Vololdymyr Zelensky la sta invocando da giorni. In ogni appello lanciato agli alleati occidentali, durante i colloqui con i leader europei, nelle interviste con i media esteri e pure nei discorsi rivolti al suo popolo. Il presidente ucraino auspica, implora, supplica, chiede a gran voce una no-fly zone per i cieli dell’Ucraina. Secca e univoca la risposta di Stati Uniti e Unione europea: niente da fare, a meno che non si voglia cogliere il rischio di far scoppiare una Terza Guerra Mondiale.

La controreplica di Kiev, logica e comprensibile dal punto di vista di chi è assediato e colpito da una pioggia di bombe, insiste sul fatto che la Terza Guerra Mondiale sarebbe giĂ  in atto, e che se cade l’Ucraina poi toccherĂ  a qualcun altro. In ogni caso, mentre Zelensky sollecita la blindatura dello spazio aereo ucraino, la Russia, con una mossa sorprendente, ha istituito una no-fly zone sulla regione ucraina del Donbass. Lo ha reso noto, nelle ultime ore, Eduard Basurin, il rappresentante dell’autoproclamata repubblica separatista di Donetsk.



Le mosse della Russia

Ma non è finita qui, perchĂ© oltre ad aver istituito una no-fly zone nel Donbass, le autoritĂ  aeronautiche della Federazione russa hanno prorogato fino al prossimo 26 marzo il divieto di volo di aerei civili nello spazio aereo della Russia meridionale. Come ha sottolineato la Tass, lo spazio aereo nel sud della Russia era stato chiuso il 24 febbraio. Successivamente, tale restrizione era stata prorogata fino al 20 marzo. L’Agenzia federale del trasporto aereo ha raccomandato alle compagnie aeree di utilizzare rotte alternative attraverso gli aeroporti di Sochi, Volgograd, Mineralnye Vody, Stavropol e Mosca per il trasporto dei loro passeggeri.

Secondo quanto riportato dall’agenzia Interfax, lo stesso Basurin ha spiegato all’emittente Rossiya-24 che la Russia ha creato una sorta di ombrello sul Donbass. “Dal punto di vista militare, basta che la Russia controlli il cielo, creando, come si suol dire, un ombrello o una cupola sulle nostre repubbliche”, ha affermato Basurin. Rispondendo a domanda diretta se sia stata creata una no-fly zone sul Donbass, Basurin ha risposto: “Sì, penso di sì”. Al momento non sono arrivate conferme o smentite nĂ© da Mosca nĂ© da Kiev.

Il peso della no-fly zone

Istituire una no-fly zone comporta, da un lato il controllo militare dello spazio aereo di un determinato territorio, e quindi l’assenza di minacce aeree per quello stesso territorio; dall’altro, tuttavia, porta con sì seri rischi che non possono essere trascurati. Se un velivolo nemico dovesse sorvolare uno spazio protetto dalla no-fly zone, il mezzo, qualora si rifiutasse di abbandonare l’area previo avvertimento, verrebbe abbattuto seduta stante. Tutto questo scatenerebbe una ritorsione del Paese colpito, e dunque una vera e propria escalation.

Bisogna anche sottolineare che l’istituzione di una no-fly zone rappresenta teoricamente la violazione dello spazio aereo di una nazione terza. Certo, nel caso ucraino è Zelensky stesso a chiederla ma i rischi rimarrebbero eccome.


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In ogni caso, tornando al Donbass, bisogna sottolineare che la decisione russa è arrivata dopo l’intensificarsi degli attacchi nella regione. I separatisti filo russi hanno fatto sapere che quattro persone sono rimaste uccise durante un bombardamento a Donetsk e alla sua periferia da parte delle truppe ucraine: è questo che, probabilmente, avrebbe spinto Mosca a piazzare una no-fly zone nell’area. Attenzione però, perchĂ© il casus belli rischia di essere dietro l’angolo. Senza considerare, inoltre, che la mossa russa potrebbe anche essere uno schiaffo morale ai danni di Zelensky che, come detto, da giorni sta chiedendo invano una no-fly zone per l’Ucraina.

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