L’invasione russa dell’Ucraina ha riacceso il dibattito – prima “riservato” ad esperti e studiosi di relazioni internazionali – sull’espansione a est della Nato dalla fine della Guerra Fredda ad oggi. Pretesto usato dal Cremlino per tentare in qualche modo di giustificare un’aggressione contro uno stato sovrano o fatto storico di cui tenere conto? La risposta, come sempre, è piuttosto complessa e non adatta a semplificazioni. Lo scorso 15 febbraio sul tedesco Der Spiegel Klaus Wiegrefe ha ripercorso alcune tappe fondamentali di questo processo che ha visto via via inglobare gli ex Paesi sovietici nell’orbita atlantista. Nel settembre 1993, il presidente russo Boris Eltsin scrisse una lunga lettera al presidente degli Stati Uniti Bill Clinton. La lettera, indirizzata al “caro Bill”, iniziava con un accenno al “candido scambio di opinioni” dei due leader. Elstin tentava di spiegare al suo omologo statunitense come l’intenzione di Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca di aderire all’Alleanza Atlantico stesse diventando motivo di seria preoccupazione per Mosca.

La lettera inviata da Eltsin a Clinton nel 1993

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