Mentre tutto il mondo era impegnato a seguire la discesa incontrollata della stazione spaziale cinese che si è disintegrata nel Pacifico, una rete di satelliti privati hanno catturato un evento altrettanto interessante: una formazione di oltre 40 navi da battaglia dellaMarina dell’Esercito Popolare di Liberazione in navigazione nel bel mezzo del Mar Cinese Meridionale. L’evento è stato monitorato dai satelliti dell’agenzia privata americana Planet Labs, che monitora vaste aree di oceano dove si registra alta attività – come il Mar Cinese – con la sua flotta di oltre 175 satelliti.
La gigantesca esercitazione, da considerarsi con buone probabilità una dimostrazione forza nei confronti delle nazioni vicine alla Cina (e non solo) – molte delle quali contestano le rivendicazioni territoriali del Paese – mostra come la Plan (中国人民解放军海军) disponga di un’imponente e moderna flotta da guerra, pronta a incrociare proprio dove passano le importati rotte commerciali internazionali : causando la preoccupazione delle potenze occidentali.
Le immagini satellitari mostrano un totale di 43 navi disposte su due lunghi file in rotta nel Mar Cinese Meridionale. L’unica nave da guerra chiaramente identificabile è la portaerei Liaoning – classe Admiral Kuznetsov, di progettazione sovietica – che spicca nel mezzo della formazione con il suo ponte piatto lungo 304 metri e i suoi caccia imbarcati J-15 Flyning Shark – versione aeronavale del Su-33 russo importata – schierati davanti allo sky-jump insieme ad alcuni elicotteri, probabilmente Changhe Z-18 nelle versione per la guerra anti-sommergibile. È difficile invece identificare le altre unità senza una risoluzione più nitida e un’analista accanto, ma si possono avanzare delle ipotesi motivate dal profilo in ‘navigazione’. Le prime sei unità infatti sembrano molto ‘strette’ e questo suggerirebbe che si tratti di sottomarini Tipo 039 B/G. Il resto potrebbe includere il gruppo di appoggio della Liaoning, navi da corvetta, almeno due coppie di cacciatorpediniere, fregate, navi rifornimento, un’unità oceanografica della Plan e forse altri sottomarini non visibili in superficie.
Le unità d’attacco in formazione
Guardando al formazione e conoscendo la potenza navale cinese si pensa ad unità moderne quali corvette Tipo 056, fregate Tipo 054A e cattiatorpedinere Tipo 052 C/D. Le fregate tipo 054A Jiangkai II sono unità pesantemente armate e impiegate per la guerra sottomarina, mentre i cacciatorpediniere lanciamissili Tipo 052 Luyang III nelle varianti C/D, sono stati appositamente sviluppati per scortare le portaerei e difenderle con i loro lanciatori verticali multipli HQ-9. La particolare ‘scia’ lasciata da alcune unità ha fatto ipotizzare il dispiegamento di alcuneunità di attacco rapito Tipo 022: catamarani a doppio scafo progettati per la difesa costiera armati di missili antinave C-803. La Plan avrebbe circa 83 di catamarani tipo 022 suddivisi tra i tre comandi della flotta, ognuno dei quali noto per il suo camuffamento mimetico basato su uno schema blu che, ironia della sorte, rende più facile la loro identificazione rispetto alle altre unità.
Secondo i report del Pentagono riguardo gli “Sviluppi militari e di sicurezza che coinvolgono la Repubblica Popolare Cinese nel 2017” , la Cina può attualmente contare sulla più grande flotta navale del mondo (dopo quella degli Stati Uniti); ciò nonostante è tuttora impegnata nella costruzione di nuove unità da battaglia moderne dotate di tecnologia all’avanguardia per rafforzare la sua potenza marittima. L’imponente flotta cinese è divisa in tre diversi comandi navali: la flotte del Nord, dell’Est e del Sud. La maggior parte delle navi catturare dal satellite dovrebbero appartenere alla flotta dalla Southern Theatre Navy, il comando navale più prossimo al Mar Cinese Meridionale. Tale flotta ha in forza 4 sottomarini di attacco nucleare, 16 sottomarini d’attacco a propulsione elettrica, 7 cacciatorpediniere, 22 fregate, 12 corvette, 3 navi anfibie e 35 pattugliatori d’alto mare.
Planet Labs potrebbe essere stata l’unica piattaforma civile ad aver monitorato l’evento; mentre tutti erano rivolti con il naso all’insù per vedere che fine avrebbe fatto Tiangong 1, i suoi satelliti, che scrutavano gli angoli più remoti dell’oceano, hanno dimostrato che in questo secolo non ci sono parti di mondo dove ci si può nascondere.