Guerra /

È stata una settimana intensa per la flotta degli F-35: giovedì gli F-35B dei marines decollati dalla nave da assalto anfibio Essex (classe Wasp) hanno avuto il loro battesimo del fuoco; venerdì sempre un F-35B dei marines è precipitato in South Carolina, non lontano dalla Mcas (Marine Corps Air Station) di Beaufort dove ha sede il 501esimo stormo da addestramento, ed ancora venerdì i primi due F-35B con ai comandi piloti inglesi hanno appontato sulla nuova portaerei della Royal Navy Queen Elizabeth.

Prima di inoltrarci nella narrazione di quanto avvenuto a bordo della portaerei britannica ci preme sottolineare come l’incidente avvenuto a Beaufort sia il primo in cui un F-35 sia effettivamente precipitato: nella storia del programma F-35 si contano infatti quattro incidenti di tipo meccanico e un bird strike che non hanno comportato l’effettivo precipitare del velivolo sebbene in almeno un caso il velivolo sia andato definitivamente perso.

Il pilota è sopravvissuto lanciandosi fuori dall’abitacolo, stabilendo così il primo evento di questo tipo nella storia dell’F-35, e pare abbia riportato ferite giudicate non gravi. 

Ancora non si sa bene quali siano state le cause che hanno determinato la perdita del velivolo sebbene i marines, in un comunicato stampa abbastanza sibillino, parlino di difficoltà nell’approvvigionamento di pezzi di ricambio e complicazioni nel sistema logistico dell’F-35 – quindi legato al software Alis

Gli F-35 sulla Queen Elizabeth

La Hms Queen Elizabeth è la nuovissima portaerei della Royal Navy appositamente nata per operare con i nuovi cacciabombardieri di quinta generazione F-35B a decollo corto e atterraggio verticale (il cui acronimo inglese è Stovl). 

Sebbene l’unità che diventerà l’ammiraglia della flotta non sia ancora operativa benché già entrata in servizio, e, secondo le ultime notizie, non lo diverrà prima di due anni, l’appontaggio degli F-35 di venerdì rappresenta comunque un fatto storico.

Per la prima volta da quando, nel 2010, gli Harrier II hanno effettuato il loro ultimo decollo dalla Hms Illustrious (dismessa nel 2014) la Royal Navy può considerarsi – almeno sulla carta – tornata a possedere una componente aerea imbarcata.

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Ai comandi dei due velivoli si trovavano il comandante di stormo Nathan Gray ed il comandante di squadriglia Andy Edgell. Gli F-35, però, non erano quelli destinati alle Forze Armate inglesi in quanto, come si può vedere dalle foto ufficiali pubblicate, mostravano le insegne di nazionalità americane e del corpo dei marines. 

La Queen Elizabeth, infatti, si trovava non molto lontano dalla base di Patuxent River (Maryland) dove ha sede l’Integrated Battlespace Simulation and Test Facility, il centro di addestramento dove transitano tutti gli F-35 operanti nelle forze aree della nazioni utilizzatrici.

L’evento risulta comunque storico per la Royal Navy in quanto la Queen Elizabeth effettuerà una serie di test con gli F-35B volti a stabilire i parametri ambientali (vento e meteo) di utilizzo dei velivoli imbarcati per un periodo di due mesi.

Test che saranno ripetuti l’anno prossimo, sempre nella acque prospicienti il Maryland, anche per abilitare i piloti inglesi all’impiego imbarcato.

Al momento il Regno Unito ha visto consegnare 16 dei 138 F-35B che ha ordinato, e quando anche la seconda unità – la Prince of Wales – entrerà in linea (si parla del 2020) la componente aerea disponibile si prevede che sarà più che raddoppiata potendo così fornire uno strumento di proiezione di forza dal mare efficace alla Royal Navy dopo quasi un decennio, e, a ben vedere, paragonabile a quando erano in servizio gli F-4 Phantom. 

Il volo di Gray e Edgell – 20 minuti da Pax River – è stato senza storia: a detta degli stessi piloti l’appontaggio sulla Queen Elizabeth è stato praticamente senza sforzo e non solo per le condizioni meteo propizie. 

L’F-35 nella sua versione B, infatti, è stato dotato di un sistema di comandi in grado di alleviare notevolmente il carico di lavoro di un pilota nelle delicatissime fasi di appontaggio verticale e decollo corto. A detta di tutti i piloti che ci hanno volato, il confronto con l’AV-8B Harrier II è impari anche da questo punto di vista: atterrare verticalmente con l’F-35B risulta infatti molto meno faticoso per un pilota rispetto al vecchio Harrier II.

Entusiastici – ça va sans dire – i toni del governo britannico. Il segretario della Difesa Gavin Williamson non usa mezzi termini: “Questo momento segna la rinascita della nostra potenza che ci permette di colpire con decisione dal mare ovunque nel mondo”. 

Anche negli States alcuni analisti vedono di buon occhio la rinascita dell’aviazione navale della Royal Navy. Infatti la presenza di una portaerei come la Queen Elizabeth col suo gruppo di volo  rappresenta una “nave in più” – insieme alla francese Charles de Gaulle – che è in grado di sostituire le portaerei americane nell’oneroso compito di controllo dei mari e deterrenza, soprattutto viste le difficoltà che sta incontrando la Us Navy nell’esercizio delle sue portaerei usurate da quasi due decadi di “guerra la terrorismo”.

Avendo presente le tempistiche inglesi ci sentiamo di dire che l’appontaggio dell’unico F-35B con la coccarda tricolore su nave Cavour potrebbe avvenire entro i primi sei mesi dell’anno prossimo, ma come sempre quando si parla di forze armate e Italia, non c’è nulla di scontato e sicuro.  

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