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La Corea del Sud dovrebbe effettuare test subacquei di un missile balistico lanciato da un sottomarino (Slbm) di produzione propria quest’anno, dopo aver concluso i test a terra, ha riferito l’agenzia stampa sudcoreana Yonhap.

Seul sta infatti sviluppando un Slbm basandosi sul missile balistico terra-terra Hyunmoo-2B, che ha una gittata di circa 500 chilometri. Il nuovo Slbm verrà utilizzato con i nuovi sottomarini della classe Dosan Ahn Changho, da circa 3700 tonnellate di dislocamento in immersione, secondo i funzionari della Difesa.

“Le agenzie correlate hanno concluso i test terrestri di espulsione del missile l’anno scorso. Devono passare alla fase successiva di condurre lanci di prova subacquei”, ha detto una fonte militare.

Non è stato ancora stabilito esattamente quando e su quale piattaforma effettuare i test, ha aggiunto, ma potrebbe essere una chiatta di prova sommergibile (come per i primi test analoghi della Corea del Nord) o addirittura un sottomarino.

Il ministero della Difesa ha rifiutato di confermare queste indiscrezioni e si è limitato a dire che “i nostri militari si sono assicurati mezzi avanzati ad alta potenza, come i missili, per sostenere la pace nella penisola coreana e continueranno a svilupparli”.

Attualmente la Corea del Sud ha in servizio un totale di 18 sottomarini diesel-elettrici, i più moderni dei quali sono dotati di celle a combustibile per la propulsione Aip (indipendente dall’aria). I

n dettaglio la marina sudcoreana annovera in servizio attivo nove battelli della classe Jang Bogo, da 1290 tonnellate di dislocamento in immersione e altri nove della classe Sohn Wonyil, da 1860 tonnellate. Recentemente sono stati varati due vascelli della nuova classe Dosan Ahn Changho: il primo a settembre del 2018, il secondo a novembre del 2020. Entrambi ancora non entrati in servizio attivo, anche se si ritiene che l’unità capoclasse dovrebbe entrare in squadra quest’anno.

Il programma di costruzione di questi battelli (denominato Kss III) terminerà nel 2029, quando l’ultimo dei nove si prevede che sarà consegnato alla flotta. La Dsme (Daewoo Shipbuilding & Marine Engineering) ha ricevuto un contratto dal ministero della Difesa sudcoreano del valore di 1,56 miliardi di dollari per la costruzione di due sottomarini Kss III Batch 1 il 26 dicembre 2012. Successivamente, il 30 novembre 2016, Hyundai Heavy Industries ha ricevuto un contratto per costruire un altro vascello del primo lotto. La consegna di tutte e tre le unità è prevista per la fine del 2023. La particolarità di questa nuova classe di sottomarini è quella di essere dotata di sei pozzi verticali per il lancio di missili da crociera e balistici (Vls – Vertical Launching System), posti nella classica posizione che occupano sui più grandi boomer, ovvero dietro la falsatorre.

I Dosan Ahn Changho verranno prodotti in tre lotti che incorporeranno futuri miglioramenti tecnologici. Sono lunghi circa 83 metri per 9,6 di larghezza, con un pescaggio di 7,6. La velocità massima, stimata, è di 20 nodi in immersione per un’autonomia di circa 19mila chilometri o 50 giorni di navigazione continua. Oltre ai sei pozzi Vls, le unità hanno sei tubi lanciasiluri da 533 millimetri in grado di lanciare anche i missili Harpoon.

Sono i primi sottomarini non a propulsione nucleare al mondo ad essere dotati di un sistema di Vls e certificano i progressi della cantieristica navale sudcoreana, una delle poche al mondo in grado di produrre unità di questo tipo, sebbene debba molto all’esperienza maturata coi vascelli di fabbricazione tedesca. Le due classi precedenti sono infatti derivate, rispettivamente, dai Type 209 e dai Type 214 sviluppati dalla Howaldtswerke-Deutsche Werft.

Gli Slbm che, probabilmente, saranno testati quest’anno andranno quindi a equipaggiare questi nuovi sottomarini ma anche, possibilmente, una futura classe di unità che potrebbe avere propulsione nucleare. “Abbiamo in mente di sviluppare sottomarini da 3600 e 4mila tonnellate molto più avanzati di quelli attualmente in servizio”, ha detto un alto funzionario del ministero della Difesa di Seul riferendosi alla classe Dosan Ahn Changho. Il funzionario ha detto che il ministero è concorde nel ritenere che i nuovi sottomarini sarebbero in grado di trasportare più missili balistici rispetto ai sottomarini Dosan già progettati.

Si sa che solo sei paesi, inclusi gli Stati Uniti e la Russia, possiedono battelli a propulsione nucleare. La Corea del Sud ha inizialmente cercato di costruire il suo primo sottomarino di questo tipo nel 2003, in occasione delle crescenti tensioni militari indotte dal ritiro della Corea del Nord dal trattato di non proliferazione nucleare. Seul, però, ha dovuto interrompere la ricerca nel 2010 poiché l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea), sostenuta dagli Stati Uniti e da altri Paesi, ne ha contestato le ragioni per paura che potesse innescare una corsa agli armamenti nella regione. Corsa che comunque, col senno del poi, c’è stata come dimostra il programma atomico e missilistico della Corea del Nord.

Per sviluppare risorse militari a propulsione nucleare, Seul dovrebbe anche rivedere un patto nucleare con Washington, in base al quale si impegna a utilizzare solo un livello limitato di uranio arricchito esclusivamente per scopi non militari. Una scappatoia per evitare le restrizioni internazionali potrebbe essere quella di sviluppare un sottomarino nucleare alimentato da uranio a basso arricchimento. Alcuni, come quelli sviluppati dalla Francia, possono utilizzare uranio arricchito al 20%.

L’accordo di cooperazione nucleare Seul-Washington, rivisto nel 2015, consentirebbe infatti alla Corea del Sud di arricchire l’uranio fino quella percentuale utilizzando però materia prima di derivazione statunitense, ma il trattato non consente l’arricchimento per scopi militari. La recente crisi nella penisola, per il momento congelata, ha riportato in auge quest’idea – portata comunque avanti segretamente da Seul: nell’ottobre 2017, la marina sudcoreana ha commissionato alla Korea Defense Network uno studio di fattibilità per lo sviluppo di un sottomarino d’attacco a propulsione nucleare indigeno.

Il think tank ha riferito nel marzo 2018 i risultati, suggerendo di costruire un sottomarino da attacco nucleare sulla falsariga del francese classe Barracuda da 5300 tonnellate alimentato da uranio a basso arricchimento. Riteniamo pertanto che la decisione di dotarsi di Slbm porti con sé, inevitabilmente, la decisione costruire unità subacquee a propulsione nucleare: questo tipo di sottomarini, definiti Ssbn, hanno infatti il pregio di poter restare per un tempo indefinito sott’acqua restando quindi “occultati” alla vista (e al radar), uno dei fattori fondamentali, insieme alla silenziosità, per la sopravvivenza di un vascello così importante come un sottomarino lanciamissili balistici.

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