Tra le accuse mosse da Mosca a Kiev sia prima che dopo lo scoppio del conflitto, c’è quella secondo cui le autorità ucraine starebbero fattivamente collaborando con le forze di Difesa Usa per la produzione di armi biologiche. Per questo dal Cremlino spesso si è fatto riferimento alla presenza di laboratori biologici all’interno del territorio ucraino, gestiti secondo il governo russo da forze ricollegabili al Pentagono. L’ultima grave accusa in tal senso è arrivata nelle ultime ore. Da Mosca, il capo delle truppe di protezione dalle radiazioni delle forze armate russe, Igor Kirillov, ha puntato il dito senza mezzi termini contro Usa, Ucraina e anche diverse multinazionali farmaceutiche: “Fanno esperimenti biologici – si legge in una nota rilanciata dalla Tass – su pazienti psichiatrici”.
La nuova accusa di Mosca
Per il momento si parla molto di Kharkiv per via della controffensiva ucraina in corso. Qui più che altrove, le truppe di Kiev stanno riuscendo a respingere i russi e le truppe di Mosca stanno gradualmente lungo questo fronte ritornando al di là dei propri confini. Ma è proprio a Kharkiv, secondo Igor Kirillov, che si nasconderebbero le prove della presenza di laboratori biologici in grado di fare esperimenti su pazienti ricoverati all’interno di ospedali psichiatrici. “La Russia – si legge nella sua nota pubblicata dall’agenzia Tass – ha le prove di esperimenti biologici condotti dal Pentagono su pazienti di ospedali psichiatrici vicino a Kharkiv”. Una sola riga nella quale si accusano in un solo colpo Washington e Kiev. Gli Stati Uniti, in particolare, secondo i russi sarebbero rei di aver ideato crudeli esperimenti biologici. Mentre, dall’altro lato, gli ucraini sarebbero rei di consentire tutto ciò. In cambio, si fa capire implicitamente, del sostegno militare contro le truppe russe.
Ma Usa e Ucraina non sono gli unici attori su cui Kirillov ha puntato il dito: “Tutto questo avviene a Kharkiv – si legge ancora – con la partecipazione di Germania, Polonia e di alcune cause farmaceutiche”. Lo stesso militare russo le ha elencate nel suo comunicato. Si tratterebbe, in particolare, di Pfizer, Moderna, Merck e Gilead. Sarebbero queste aziende a partecipare fattivamente a programmi biologici condotti su dei pazienti ricoverati in strutture psichiatriche. Le prove in possesso del Cremlino al momento non sono state rese note e non sono di dominio pubblico. Difficile quindi accertare la veridicità delle parole di Kirillov. Di certo, nell’ottica russa, le nuove accuse sono destinate ad avere un importante impatto politico sull’attuale scenario ucraino.
I timori del Cremlino sui laboratori biologici ucraini
Quella delle ultime ore è forse l’accusa più grave, ma non l’unica lanciata dalla Russia su questo tema. Mosca sembra voler dimostrare, già dall’inizio della guerra, una certa intensa collaborazione tra Usa e Ucraina nella produzione di armi biologiche. Emblematica l’affermazione finale di Kirillov riportata nel suo comunicato odierno: “I leader del partito democratico statunitense – ha dichiarato – sono gli ideologi delle attività biologiche militari di Washington in Ucraina”. Appare chiaro il riferimento ai precedenti casi sollevati dal Cremlino. Tra febbraio e marzo più volte da Mosca sono state riportate accuse circa l’esistenza di laboratori biologici gestiti dagli Usa in Ucraina con il coinvolgimento, in particolar modo, di una parte del mondo politico statunitense e della stessa famiglia del capo della Casa Bianca.
Hunter Biden, figlio del presidente Joe Biden, sarebbe tra gli artefici del programma di sviluppo dei laboratori biologici in Ucraina. Il Cremlino lo ha accusato partendo da alcune mail risalenti al 2014 e scovate nel 2019 da uno dei suoi laptop. In quelle conversazioni è venuto a galla il ruolo del fondo di investimento Rosemont Seneca nel finanziamento di bio-laboratori in Ucraina. Il fondo in questione nel 2014 era guidato da Hunter Biden, il quale poco dopo la rivolta di Euromaidan a Kiev e la salita al potere di un governo filo occidentale in Ucraina, è stato nominato nel consiglio di amministrazione di Burisma, società di gas ucraina. Grazie a questo doppio ruolo, il figlio del presidente avrebbe quindi messo in contatto Burisma con Metabiota, azienda californiana legata al Pentagono in quanto specializzata nella ricerca sulle malattie respiratorie. Finanziamenti e contatti che avrebbero quindi contribuito, come ricostruito da Roberto Vivaldelli su InsideOver, alla creazione di laboratori biologici collegati alla Difesa Usa in Ucraina.
Informazioni, quelle rivelate dalle mail, che sono apparse oro colato per il Cremlino per rimarcare i suoi sospetti circa la volontà statunitense di costruire armi biologiche a pochi passi dal confine russo. L’ultima grave accusa è quindi da considerarsi all’interno di questo scia, dove Mosca vede nella presenza di laboratori Usa in Ucraina un pericolo per la propria sicurezza. Ma quanto c’è di vero è impossibile dirlo. Così come scritto da Federico Giuliani su InsideOver lo scorso 14 marzo, “la sensazione è che l’intera vicenda dei laboratori possa essere una storia parzialmente reale (i laboratori esistono davvero) ma deformata e ingigantita dalla propaganda“. Occorre infatti considerare che è interesse del Cremlino trovare più tematiche possibili per giustificare, all’interno e all’esterno della Russia, la propria azione militare in Ucraina.