Da cinque anni a questa parte la Siria ha un problema: il terrorismo con le sue mille sfaccettature. Sfogliamo La Stampadi oggi, che intervista il Riyahd Hijab, leader dell’opposizione siriana. Hijab è una persona assolutamente rispettabile, sia chiaro. È stato primo ministro ministro dell’agricoltura. Poi, nel 2012, è deciso di passare con i ribelli. È il coordinatore dell’Hnc, l’Alto Comitato Negoziale dell’opposizione siriana, “il cartello sponsorizzato dall’Arabia Saudita che raccoglie 34 gruppi diversi tra cui il controverso Jaish al-Islam, l’esercito dell’islam”. Di questo gruppo – di ispirazione chiaramente islamista – ha parlato anche Amnesty, denunciandone i crimini.Per approfondire: Quei crimini compiuti dai ribelli sirianiNella sua intervista, Hijab si lamenta dei raid di Mosca, “che non lesinano neppure le armi proibite”. Attraverso queste azioni militari, secondo il leader politico, “l’estremismo lieviterà, avremo più rifugiati e più terrorismo, la crisi inghiottirà la Siria, la regione, l’Europa”. E questo, in parte, è un errore di valutazione di Hijab. L’estremismo ha cominciato ad espandersi in Siria, ma anche in Libia, una volta che il governo legittimo è stato messo in crisi. In un altro articolo abbiamo citato le parole di Maryam, una donna di Aleppo che, ormai nel lontano 2012, parlando dei ribelli, diceva: “Sono tutti così religiosi, tutti così conservatori. E tutti sunniti” (Francesca Borri,  La guerra dentro, p. 15). Prima della guerra civile in Siria, come ci ha raccontato un monaco armeno quasi con le lacrime agli occhi, non si poteva chiedere a chicchessia a che religione appartenesse. Si era tutti siriani in egual modo: i cristiani come i sunniti, gli sciiti come gli alawiti. Ora, questa specie di incantesimo religioso si è rotto. Colpa anche di gente come Jaysh al- Islam, con i quali Hijab è alleato.Il fondatore del movimento, Zaharan Alloush è stato ucciso da un raid russo il 25 dicembre scorso. L’obiettivo di Alloush era quello di creare un “emirato governato dalla sharia” e il suo pensiero non si allontanava troppo da quello di Osama bin Laden, che, tra le altre cose, elogiò in un filmato. Non solo: Alloush, prima di morire, chiamo i qaedisti di Al Nusra “fratelli” che combattono la stessa battaglia. Ed è proprio Al Nusra a rappresentare il nuovo, e forse più temibile, problema per la Siria. Più del sedicente Stato islamico.

Gli uomini di Al Qaida in Siria sono più addestrati e sanno combattere meglio dei miliziani dell’Isis, come spiega l’Independent.  Ed è una notizia paradossale perché, come ha spiegato l’ex ambasciatore inglese in Siria Peter Ford, , “non ci sono grandi differenze tra Al Nusra e gruppi come Jaish al-Islam, Ahrar al-Sham e Jaish al-Fatah“, che l’America sostiene. Non solo. Un anno fa, l’ex direttore della Cia David Petraeus proponeva di addestrare Al Nusra per combattere il sedicente Stato islamico.

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