A poche ore dalle dichiarazioni del vice comandante russo del settore Sud, Rustam Minnekayev, Odessa è stata pesantemente bombardata. Venerdì il vice comandante aveva chiaramente detto di puntare alle coste ucraine del Mar Nero, sabato pomeriggio sui cieli di Odessa si sono innalzate nuvole di fumo denso figlie di pesanti raid che hanno colpito la città.



Possibile che i russi vogliano realmente la città? Minnekayev è stato abbastanza chiaro: “Puntiamo alle coste del Mar Nero – ha dichiarato – perché in questa maniera si potrà collegare la Transnistria con la Crimea”. Ma l’affermazione del comandante russo è apparsa fin troppo netta. Da qui un’altra importante domanda che sorge spontanea: perché Mosca dovrebbe dichiarare in modo così esplicito le proprie mire militari?

La strategia di Mosca

Dopo il ritiro da Kiev e dalle regioni settentrionali dell’Ucraina, le truppe russe hanno ripiegato verso il Donbass. Si è quindi iniziato a parlare della cosiddetta “Fase 2” della guerra. Ossia del momento in cui Mosca avrebbe puntato dritto verso le regioni orientali russofone attorno Donetsk e Lugansk. Una strategia la cui veridicità è stata dimostrata da quanto accaduto sul campo negli ultimi giorni. Giovedì il Cremlino ha annunciato la definitiva presa di Mariupol, nonostante la permanenza all’interno dell’acciaieria Azovstal di almeno duemila combattenti ucraini. Nel resto del Donbass invece i russi, pur avanzando lentamente e senza dare l’idea di aver avviato la tanto attesa offensiva, hanno iniziato ad occupare alcune strategiche posizioni difensive a danno dell’esercito di Kiev.

Anche Putin nelle sue dichiarazioni ha fatto sempre riferimento nelle ultime settimane alla necessità di “evitare un genocidio nel Donbass” e liberare dalla presenza ucraina le regioni a maggioranza russofona. Quanto notato quindi nelle zone orientali è apparso in linea con quanto previsto nella seconda fase del conflitto.

La questione relativa a Odessa

Ma mentre la guerra, pur nella sua drammaticità, ha iniziato ad assumere una sua precisa fisionomia, ecco che dalla Russia è rimbalzata la dichiarazione dell’alto ufficiale che ha parlato di Transnistria. E lo ha fatto sottolineando la presenza russofona anche da quelle parti: “Ci uniremo alla Transnistria – ha dichiarato Rustam Minnekayev – anche lì ci sono prove di come la popolazione filorussa venga oppressa”. Toni che potrebbero far presagire come nella fatidica Fase 2 alle truppe di Mosca il Donbass potrebbe stare stretto. La Russia cioè, oltre a Mariupol e agli oblast di Donetsk e Lugansk, aspirerebbe anche a Odessa. Minnekayev il nome della città affacciata sul Mar Nero non l’ha mai fatto. Ha parlato di Ucraina meridionale, ma ben si comprende come il riferimento a un possibile allargamento del conflitto riguardi proprio la regione di Odessa. Da qui infatti il confine moldavo è molto vicino e soprattutto qui ha sede il principale porto commerciale ucraino. Dunque se per davvero Mosca aspira alle regioni sud dell’Ucraina, è chiaro che le sue truppe devono mettere piede a Odessa.

Una mossa di mera distrazione?

Ma la situazione nell’oblast compreso tra Mar Nero e Moldavia è tutt’altro che simile a quella del Donbass. Se nell’est infatti l’esercito russo sta avanzando nonostante i tanti problemi, a Odessa le avanguardie di Mosca sono rimaste bloccate poco più a ovest di Kherson, la prima grande città dell’Ucraina presa dai russi (anche se al suo interno si sono registrate numerose manifestazioni antirusse da parte della popolazione). Le truppe hanno cercato di catturare Mykolaiv già a marzo, ma la reazione ucraina da queste parti è stata molto forte. Non solo le truppe di Kiev hanno tenuti impegnati i reparti avversari, ma a Kherson hanno attuato una piccola controffensiva che ha distrutto mezzi russi riparati all’interno dell’aeroporto.

Assodato quindi che via terra Odessa è molto difficile da raggiungere, fino al 13 aprile era pensabile almeno uno sbarco anfibio in zona. Quel giorno però la nave ammiraglia della flotta del Mar Nero, l’incrociatore Moskva, è stato attaccato da missile ucraini colando poi a picco. Da allora uno sbarco via mare appare impossibile. Eppure il vice comandante Minnekayev ha indicato nella conquista del sud dell’Ucraina una delle priorità principali.

Non tutti però credono all’eventualità di una vera escalation russa nella zona. In primo luogo, è apparsa assai strana la circostanza di una Russia che rivela con non pochi dettagli le proprie strategie. In secondo luogo, come sottolineato da Guido Olimpio e Andrea Marinelli sul Corriere della Sera, è possibile ipotizzare che Mosca voglia distrarre l’esercito ucraino tenendo in tensione nella zona di Odessa le truppe che altrimenti sarebbero state schierate nel Donbass. Una sorta di bluff utile però a evitare che i soldati da Odessa vengano posizionati lungo i fronti più sensibili. Anche i bombardamenti di questo sabato avrebbero avuto questa funzione.

É pur vero che la Russia considera le coste del Mar Nero come sensibili e strategiche. Quindi, di conseguenza, la velleità di prendere Odessa e il sud dell’Ucraina potrebbe considerarsi alla stregua di un obiettivo a lungo termine.

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