La Russia è sempre più coinvolta nel controllo delle cosiddette “de-escalation zones” definite dai negoziati di Astana insieme ai principali attori interessati alla guerra in Siria. Il lavoro che si richiede ora a Mosca non è, infatti, più soltanto quello di debellare lo Stato islamico, i ribelli islamisti o sostenere sul campo l’avanzata dell’esercito regolare siriano. Quello che si chiede adesso alle forze armate russe è un lavoro che coinvolge anche compiti di polizia militare, e dunque di supporto al mantenimento dell’ordine pubblico sia civile che militare, soprattutto facendo in modo che le forze in campo non si scontrino tra loro, specialmente nelle aree di confine. La regione del Golan, per esempio, è paradigmatica del ruolo svolto dalle forze del Cremlino: il loro compito s’innesta su un duplice binario di far mantenere il cessate-il-fuoco tra le forze in campo ed evitare che forze israeliane, di Hezbollah e siriane entrino in un pericoloso crescendo di tensione, sfociando in un conflitto. Ma questo compito, come nel Golan, vale per altre aree dove la Russia è appunto impegnata in questo tipo di compiti.
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Per fare in modo di compiere il lavoro assegnato evitando il più possibile un dispiegamento massiccio di forze armate in territorio siriano, le fonti d’intelligence israeliane e agenzie di stampa locali segnalano da tempo che il governo russo ha deciso di inviare sul territorio siriano non forze regolari, bensì mercenari. Come gli Stati Uniti hanno avuto modo di utilizzare i servigi dell’azienda Blackwater per l’Iraq, così anche la Russia ha la sua impresa di contractors prediletta per la Siria: il Gruppo Wagner. Le fonti parlano di un utilizzo molto elevato da parte di Mosca di queste forze. Si parla di tremila uomini già presenti sul campo durante le fasi più clade del conflitto siriano e di altri duemila arrivati nelle ultime settimane per affiancare le forze regolari nel mantenimento del controllo sulle de-escalation zones. Cinquemila contractors dunque al servizio del Cremlino che si aggiungono ai già presenti soldati delle forze armate russe su tutto il territorio siriano.
Quasi tutti gli appartenenti al Wagner sono ex soldati delle forze armate russe, sia dell’esercito che della marina e dell’aeronautica, in particolare delle unità delle forze speciali delle singoli armi. Hanno tutti un’età compresa fra i trenta e i cinquantacinque anni e in molti hanno servito già in Ucraina tra i ribelli filorussi. Il fatto di essere poi vecchi membri delle truppe di Mosca agevola notevolmente il coordinamento con le forze regolari, che è uno dei limiti sempre presenti nel coinvolgimento di forze mercenarie all’interno di guerre così complesse. Interessante anche il dato che molti di questi contractors usati in Siria, specialmente al confine con Giordania e Israele, siano di religione musulmana e che giungano dalle aree dell’Inguscezia e del Dagestan: certamente una scelta non casuale nella politica russa di controllo delle province a rischio, forse dettata dalla migliore capacità di relazionarsi con le forze locali. Una scelta che però non ha lasciato soddisfatto, per usare un eufemismo, Israele, che teme la presenza di truppe mercenarie islamiche al proprio confine settentrionale.
Sul gruppo Wagner, ancora oggi, si sa pochissimo. Si suppone abbia il proprio quartier generale in una base militare nella regione di Krasnodar, dove addestra i suoi elementi, ma in realtà non esiste in tutto il territorio russo un’azienda registrata con questo nome. La sua sede legale è infatti individuata in Argentina. Quello che più altro lascia adito a dubbi e a moltissime domande, è il finanziamento di questa realtà imprenditoriale. Già solo per gli stipendi, che sono di circa millecento dollari al mese durante le fasi di addestramento, tra i millesettecento e i tremila per i combattenti e che arrivano anche ai cinquemila dollari al mese per i comandanti. In più, gli equipaggiamenti, i veicoli blindati e i sistemi missilistici più moderni mostrano chiaramente come vi sia un flusso di denaro enorme che arriva nelle tasche dell’impresa. Impresa la cui guida è tuttora un mistero. Wagner è amministrato da Dimitri Utkin, un ex tenente dell’esercito russo, ma di lui si sa molto poco e si crede che in realtà sia solo un nome di facciata per nascondere il vero capo della società. Su chi sia il vero leader dell’organizzazione, ci sono solo supposizioni non confermate. Ma quello che è certo è che è riuscito nel tempo a crearsi un legame con Mosca talmente forte da diventare una sorta di quarta forza armata da impegnare nei conflitti in cui la Russia ha interesse.