Nel momento in cui la guerra in Ucraina sta vivendo una tregua umanitaria per cercare di assicurare alcuni corridoi umanitari per permettere ai profughi di raggiungere località sicure, è bene, per capirne l’andamento, cercare di dare una panoramica della situazione bellica, che, come già detto, sono basate sulle informazioni, spesso frammentarie, che ci giungono da diverse fonti, ivi comprese le riprese di osservatori civili casuali.

Dal punto di vista generale, a livello operativo, l’offensiva russa prosegue seppur con un andamento incostante in vari settori del fronte e lungo le diverse direttrici d’attacco. Possiamo però ribadire ancora una volta che l’obiettivo di Mosca di rovesciare il governo ucraino tramite una rapida operazione sulla capitale, non è stato conseguito, e non sembra che sia possibile in un breve arco temporale. Le direttrici generali dell’attacco russo restano quelle individuate da subito: da nord verso Kiev da due direzioni a est e a ovest del fiume Dnepr, da est, nel settore di Kharkov, da sud-est, nel settore del Donbass, e da sud, lungo il basso corso dello Dnepr, dalla Crimea e in direzione di Odessa.

L’andamento delle avanzate russe

Nel settore nord l’avanzata russa si è sostanzialmente arrestata, a causa delle difficoltà logistiche che abbiamo già evidenziato, dell’intrinseca poca affidabilità di alcuni mezzi (risulta ad esempio che alcuni veicoli ruotati, come i Pantsir-S1, abbiano montato gomme di bassa qualità di fabbricazione cinese copie di quelle occidentali) ma anche a seguito di un contrattacco condotto dall’esercito ucraino, effettuato con diverse brigate, di cui una dovrebbe essere la 14esima brigata meccanizzata.

Nel settore nordorientale, le forze russe hanno ottenuto diversi successi e mantenuto lo slancio iniziale del loro attacco. In particolare, dopo aver sfondato le difese lungo la linea Nizhnyn-Pryluki, le avanguardie di questa forza hanno raggiunto l’area a est di Kiev, però senza eliminare del tutto la resistenza ucraina, che è stata aggirata/inglobata dall’avanzata russa, e che quindi potrebbe rappresentare un ostacolo all’avanzata, facendole perdere continuità.

A est, nel settore di Kharkov, le operazioni russe si sono sostanzialmente fermate, fatta eccezione per una puntata verso sud per cercare il ricongiungimento con le unità regolari e separatiste in azione a nord di Luhansk, per cercare anche di arrivare alle spalle degli ucraini che ancora resistono agli assalti dalle province separatiste. A nord di Kharkov, come abbiamo già avuto modo di raccontarvi, nella giornata di ieri si è avuto il secondo importante contrattacco ucraino, condotto pare dalla 92esima brigata meccanizzata, che ha colpito le colonne corazzate russe e sembra che sia riuscita a sfondare. Si tratta però, di un attacco di alleggerimento per cercare di alleviare la pressione sulle forze attestate lungo quel fronte.

Nel settore del Donbass, le forze russe e separatiste avanzano lentamente a causa del trinceramento ucraino, che è avvenuto nel corso di questi 8 lunghi anni di conflitto. La città costiera e importante porto sul Mare d’Azov di Mariupol, però, è ormai completamente circondata e si appresta a cadere, data l’impossibilità ucraina di rifornirla via mare, terra e nemmeno via cielo.

Nel settore meridionale l’avanzata russa è più decisa, anche e soprattutto per le linee di rifornimento più corte rispetto alle altre zone del fronte. Conquistata la città di Kherson, stabilitovi un governatorato militare “modello” per la propaganda di Mosca, i russi sono riusciti a installarsi sulla riva occidentale dello Dnepr da dove muovono in direzione della città di Mikolayv, circa 50 chilometri a nordovest di Kherson e 100 a nordest di Odessa. Su Odessa, dopo una serie di attacchi aerei effettuati soprattutto nelle giornate di venerdì e sabato, pende la possibilità di uno sbarco anfibio russo, che però sarebbe effettuato solo per alleggerimento (o diversione), una volta che le truppe provenienti da Mykolayv l’avessero raggiunta. Sempre dal fronte meridionale un’altra direttrice di attacco punta verso nordest, in direzione di Tokmak, e possibilmente verso Zaporizhzhia, dove gli ucraini si starebbero trincerando. Questa mossa potrebbe essere il preludio di una manovra avvolgente russa per circondare le forze ucraine lungo la linea di contatto meridionale, nel Donbass, che se riuscisse provocherebbe per forza il loro rapido ritiro, con, possibilmente, anche la rottura di tutto il fronte orientale/meridionale per questioni di morale.

In ogni caso quello che vi abbiamo sempre detto essere uno degli obiettivi di Mosca in questa guerra, ovvero la continuità territoriale tra la Crimea e la Federazione, a oggi è stato conseguito, ad eccezion fatta della resistenza a Mariupol.


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CAUSALE: Reportage Ucraina
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Nessuna superiorità aerea russa

Le Vks (Vozdusno-Kosmiceskie Sily), le Forze Aerospaziali Russe, non hanno ottenuto la superiorità aerea, tanto meno quindi la supremazia, se non a livello puntuale e in modo discontinuo: ancora stanotte la reazione della contraerea ucraina è stata vivace: si segnala, ad esempio, l’abbattimento di almeno un caccia Sukhoi Su-34 carico di bombe nei cieli dell’area di Kharkov.

Più in generale se l’aeronautica ucraina si è sempre vista poco, se pur abbia avuto un peso decisivo nelle operazioni di respingimento dell’attacco eliportato sull’aeroporto di Gostomel nelle prime 36 ore di guerra, il meccanismo antiaereo ucraino, basato su assetti mobili a corto e medio raggio e su semplici MANPADS, è sfuggito agli attacchi aerei russi e ha permesso un certo livello di interdizione di alcuni limitati settori dello spazio aereo ucraino, corrispondenti con le direttrici dell’avanzata russa, soprattutto sulla capitale, su Kharkov/Sumy, e nell’area di Kherson.

La Russia avrebbe pertanto dovuto effettuare una campagna aerea preparatoria molto più lunga, e dopo un altrettanto lungo studio di intelligence puntuale per cercare di individuare le postazioni mobili e distruggerle nelle primissime ore del conflitto (ricordiamo che durante la Prima Guerra del Golfo le operazioni aeree propedeutiche a quelle terrestri durarono circa sei settimane).

Evidentemente, e a riprova di quanto detto, Mosca si aspettava di occupare rapidamente Kiev e provocare la destituzione del governo Zelensky, quindi non ha messo in conto di eliminare le difese aeree ucraine per intero.

Da blitzkrieg a guerra d’attrito

Dopo diversi giorni di operazioni possiamo dire che ci troviamo di fronte a un conflitto avente le caratteristiche di una guerra d’attrito, dove l’esercito ucraino mescola tattiche convenzionali usando le forze terrestri nell’ordine di brigate, a tattiche di guerriglia per poter attaccare sia le linee di rifornimento russo in territorio ucraino, sia le punte di lancia dell’avanzata, cercando di non restare invischiati in combattimenti duraturi per mantenere il vantaggio tattico.

Possiamo dire, arrivati a questo punto, che la massa di uomini e mezzi mobilitata dalla Russia per questa operazione militare organizzata su 4 direttrici maggiori diverse, e che ormai ha raggiunto il 100% di quelle disponibili ai confini, non è sufficiente per avere quella forza d’urto necessaria per schiantare la resistenza ucraina in breve tempo, pertanto Mosca abbisognerà maggiori forze per poter cercare di terminare il conflitto nel più breve tempo possibile e mettere Zelensky davanti al fatto compiuto di un’Ucraina spaccata in due lungo il fiume Dnper e senza più sbocchi sul Mar Nero.

Fonti non confermate, sempre di carattere puntuale e indipendente, mostrano che questa mobilitazione ulteriore sarebbe già cominciata dalle regione più orientali della Federazione, ma il problema sarà, come sempre in questa guerra, tutto l’apparato logistico.

In ogni caso, in merito a quest’ultima considerazione, è bene ricordare come nella guerra moderna “più” non equivalga a “meglio”, e che piccole formazioni, ma bene armate e addestrate, possono essere facilmente più efficaci di unità più grosse ma poco preparate e con equipaggiamento fondamentalmente obsolescente come le brigate meccanizzate e corazzate russe, che vedono ancora utilizzare una serie di AIFV e MBT risalenti agli anni ’70 e ’80, e solo in parte totalmente modernizzati.





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