individua un bersaglio a una distanza di 600 chilometri e può distruggere a una distanza di 400 chilometri.

Può localizzare un aereo a 180 chilometri e un missile nemico a 100 chilometri. S-400 è in grado di abbattere bersagli che volano a partire da 10 metri e fino a 30 chilometri mentre Patriot PAC-3 distrugge il bersaglio più basso a un’altezza di 50 metri. Restando sugli elementi tecnici, il tempo di dispiegamento è quello che fa davvero la differenza: per S-400 e Patriot PAC-3 è rispettivamente di cinque minuti e 25 minuti. Un gap abissale in caso di attacco a sorpresa. Al di là delle motivazioni tecniche la ragione del successo del sistema di difesa russo risiede nel suo prezzo relativamente basso: si stimano circa 500 milioni di dollari a fronte di un range di 1/3 milioni di dollari per l’equivalente made in Usa. La ragione di prezzi più alti risiede nelle spese collaterali di manutenzione sulle quali Washington è molto fiscale: quest’ultimo aspetto è indirettamente causa anche di tempi di contrattazione e consegna molto più lunghi oltre ad una serie di lungaggini normative e burocratiche che rendono la tecnologia russa decisamente più abbordabile.

Ma è sul campo che i due sistemi hanno mostrato il proprio valore e le proprie falle

L’uso del sistema Patriot durante le attuali situazioni di schieramento ha lasciato spazio a dubbi sulle sue prestazioni. Ad esempio, dopo la Guerra del Golfo del 1991, è stato rivelato che solo una percentuale dei missili Scud iracheni è stata effettivamente abbattuta dalle batterie Patriot. Nell’attacco missilistico iracheno contro la caserma militare americana a Dhahran (Arabia Saudita) nel febbraio 1991, il fallimento dell’intercettazione da parte del sistema Patriot lasciò sul campo 27 soldati morti e 100 feriti. E ancora, nel 2003, ci furono casi di intercettazioni fallite dei missili balistici obsoleti lanciati dall’esercito di Saddam Hussein nei primi giorni dell’invasione. Sabbia, instabilità nell’alimentazione elettrica e, cosa molto grave, lanci accidentali, sembrano essere i principali problemi del sistema americano che portano, oggi, numerosi Paesi ad optare per la tecnologia russa al netto delle proprie pregresse relazioni militari, esponendosi alla minaccia delle sanzioni Usa.

L’S-400 e le nuove tensioni geopolitiche

L’Arabia Saudita e l’Iraq sono gli ultimi Paesi che hanno preso vivo interesse per il sistema di difesa russo. A Riad è stato offerto l’S-400 dopo l’attacco di droni del settembre 2019 ai giacimenti petroliferi del regno – apparentemente condotto dagli Houthi dallo Yemen, sebbene i sauditi abbiano incolpato l’Iran. Gli attacchi hanno rivelato i limiti degli apparentemente sofisticati sistemi di difesa aerea dell’Arabia Saudita, basati sui missili terra-aria Patriot fabbricati negli Stati Uniti e sui radar associati. Chiaramente, i Patriot non hanno fermato l’attacco dei droni. Né è stata la prima volta che hanno fallito. Nel marzo 2018, sono stati almeno cinque i casi di errore e malfunzionamento quando le forze saudite tentarono di intercettare una raffica di missili contro Riad. Secondo indiscrezioni, l’Iraq starebbe anche prendendo in considerazione l’acquisto di S-400, pur non avendo ancora avviato formalmente consultazioni con Mosca. La Turchia, sebbene un alleato della Nato, ha ricevuto i suoi primi S-400 la scorsa estate e si prevede schiererà il sistema quest’anno. La Cina sta per ricevere la sua spedizione finale degli S-400. Evidentemente, la crescente attività degli Stati Uniti nel Mar Cinese Meridionale – che coinvolge velivoli avanzati come l’F-35 e l’F-22 – potrebbe aver costretto Pechino ad acquistare l’S-400, riconoscendo la propria incapacità per contrastare la moderna potenza aerea americana. Ultima nell’elenco dei Paesi border line stretti tra Mosca e Washington è l’India di Narendra Modi: alcuni giorni fa il vice direttore del Servizio federale russo per la cooperazione tecnico-militare, Vladimir Drozhzhov, ripreso dall’agenzia Interfax, ha dichiarato che la Russia comincerà a fornire all’India i sistemi missilistici di difesa aerea S-400 entro la fine del 2021 a seguito di un contratto tra Russia e India da circa 5 miliardi di dollari concordato nel 2018.





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