Alta tensione nei cieli della Nato. A distanza di poche ore due episodi sospetti hanno fatto scattare la massima allerta. In Europa due F-35 olandesi hanno intercettato e bloccato una formazione di tre aerei militari russi vicino al confine polacco. Negli Stati Uniti, invece, quattro jet russi sono stati individuati e intercettati dal Comando di difesa aerospaziale del Nord America (Norad) al largo dell’Alaska.
Per quanto riguarda quest’ultimo episodio, sappiamo che i quattro velivoli del Cremlino – bombardieri strategici Tu-95 Bear-H e caccia Su-35 – hanno varcato il limite della Zona di identificazione della difesa aera dell’Alaska. Il Norad, che in questi ultimi giorni ha avuto il suo bel da fare nel monitorare i misteriosi palloni aerostatici avvistati nei cieli, ha risposto mobilitando due aerei da combattimento F-16 e dirottando poi nell’area anche due F-35A, due aerocisterne Kc-135 e un aereo Awacs E-3 Sentry.
Il Comando ha quindi precisato che episodi come quello dello scorso lunedì avvengono in media sette volte l’anno a partire dal 2007 e “non sono percepiti come una minaccia, né come una provocazione”.
Dall’Alaska alla Polonia
Il punto, o meglio il grande rischio, è che avvenimenti del genere possono provocare incidenti inattesi e indesiderati. Esattamente come per quanto accaduto nei pressi del confine polacco, dove i caccia olandesi hanno scortato a distanza tre aerei russi finché questi non hanno lasciato lo spazio aereo del Paese, ha fatto sapere il ministero della Difesa olandese.
Gli F-35 sono decollati dopo l’attivazione dell’allerta di azione rapida olandese in Polonia e lo hanno fatto per identificare e scortare una formazione di aerei che in quel momento era ancora sconosciuta, si legge nella nota dello stesso dicastero. Uno di quegli aerei “si è avvicinato all’area di responsabilità polacca della Nato da Kaliningrad“, l’enclave russa situata tra Polonia e Lituania.
“Dopo la loro identificazione, si è scoperto che si trattava di 3 velivoli: un IL-20M Coot-A russo che era accompagnato da 2 Flanker SU-27”, ha aggiunto il ministero spiegando che “gli F-35 olandesi hanno scortato la formazione (russa) a distanza e li hanno consegnati ai partner della Nato”.
Ricordiamo che in questo momento ci sono otto F-35 olandesi in Polonia, per i mesi di febbraio e marzo. Quattro di questi caccia sono presso la base aerea di Malbork per la sorveglianza dello spazio aereo della Nato nell’Europa orientale. Gli altri quattro stanno completando un programma di addestramento con gli alleati, ma “possono essere utilizzati anche immediatamente se la situazione lo richiede”, conclude la nota olandese.
Le mosse della Russia
In generale, le mosse della Russia stanno allarmando il blocco occidentale. Al netto degli aerei avvistati in Alaska e nei pressi della Polonia, ci sono da monitorare altre due aree caldissime.
In Moldavia, ad esempio, lo spazio aereo è stato chiuso e poi riaperto per il timore che un drone non identificato stesse sorvolando il Paese. Allo stesso tempo il servizio d’intelligence norvegese ha messo in guardia sul fatto che Mosca abbia iniziato a dispiegare navi e sottomarini con armi nucleari tattiche nel Mar Baltico, per la prima volta dalla caduta dell’Urss.
E poi c’è ovviamente la guerra in Ucraina che va avanti da quasi un anno. Il Cremlino starebbe ammassando caccia al confine con l’Ucraina per un possibile e massiccio assalto aereo, dato che l’offensiva di terra fatica a portare i risultati sperati.
Il Nord America, il Mar Baltico, l’est Europa e il territorio ucraino: i fronti che la Nato è chiamata a monitorare iniziano ad essere numerosi. Così come i rischi che potrebbero portare ad un’escalation.