Accelerare sembra essere la parola d’ordine impartita dal Cremlino e rivolta verso i comandi dell’esercito operanti nel Donbass. Accelerare però non soltanto da un punto di vista prettamente militare, ma anche sotto il profilo politico. Mosca vuole iniziare, nei territori ucraini già occupati, un processo di “russificazione” volto a presentare ai tavoli negoziali una situazione de facto più favorevole e poter rivendicare l’annessione di alcune specifiche regioni. A partire da quella di Kherson.
Putin ha appena firmato un decreto sulla semplificazione del rilascio di passaporti russi per i residenti dei distretti di #Zaporizhia e #Kherson.
Di fatto questo significa l'obbligo di passaporto russo per i residenti dei territori ucraini occupati. #StopRussia pic.twitter.com/OocXEhu6c5— UkraineWorld Italian (@uaworldit) May 25, 2022
Il decreto che concede più facilmente la cittadinanza russa
Nella mattinata di mercoledì sul sito dove vengono pubblicati tutti i decreti del Cremlino è apparso anche un documento, a firma ovviamente del presidente russo Vladimir Putin, riguardante le regioni di Kherson e Zaporizhzhia. La prima è (quasi) del tutto occupata da Mosca a partire dai primi giorni di marzo. La seconda invece è solo parzialmente in mano ai russi, i quali sono stanziati all’interno della più grande centrale nucleare d’Europa, situata a 20 km dal centro di Zaporizhzhia, ma non controllano il capoluogo. Ad ogni modo, nel decreto sono state previste procedure semplificate per l’ottenimento della cittadinanza russa da parte dei residenti di queste due regioni. In questo modo Mosca prevede una “pioggia” di passaporti da poter distribuire nelle aree occupate.
Un passo importante in vista di un’annessione. Non l’unico per il momento, soprattutto a Kherson. Qui dal primo maggio scorso è in circolazione il Rublo russo, mentre la Gravinha ucraina è stata mantenuta parallela soltanto per i prossimi quattro mesi e soltanto per gestire la transizione. Sempre nei primi giorni di maggio, gran parte dei cittadini della regione di Kherson sono rimasti completamente isolati e senza possibilità di connettersi a internet. Le nuove autorità locali, nominate dai russi in sostituzione delle precedenti appartenenti all’apparato amministrativo di Kiev, hanno dato la colpa ad azioni di sabotaggio da parte ucraina. Ma sul sito NetBlocks, specializzato nel monitorare l’andamento della connessione a livello globale, è stata ipotizzata un’azione russa volta a collegare la regione alle infrastrutture russe. Nulla di confermato, ma quei giorni di sospensione delle comunicazioni hanno reso ulteriormente idea ai cittadini di Kherson di essere realmente scollegati dal resto dell’Ucraina.
I precedenti sulla cittadinanza
Sempre a maggio poi alcuni dei nuovi rappresentanti locali nominati dai russi hanno avanzato l’ipotesi di un’annessione totale alla federazione russa. Il Cremlino ufficialmente ha rallentato il progetto, rispondendo che soltanto i cittadini potranno decidere le sorti del proprio territorio. Ma la fuga in avanti delle autorità filorusse di Kherson potrebbe svelare il reale piano di Mosca. E cioè inglobare la regione, assieme alla confinante Zaporizhzhia, fino ad arrivare a Mariupol. Quest’ultima non è stata citata dal decreto sulla cittadinanza, ma potrebbe essere presto compresa. Ad ogni modo, la norma varata dal Cremlino appare molto simile ad alcuni casi precedenti conclusi poi, se non con l’annessione, quanto meno con pretese di intervento militare da parte di Mosca. Come quando ad esempio la Russia ha concesso la cittadinanza ai cittadini dell’Ossezia del Sud, regione filorussa all’interno del territorio georgiano. Era il 2008 e dopo questa mossa l’esercito russo è intervenuto per frenare le operazioni militari di Tbilisi.
Ovviamente uno dei precedenti più importanti riguarda la Crimea, annessa il 18 marzo 2014 dopo un referendum. Ma anche nel Donbass la situazione è stata simile. Nel 2019 la Russia ha dato modo agli abitanti delle autoproclamate repubbliche separatiste di Donetsk e Lungask, sorte nel 2014 ma riconosciute solo lo scorso 21 febbraio, di ottenere con più facilità la cittadinanza russa. Kherson potrebbe non discostarsi quindi da questo schema. Un piano già visto in passato: rendere russi i cittadini di una regione secessionista (o, come in questo caso, occupata militarmente) per poi poter rivendicare un intervento in sua difesa oppure ricorrere a un’annessione diretta.