Il conflitto in Ucraina sembra sospeso in attesa degli sviluppi primaverili, quando da ambo le parti saranno maturate le condizioni per possibili offensive: Kiev potrebbe cercare di sfondare la linea del fronte meridionale, una volta ricevuti mezzi sufficienti allo scopo (tra cui i carri armati di fabbricazione occidentale) e dopo aver completato l’addestramento del personale preposto a usarli, mentre Mosca potrebbe gettare nella mischia i soldati coscritti nella scorsa leva autunnale e far affluire i veicoli corazzati e gli Mbt (Main Battle Tank) che ha prelevato dagli sterminati depositi ereditati dall’Unione Sovietica dopo averli rimessi in condizione di operare.

Proprio la questione legata allo spostamento dei veicoli pesanti, ci permette di precisare l’importanza della rete ferroviaria per gli eserciti, in particolare per quello russo.

Come Mosca usa le ferrovie

Date le sconfinate distese del territorio russo, le ferrovie sono il principale mezzo di comunicazione per la Federazione e sono pertanto molto importanti anche dal punto di vista militare, tanto che nell’esercito di Mosca esistono comandi territoriali ferroviari preposti alla movimentazione delle unità delle forze armate russe.

Le ferrovie russe sono tanto più fondamentali per via dello scarso numero di velivoli da trasporto pesante, quindi Mosca ha una gestione militare della rete che è molto diversa da quella occidentale, e proprio il conflitto in Ucraina ha mostrato quanto esse siano vitali per l’andamento delle operazioni belliche russe.

In generale, però, la rete ferroviaria è lo strumento privilegiato per lo spostamento dei mezzi pesanti in tutti gli eserciti: carri armati e obici semoventi non sono progettati per percorrere molte centinaia di chilometri, pertanto vengono spostati lungo la linea del fronte, o per seguirne l’andamento, utilizzando, ove possibile, le ferrovie.

Durante la guerra in Ucraina abbiamo avuto modo di osservare quanto Mosca consideri importante la rete ferroviaria nel quadro delle operazioni militari: treni armati, composti da locomotive trainanti vagoni corazzati anche pesantemente armati, sono stati visti viaggiare lungo le linee, in particolar modo quelle meridionali che collegano la Federazione alla Crimea.

Queste vie di comunicazione sono infatti particolarmente sensibili per lo sforzo bellico russo, in quanto sono le uniche che possono far viaggiare velocemente i rifornimenti verso il fronte e verso la penisola crimeana, diventata dal 2014 a oggi una sorta di immenso presidio militare da cui partono cacciabombardieri, navi da guerra e mezzi terrestri.

Per questo la rete ferroviaria è un obiettivo di alto valore anche al di fuori dell’Ucraina, e infatti si sono avuti episodi di sabotaggio, probabilmente ad opera di Sof (Special Operation Forces) o personale non militare infiltrato, in Bielorussia e in Russia.

Lo sforzo bellico russo in Donbass si sta quindi concentrando su Bakhmut sulla via di Kramatorsk/Sloviansk, veri centri nevralgici della regione e snodi ferroviari principali (e non solo), presi i quali le linee di comunicazione nord-sud ucraine in quella parte del Paese verrebbero interrotte.

L’uso delle linee ucraine da parte dei russi

La ferrovia in Russia è arrivata nella prima metà dell’800. La prima linea in assoluto è datata 1837 e collegava l’allora capitale San Pietroburgo con una delle residenze degli Zar. Altra epoca e altro Paese rispetto a oggi. Poi è arrivata l’industrializzazione e, con essa, l’esigenza di collegare capillarmente ogni regione dell’impero prima e dell’Urss poi. Ed è in questa fase che i dirigenti russi hanno preso una decisione destinata ad avere effetti visibili anche oggi: per difendersi da possibili attacchi stranieri, lo scartamento (ossia la distanza tra i due binari) utilizzato è stato diverso rispetto a quello standard europeo. Quest’ultimo, usato oggi in gran parte delle linee ferroviarie nel mondo, è di 1.435 mm. In Russia si è optato per uno scartamento di 1.520 mm. Non si tratta di un dettaglio: questa differenza permette la creazione di ostacoli difficilmente superabili per gli eserciti stranieri che vogliono trasportare materiale bellico tramite i convogli ferroviari.

Durante l’operazione Barbarossa, i tedeschi hanno dovuto impiegare decine di soldati ogni giorno per convertire allo standard europeo le ferrovie nei territori annessi. Diversamente, i mezzi partiti da Berlino non avrebbero potuto raggiungere il fronte. Anche per questo Mosca ha sempre mantenuto il suo scartamento. Quando, dopo la seconda guerra mondiale, la rete ferroviaria è stata estesa, lo standard è rimasto di 1.520 mm.

Di nuove ferrovie, durante l’era sovietica, ne sono state costruite anche in Ucraina. E oggi, al pari di molti Paesi ex sovietici, la rete di Kiev ha lo scartamento compatibile con le linee russe. Una circostanza che dall’inizio della guerra sta facilitando lo spostamento di materiale bellico verso il fronte. Dei 23.000 km di cui è composta la rete ucraina, solo 200 hanno lo scartamento europeo. Nel giugno del 2022 il governo di Zelensky ha approvato l’adeguamento delle ferrovie con lo scartamento usato in occidente, ma i lavori non sono ancora partiti. L’esercito di Kiev è quindi ben consapevole che, in caso di ulteriori avanzate nemiche, i russi possono sfruttare le linee ereditate dall’Urss.

L’importanza di Bakhmut

Dove c’è un nodo ferroviario quindi, c’è la possibilità per Mosca di trasportare mezzi e uomini verso il fronte. Questo spiega anche perché i russi hanno dato grande valore alla battaglia di Bakhmut. Nella regione di Donetsk infatti, i principali nodi ferroviari sono quelli che attraversano le tre principali città: DonetskKramatorsk e Slovjansk. La prima è sotto il controllo dei filorussi dal 2014, le altre sono in mano ucraina e costituiscono l’obiettivo principale dell’azione di Mosca nel Donbass.

Da Bakhmut si diramano almeno due linee verso le zone di guerra più sensibili. Una collega la cittadina attualmente sotto attacco con Kramatorsk. È una linea secondaria rispetto alla tratta diretta tra Kramatorsk e Donetsk, ma è comunque molto importante in ottica bellica. L’altra invece da Bakhmut corre verso nord e arriva nell’area di Siversk, da dove a sua volta si dirama verso Lyman, addentrandosi quindi nella regione di Kharkiv ripresa a settembre dagli ucraini.

Poggiare gli scarponi all’interno delle aree ferroviarie di Bakhmut appare quindi essenziale per i russi: darebbe la possibilità di ridare slancio logistico a un’offensiva lenta e costata la vita a migliaia di soldati. Motivo per il quale Mosca continua a puntare molto su questo fronte, a discapito di altri più a sud.