Nella base missilistica di Dombarovsky, nell’Oblast di Orenburg sito nella Russia centrale al confine col Kazakistan, prosegue il riarmo della prima unità delle Forze armate della Federazione, equipaggiata con il sistema missilistico Avangard.
Nella giornata di oggi un canister, ovvero un contenitore per missili balistici, con un vettore SS-19 Mod. 4 “Stiletto” in codice Nato (UR-100N UTTKh per i russi) montante il nuovo veicolo di rientro tipo Hgv (Hypersonic Glide Vehicle) Avangard è stato inserito in un silo sotterraneo della 13esima divisione missilistica facente parte della 31esima Armata.
Secondo quanto riferito dal ministero della Difesa della Federazione Russa il nuovo sistema missilistico ipersonico è stato dichiarato in servizio attivo.
Il primo dispiegamento di questa nuova e rivoluzionaria arma risale allo scorso dicembre, quando la Russia effettuò, nella giornata del 26, un lancio di prova utilizzando il medesimo razzo vettore, l’SS-19. Il reggimento, come riportato dal Cremlino in quell’occasione, assunse lo status di “pronto al combattimento” alle 10 (ora di Mosca) del 27 dicembre.
La tecnologia Hgv per veicoli di rientro di missili balistici prevede che la testata non rientri in atmosfera seguendo una normale traiettoria balistica – appunto – ma planando come se fosse un aliante. Un aliante che è capace di volare a Mach 20 ad una quota inferiore rispetto a quella di volo di un normale Icbm (Intercontinental Ballistic Missile) e soprattutto dotato di una manovrabilità tale da poter effettuare manovre evasive.
Secondo le fonti ufficiali del governo la testata ipersonica planante “Avangard” – nome in codice 15Yu71 – nasce dal progetto di ricerca e sviluppo numero 4202 i cui primi test, effettuati presso il cosmodromo di Baikonur, risalgono almeno al 2004.
Le caratteristiche di Avangard sono ancora segrete ma sappiamo che è costruito in materiali compositi per poter resistere alle altissime temperature del volo ipersonico a bassa quota – il veicolo viaggia avvolto da plasma come avveniva per la navicella Space Shuttle al rientro in atmosfera – e anche ad un eventuale attacco con armi laser ad alta energia.
Si ritiene che sia dotato di una carica atomica di potenza compresa tra i 450 kilotoni ed un megatone e che misuri circa 5,4 metri, rendendo così possibile montarne in grande numero sui nuovi missili balistici intercontinentali pesanti RS-28 Sarmat. A quanto pare Avangard ha capacità duale, ovvero sarà in grado di montare anche una carica convenzionale, facendone l’arma perfetta per attacchi chirurgici preventivi contro installazioni C4I.
Il Ministero della Difesa russo ha corredato l’annuncio del prosieguo della sostituzione dei vecchi vettori intercontinentali coi nuovi Avangard con un video, in cui si può notare un mezzo ruotato che trasporta il canister in cui è inserito il missile, e brevi passaggi del suo inserimento del silo di lancio. Purtroppo, proprio per le caratteristiche del sistema, non è stato possibile “dare una sbirciata” al veicolo e al vettore, ma quello che è certo è che la soluzione di montare Avangard sugli SS-19 è da considerarsi comunque ad interim. Il vettore predestinato, quando entrerà in produzione e sarà consegnato ai reparti missilistici, sarà l’Icbm pesante Rs-28 Sarmat (SS-X-30 “Satan II” in codice Nato), un “gigante” dalla gittata di più di 10mila km (alcune fonti lo danno per 18mila) che rimpiazzerà i vecchi SS-18 “Satan” in codice Nato (RS-20V Voevoda), considerati i missili strategici più pesanti al mondo. Il Sarmat, a combustibile liquido, può trasportare sino a 10 tonnellate di carico, il che significa poter caricare fino a 10 testate di grandi dimensioni oppure 16 più piccole, o ancora una combinazione di testate e contromisure, o veicoli di rientro ipersonici come Avangard.
La propaganda russa sostiene che il sistema Avangard sia “assolutamente invulnerabile ad ogni arma di difesa aerea e missilistica” ma la realtà potrebbe essere diversa. Già in seconda istanza il Cremlino lo definisce “capace di bypassare i complessi di difesa regionale”, parole che potrebbero suonare come sinonimi della frase precedente ma che in realtà così non sono. L’Avangard è sì capace di cambiare la propria traiettoria nelle 3 dimensioni (quindi mutando quota e direzione) ma data la velocità e la quota di volo non è in grado di effettuare virate strette o cabrate come un caccia. Pertanto un Hgv è in grado di evitare, virando e cambiando quota, le “bolle” di difesa antimissile note – e quindi fisse – ma potrebbe trovarsi comunque in difficoltà contro un sistema mobile. Soprattutto gli sarebbe difficile evitare un missile Abm già in volo verso il suo bersaglio, sempre che questo venga lanciato con il dovuto preavviso e sia dotato di una certa manovrabilità per cercare di ovviare alla bassa quota di volo degli Hgv rispetto ai classici veicoli di rientro di un missile balistico.
Inoltre, un sistema antimissile come l’Aegis – nella sua versione navale o ashore cioè basata a terra – che intercetta i missili balistici nella fase definita di “post boost”, ovvero dopo la spinta iniziale ma prima del rientro in atmosfera, avrebbe qualche chance di colpire l’Hgv, soprattutto ora che ne è stata testata la capacità di colpire i missili intercontinentali in una recente esercitazione tenuta dall’U.S. Navy nel Pacifico. Tali sistemi restano comunque ritrovati rivoluzionari, al pari dei missili da crociera ipersonici, ed infatti sono ritenuti essere destabilizzanti per l’equilibrio strategico delle forze nucleari, al pari, peraltro, dei nuovi sistemi Abm messi in campo dagli Stati Uniti. Siamo davanti, pertanto, ad una vera e propria rivoluzione che molto probabilmente porterà al cambiamento delle dottrine militari (oltre che spingere verso nuove frontiere della ricerca tecnologica soprattutto nel campo delle contromisure) con l’introduzione del concetto di Hypersonic Warfare.