Guerra /

Nella giornata di ieri la Danimarca ha reso noto l’intenzione di inviare missili antinave a lungo raggio all’Ucraina. La notizia è stata data ai giornalisti dal segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin, il quale non ha specificato il tipo di vettori, ma sappiamo che le forze armate danesi utilizzano gli Rgm-84L-4 “Harpoon” Block II per la difesa costiera, pertanto è ragionevole supporre che si tratti di questi sistemi, già noti per essere stati proposti a Kiev da parte britannica.

Gli “Harpoon”, grazie alle loro caratteristiche, potrebbe mettere a rischio le navi russe nel Mar Nero settentrionale nonché bersagli terrestri a seconda della localizzazione geografica del sito di lancio, come ha detto un analista a Usni News.

Se la batteria costiera venisse piazzata alla giusta distanza, i missili potrebbero estendere la portata della capacità antinave delle forze armate ucraine prendendo di mira le navi della Flotta Russa del Mar Nero che operano in un raggio di circa 120 chilometri dal sito di lancio, oppure puntare bersagli terrestri fissi. L’Ucraina ha richiesto gli “Harpoon” per cercare di rompere il blocco del porto di Odessa e i continui attacchi russi che utilizzano i missili da crociera Kalibr, che sono lanciati esclusivamente dalle unità di superficie o sottomarine della Voenno-morskoj Flot.

L’attività di sea denial russa ha fermato le esportazioni di grano ucraino, strangolando la principale risorsa tra le esportazioni del Paese e generando una impennata dei prezzi di questo bene primario e della filiera corrispondente a livello globale, con altissimi rischi per quei Paesi dell’area Mena (Middle East North Africa) che dipendono fortemente dall’Ucraina per il loro approvvigionamento.

Alcuni ritengono che se l’Ucraina fosse in grado di stabilire una piccola bolla marittima Anti Access / Area Denial (A2/Ad) intorno a Odessa grazie al dispiegamento dei nuovi missili antinave, il blocco russo probabilmente finirebbe e ricomincerebbe il traffico commerciale di grano. Addirittura c’è chi pensa che gli “Harpoon” potrebbero minacciare il porto di Sebastopoli, sede della Flotta del Mar Nero di Mosca, ma entrambe restano delle possibilità alquanto difficili da realizzarsi secondo il nostro giudizio.

Nonostante la perdita dell’incrociatore Moskva, vascello insostituibile per la Flotta a causa delle sue dotazioni missilistiche ed elettroniche che permettevano a Mosca di estendere il controllo dello spazio aereo ben al di là della bolla A2/Ad della Crimea, la Russia possiede ancora la superiorità navale nel Mar Nero, e soprattutto i suoi missili da crociera Kalibr, o quelli antinave P-800 Oniks, possono essere lanciati a distanza di sicurezza dal raggio d’azione degli Harpoon. I primi potrebbero essere usati per colpire le posizioni di lancio dei missili antinave, mentre i secondi, con la loro gittata superiore ai 300 chilometri, sarebbero in grado di venire usati contro il naviglio in partenza da Odessa da piattaforme di lancio al di là della portata degli “Harpoon”.

Questa nuova spedizione di missili antinave fornirà però la cartina tornasole delle effettive capacità Isr (Intelligence, Surveillance and Reconnaissance) russe: Mosca sarà costretta a eliminare quella che, a tutti gli effetti, è una minaccia per il proprio naviglio di superficie, soprattutto per quanto concerne la situazione all’Isola dei Serpenti che, per via della sua posizione geografica, potrebbe essere facilmente colpita dagli Harpoon e con essa le unità navali che la riforniscono di armamenti. Le capacità di interdizione d’area ucraine in quella zona si sono già viste recentemente durante una battaglia in cui l’aeronautica di Kiev ha messo a segno un attacco sull’isola che ha distrutto alcune installazioni russe insieme a mezzi militari, dimostrando, ancora una volta, come la perdita della Moskva abbia cambiato i rapporti di forze nella parte sudoccidentale dell’Ucraina.

Dopo i primi successi nel Mar Nero all’inizio della guerra, infatti, le capacità della marina russa sono state attenuate: le forze anfibie di Mosca, che hanno perso almeno due unità (una classe Ropucha e una Alligator), sono state ridimensionate e difficilmente saranno in grado di effettuare un’operazione di sbarco su vasta scala come si prefigurerebbe nel caso di Odessa anche in considerazione della dottrina russa per le operazioni anfibie, che vengono effettuate di concerto con l’avanzata terrestre. All’inizio della guerra i russi sono sbarcati poco a occidente di Mariupol proprio dimostrando questa dottrina: l’esercito russo già era in prossimità della città che ha resistito sino a pochi giorni fa, e lo sbarco ha portato rapidamente uomini e mezzi alle spalle degli ucraini che si sono ritrovati tra due fuochi venendo così costretti a ritirarsi all’interno del centro abitato.

Tornando alla fornitura danese di missili “Harpoon”, l’annuncio del segretario Austin segue di pochi giorni la notizia, riportata da Reuters, secondo cui la Casa Bianca ha lavorato per settimane per inviare all’Ucraina non solo gli “Harpoon”, ma anche missili antinave di fabbricazione norvegese. Da quello che sappiamo anche il Regno Uniti si era attivato in tal senso: il 7 aprile scorso, infatti, Londra aveva reso noto che avrebbe fornito i missili “Harpoon” proprio per forzare il blocco navale russo nel Mar Nero, qualcosa che ci aveva fatto pensare che lo stesso attacco all’incrociatore Moskva potesse essere stato effettuato con questi vettori piuttosto che coi Neptun ucraini.

Come detto dubitiamo che l’invio dei missili antinave danesi possa cambiare le sorti del conflitto sul mare, proprio per questioni legate alla portata dei vettori, ma ipotizziamo che la Russia avrà serie difficoltà a individuare le posizioni di lancio in quanto durante tutto l’arco della guerra ha dimostrato di avere capacità Isr non all’altezza, come si evince dalla persistente, anche se scarsa, attività aerea ucraina e dal fatto che l’esercito russo non è riuscito a eliminare tutti i sistemi missilistici antiaerei di Kiev. Mosca, pertanto, potrebbe semplicemente operare al di fuori del raggio d’azione degli “Harpoon”, ma così facendo metterebbe a serio rischio la sua presenza sull’Isola dei Serpenti.

Dacci ancora un minuto del tuo tempo!

Se l’articolo che hai appena letto ti è piaciuto, domandati: se non l’avessi letto qui, avrei potuto leggerlo altrove? Se non ci fosse InsideOver, quante guerre dimenticate dai media rimarrebbero tali? Quante riflessioni sul mondo che ti circonda non potresti fare? Lavoriamo tutti i giorni per fornirti reportage e approfondimenti di qualità in maniera totalmente gratuita. Ma il tipo di giornalismo che facciamo è tutt’altro che “a buon mercato”. Se pensi che valga la pena di incoraggiarci e sostenerci, fallo ora.