Sogni di diventare fotografo?
ENTRA NELL'ACADEMY

Sono molti i video girati e pubblicati in questi giorni da membri della Wagner, l’agenzia di contractors russi, nell’area di Bakhmut. Qui si sta combattendo casa per casa per la conquista di una città ritenuta da Mosca importante per avanzare nel Donbass. In alcuni di questi video hanno fatto la loro comparsa mercenari con insegne diverse da quelle russe. Ci sono, in particolare, combattenti con sulle divise le bandiere della Palestina e del Mali.

Un segno di come i russi stiano provando a reclutare personale dal medio oriente e dell’Africa. Non sarebbe la prima volta. Già a inizio guerra un anno fa si parlava di battaglioni siriani, anche se poi notizie del genere non hanno trovato riscontro sul campo. Adesso invece i video testimoniano l’arrivo di mercenari da diverse aree del medio oriente. E in un articolo su The Media Line, sono emerse specifiche testimonianze di reclutamenti svolti direttamente all’interno dei campi profughi palestinesi in Libano e Siria.

Cosa sappiamo del reclutamento in medio oriente

A rivelare la possibile strategia di reclutamento della Wagner nei campi profughi palestinesi, è stato un funzionario della sicurezza libanese. Quest’ultimo ha fornito a Majdi Halabi, giornalista di The Media Line, indicazioni su come emissari della società di Evgeny Prigozhin già da mesi hanno iniziato ad arruolare combattenti tra i campi presenti in Libano. In primo luogo, promettendo uno stipendio di 350 dollari al mese. Una cifra importante per chi vive all’interno dei campi profughi, lì dove la percentuale di disoccupazione giovanile è molto elevata e dove le prospettive di lavoro sono al contempo molto basse.

Dunque, alla base del reclutamento non ci sarebbero motivazioni di natura politica. Il discorso, al contrario, sarebbe puramente economico. “Una cosa del genere non mi sorprenderebbe – ha dichiarato su The Media Line il ricercatore libanese Riad Kahwaji – le condizioni di vita nei campi palestinesi sono miserabili e molti potrebbero accettare l’idea di combattere per avere un mezzo di sostentamento”.

Ad ogni modo, secondo l’autore del reportage, buona parte dei palestinesi reclutati apparterrebbe a formazioni come Al Fatah, il partito del presidente palestinese Abu Mazen, oppure al Fronte Popolare di Liberazione della Palestina. Formazioni laiche nel panorama palestinese. Un elemento quest’ultimo che potrebbe spiegarsi sia con un maggior radicamento dei gruppi in questione nei campi profughi in Libano e in Siria e sia, tra le altre cose, con una possibile maggior resistenza di gruppi islamisti all’idea di combattere in Ucraina.

Chi accetta la proposta della Wagner, verrebbe poi spedito in Russia per la fase di addestramento. Al momento, sarebbero circa 300 i palestinesi presenti nelle strutture della società e pronti per essere inviati al fronte. Altri cento, sempre secondo le informazioni rese note dal funzionario della sicurezza libanese a Majdi Halabi, sarebbero pronti a partire. Molti di loro proverrebbero da Ain al-Hilweh, il più grande campo profughi palestinese in Libano situato a poca distanza dal centro di Sidone. Altri però sarebbero originari anche dei campi presenti in Siria. I video arrivati da Bakhmut negli ultimi giorni, confermerebbero l’impiego dei primi contractors palestinesi in Ucraina.

Beirut al momento avrebbe poche armi per arginare il reclutamento dalla Wagner. La società infatti starebbe attingendo soprattutto dai nati dopo il 1969. Circostanza non certo casuale: dagli anni ’70 in poi si è avuta poca costanza nella registrazione delle nascite nei campi profughi palestinesi in Libano e molti non posseggono documenti. Cittadini fantasma quindi, per i quali viaggiare con certificazioni false è molto più semplice.

Il possibile sostegno di Hezbollah

Oltre al reclutamento di palestinesi, in Libano si sta osservando da vicino anche un possibile ruolo diretto e attivo di Hezbollah al fianco della Russia. Il movimento sciita del resto ha ottimi rapporti con Mosca maturati dagli anni della guerra in Siria, lì dove entrambe le parti sono state (e lo sono attualmente) impegnate nel sostegno al governo del presidente Bashar Al Assad.

Durante il conflitto in territorio siriano, Hezbollah ha mostrato inoltre importanti competenze nella guerriglia urbana e i suoi combattenti hanno dato un contributo importante all’esercito siriano nella riconquista di numerose città. Per la Wagner e per la Russia quasi una garanzia di affidabilità. Anche se appare difficile l’impiego diretto di combattenti di Hezbollah, sembrerebbe invece certo il contributo del movimento volto ad arruolare contractors nei campi profughi e ad addestrarli.

L’arrivo di combattenti anche dall’Africa

Nei video girati a Bakhmut è stata dimostrata la presenza di mercenari con le insegne del Mali. Si tratta di un Paese dove la Wagner è molto presente. Non solo, ma di recente il governo di Bamako, retto dal colonnello Assimi Goita, si è schierato apertamente a favore di Mosca. Nell’ultima votazione all’Onu sulla mozione di condanna all’azione russa in Ucraina, il Mali è stato tra i sette Paesi a votare contro. Una presa di posizione che probabilmente ha significato anche un via libera al reclutamento nel Sahel di combattenti da inviare nel Donbass.

Dacci ancora un minuto del tuo tempo!

Se l’articolo che hai appena letto ti è piaciuto, domandati: se non l’avessi letto qui, avrei potuto leggerlo altrove? Se non ci fosse InsideOver, quante guerre dimenticate dai media rimarrebbero tali? Quante riflessioni sul mondo che ti circonda non potresti fare? Lavoriamo tutti i giorni per fornirti reportage e approfondimenti di qualità in maniera totalmente gratuita. Ma il tipo di giornalismo che facciamo è tutt’altro che “a buon mercato”. Se pensi che valga la pena di incoraggiarci e sostenerci, fallo ora.