Se fino a poche settimane fa se ne aveva solo il sentore, adesso ne abbiamo la certezza: l’intelligence americana ha aiutato l’Ucraina fornendo “in tempo reale” informazioni che hanno reso meno efficace l’offensiva russa. Così facendo il Pentagono attraverso la Cia, la plurinota agenzia di spionaggio per le attività all’estero degli Stati Uniti, avrebbe salvato i sistemi missilistici antiaerei e dei mezzi da combattimento che hanno contribuito in maniera sostanziale a respingere/arginare l’invasione pianificata dal Cremlino.
Non solo aerei spia occidentali ai confini dello spazio aereo ucraino, pronti ad intercettare ogni comunicazione dei russi. Ne solo l’avvertimento – salvifico – sull’imminente attacco da parte della Federazione Russa che il direttore della Cia William Burns avrebbe impartito al presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy già a gennaio. Ma informazioni dettagliate su “quando e dove” i russi avrebbero attaccato. In questo modo l’intelligence degli Stati Uniti ha dato alle Forze armate ucraine quanto di più importante possa esserci in un conflitto armato: informazioni di valore strategico che sin dall’inizio dell’invasione hanno aiutato i vertici militari di Kiev a prendere decisioni fondamentali nel posizionamento e dei suoi sistemi d’arma più efficaci. Sistemi missilistici, aerei, elicotteri, che agli occhi del Cremlino devono esser apparsi come indistruttibili e moltiplicati, mentre venivano lanciati missili e pianificati bombardamenti su target fantasma. Così la capacità difensiva dell’avversario non mutava in nessun modo.
A rilasciare queste dichiarazioni “insidiose” per i rapporti diplomatici già ai minimi storici tra Mosca e Washington, sono stati degli ex funzionari americani che hanno addirittura spiegato all’emittente Nbc come è stato possibile – attraverso la condivisione di informazioni “quasi in tempo reale” – abbattere un aereo russo che “trasportava centinaia di soldati nei primi giorni della guerra”. Un’azione che avrebbe contribuito – più di ogni altra – a respingere l’attacco pianificato da Mosca. L’obiettivo era raggiungere “un aeroporto vicino Kiev”. Appare così abbastanza evidente si riferissero all’aeroporto di Hostomel. Dove le forze d’intervento rapido ucraine “allertate” da Kiev hanno respinto a più riprese il raid degli spetnaz russi che dovevano aprire la strada ad un distaccamento aviotrasportato con la missione di conquistare gli obiettivi chiave nella capitale ucraina. Sventato questo “colpo di mano”, il piano di Mosca che voleva rovesciare il governo di Zelensky e piegare Kiev in meno una settimana, è fallito. O almeno queste, fino ad oggi, erano le versioni ufficiose che circolavano tra gli analisti militari.
Adesso le fonti della Nbc sembrano aver formalizzato l’accaduto. Rivelando la provenienza di questo informazioni fondamentali per la resistenza dell’Ucraina, ed esplicitando quel che molti sospettavano. Gli ex funzionari hanno riferito di una “condivisione di informazioni di intelligence senza precedenti” con un Paese che sebbene non faccia parte della Nato è considerato un alleato. “Abbiamo continuato a farlo ogni giorno da allora” hanno dichiarato riferendosi alla battaglia per l’aeroporto gli “ex” funzionari dell’intelligence statunitense che devono aver mantenuto uno stretto legame con i loro colleghi “operativi”. Spiegando come i servizi segreti americani abbiano svolto un ruolo cruciale in tutte le operazioni che hanno permesso all’Esercito ucraino di respingere l’invasone da parte di una potenza militare più preparata, numerosa e meglio equipaggiata.
La Cia avrebbe inoltre fornito informazioni utili a proteggere la vita del presidente Zelensky, contribuendo alla sua sicurezza negli spostamenti. Era già stato reso noto che molti sicari della Wagner si erano stabiliti in Ucraina prima dell’invasione con l’ordine di “eliminare” il leader ucraino. Una parte fondamentale nell’operazioni di decapitazione che era stata concertata con l’arrivo dei paracadutisti a Histomel. Questa “cooperazione ha avuto un impatto a livello tattico e strategico”, ha reputato opportuno rivelare il funzionario americano all’emittente televisiva americana. Il supporto di intelligence – al quale stanno prendendo parte attiva anche gli inglesi – si somma al rifornimento di armi sempre più sofisticate e alla condivisione di immagini satellitari che consentono agli ucraini di monitorare gli spostamenti sul campo dei russi, anticipando le loro mosse. Tali sono i “diversi esempi che chiariscono come tutto questo abbia fatto davvero la differenza”.
Ciò che dovrebbe indurre a riflettere il lettore, è quale sia il senso di rivelare queste informazioni all’opinione pubblica internazionale in un momento così delicato. Che vede accrescere nel Cremlino la convinzione che gli Stati Uniti abbaino armato una guerra per procura combattuta dall’Ucraina. E vede diversi paesi dell’Europa continentale – ai quali Washington è vincolata dal trattato del Nord Atlantico (si veda in particolare l’articolo 5) – impegnati a rifornire armi ai soldati di Kiev che quella guerra la stanno combattendo in prima linea. Lo spettro della Terza guerra mondiale continua ad aggirarsi per l’Europa. La speranza è che i funzionari d’intelligence abbiano già programmato il momento migliore per scacciarlo. E che questo momento arrivi in fretta.