L’Algeria ha siglato un contratto con la Russia per l’acquisto di 14 nuovi cacciabombardieri di quinta generazione Su-57, divenendo così il primo Paese estero che avrà in linea i nuovi velivoli stealth del bureau Sukhoi. A lanciare la notizia, non ancora confermata da fonti russe, è stato il media algerino Mena Defense nella giornata di ieri.
La Russia ha recentemente sviluppato una nuova versione del Su-57 espressamente destinata all’esportazione, la E, che è stata presentata quest’anno al Maks, il salone internazionale dell’aeronautica e dello spazio che si tiene con cadenza biennale a Mosca presso l’aeroporto di Zhukovsky.
I dettagli del contratto
Secondo quanto riporta Mena Defense il contratto stipulato da Algeri è sostanzioso: prevede l’acquisto di un primo lotto di 14 Su-57 a cui si accompagnano altri 14 cacciabombardieri Su-34 e altrettanti nuovi Su-35S, con un’opzione per la composizione di altri due stormi ciascuno composto da altri 14 velivoli per tipo.
L’importante ordine piazzato dall’Algeria dovrebbe essere completato entro il 2025, anno in cui le forze aeree algerine vedranno formarsi due stormi di Su-30MKA, uno di Su-57E e anche uno di Mig-29M2 oltre a due di Su-24M (la versione rimodernata del vecchio cacciabombardiere russo) e uno di Su-34. L’addestramento dei piloti, per il passaggio verso le nuove macchine, sarà effettuato sugli addestratori Yak-130, costruito dalla Yakovlev in collaborazione con quella che allora si chiamava ancora Aermacchi a partire dal 1993 e che è sostanzialmente una variante del nostro M-346.
L’Algeria ha negoziato a lungo con la Russia il progetto di acquisizione volto al rinnovamento della propria linea di volo: l’iniziale offerta di Mosca per il Su-32, la versione per l’esportazione del Su-34, è stata rifiutata da Algeri soprattutto sulla scorta dell’esperienza fatta dal velivolo durante la campagna di Siria che ha dimostrato l’efficacia del cacciabombardiere facente parte della grande famiglia derivata dal Su-27. Il dibattito interno, per un certo periodo, ha anche considerato la possibilità di affidarsi ad altri Paesi produttori visto l’iniziale diniego di Mosca, ma la visita delle delegazione algerina proprio al Maks ha appianato le divergenze.
Una nuova flotta aerea per nuovi scenari
Come già accennato il Maks di quest’anno è stato fondamentale per la definizione del contratto di acquisizione: la delegazione algerina a Mosca, capitanata dal comandante dell’Aeronautica Algerina generale Boumaiza, ha avuto modo di esaminare il Su-57E a fondo. Il generale, ex pilota di Mig-29, è stato anche uno delle pochissime personalità straniere a poter provare il simulatore di volo del caccia di quinta generazione restandone decisamente impressionato, ponendo così fine a circa cinque anni di diatribe interne e tira e molla con la Russia.
L’Aeronautica Algerina ha infatti bisogno di svecchiare la propria linea di volo, oggi rappresentata, nella componente da combattimento, da una flotta di caccia di fabbricazione russa che mescola generazioni diverse. Si annoverano, infatti, ancora 13 Mig-25, 32 Mig-29 quasi tutti nella prima versione, 58 Su-30MKA (la vera spina dorsale della flotta), e soprattutto 22 Su-24, anch’essi del primo tipo.
Di per sé è un’Aeronautica di tutto rispetto se guardiamo esclusivamente al teatro del Nord Africa, sebbene recentemente il Marocco abbia deciso di acquistare 25 F-16V (Viper) di ultima versione ovvero quella in grado di interoperare con i caccia di quinta generazione occidentali.
Proprio l’ingresso in servizio dei caccia di quinta generazione del tipo F-35, ed in particolare quelli italiani, ha convinto definitivamente il governo di Algeri a compiere il passo definitivo per l’acquisto dei Su-57. Questo è indice sia dell’alta considerazione riservata all’F-35 sia di come l’Algeria veda il nostro Paese come un effettivo concorrente per il controllo dell’aerea mediterranea, lasciando anche intendere la volontà di poter porsi in maniera più politicamente aggressiva nell’immediato futuro proprio in forza del rinnovamento delle Forze Armate e anche a causa delle patologiche indecisioni e tentennamenti della politica estera italiana: non tutelare i propri interessi in Libia, o farlo in tono minore, significa scatenare le mire degli altri Paesi del Nord Africa.
Nuova linfa per il Su-57?
La commessa algerina darà sicuramente nuova linfa al programma di quinta generazione di Sukhoi. La Russia, infatti, ha cercato, non riuscendoci per il momento, di piazzare il velivolo a Cina, Iran, Turchia e Pakistan, ma i ritardi nel suo sviluppo sembrano scoraggiare i possibili acquirenti.
Il Su-57 sarebbe infatti già dovuto entrare in servizio nella Vks (l’Aeronautica Russa) ma è ancora in fase di sperimentazione a causa delle difficoltà incontrate nello sviluppo della nuova motorizzazione. Attualmente i 10 velivoli che vengono utilizzati per i test montano ancora le vecchie turboventole Saturn AL-41F1, già utilizzate sul Sukhoi Su-35, e non si vede ancora il traguardo per l’installazione della nuova versione, il Saturn izdeliye 30.
Anche se il vice ministro della Difesa, Alexei Krivoruchko, lo scorso giugno ha annunciato che la Uac (United Aircraf Corporation) è pronta alla produzione in massa del velivolo ed il mese successivo i dirigenti delle industrie della Difesa russe hanno rivelato che la produzione in serie sarebbe già cominciata, non risulta che il Su-57 abbia terminato ufficialmente il suo iter di sviluppo, e questo nonostante i due turni “operativi” effettuati in Siria per testarne ed affinarne le capacità. L’incidente occorso recentemente – il 24 dicembre – ad un velivolo, precipitato durante un volo di prova a 111 chilometri dall’aeroporto di Komsomolsk-na-Amure (casa dei velivolo Sukhoi), ha aperto serie perplessità in merito alla maturità della macchina e alle possibilità della sue entrata in servizio in tempi brevi. Il caccia ha infatti subito una importante avaria ai sistemi elettronici di controllo, ed in particolare a quelli di coda, che hanno portato alla perdita dell’assetto di volo e quindi del velivolo.
Sarà quindi interessante vedere i tempi di consegna all’Algeria dei Su-57E, che, sebbene si tratti di una versione diversa rispetto a quella che sarà impiegata dalla Vks, potranno dare indicazioni sul livello di risoluzione dei problemi del velivolo e quindi sulla sua effettiva capacità operativa. A tal proposito ricordiamo, ad esempio, che gli F-35 italiani, il cui programma è stato afflitto da altrettanti problemi e ritardi, hanno conseguito la Foc (Full Operational Capability) lo scorso ottobre in occasione del loro ridispiegamento in Islanda per l’operazione di Air Policing “Northern Lightning”. Traguardo che è ancora di là da venire per il caccia russo.