Lo scorso 22 dicembre la Cina ha effettuato con successo un test di un nuovo missile balistico lanciabile da sottomarini (Slbm), il Jl-3, nel Mar Giallo e più precisamente nella sua parte più interna, il Golfo di Bohai. A riferirlo è stato il Washington Times che riporta fonti anonime del Pentagono che sostengono come il lancio sia stato attentamente monitorato dai satelliti spia americani, sebbene il portavoce per l’Asia del comando militare Usa, il tenente colonnello David W. Eastburn, non abbia né confermato né smentito la notizia.
Il vettore è stato lanciato dal nuovo sottomarino lanciamissili balistici (Ssbn) di Pechino Type 094 (o classe Jin), successore dei vascelli Type 092 (o classe Xia). Non sono noti altri dettagli in merito al lancio se non quello che riguarda il suo esito positivo avvenuto con una traiettoria indicata genericamente come “verso ovest”.
Il missile balistico Jl-3
Il Jl-3 (Ju Lang 3 – Onda Gigante) è il nuovo missile balistico lanciabile da sottomarini della Cina attualmente in avanzata fase di sviluppo. Il suo primo lancio risale a più di un anno fa, il 24 novembre 2018, quando il primo vettore è stato lanciato da un sottomarino convenzionale appositamente modificato sempre dalle acque del Golfo di Bohai.
Successivamente il Jl-3 è stato testato il 2 giugno di quest’anno sempre dallo stesso braccio di mare ma quella volta il vettore ha eseguito una traiettoria orientale che lo ha portato a schiantarsi nel deserto della Cina occidentale.
Il Jl-3 andrà presto a sostituire il sistema Jl-2, da cui deriva, e aumenterà sensibilmente la capacità della Cina di colpire obiettivi a grande distanza. Il missile, infatti, si ritiene abbia una gittata massima stimata di 9mila chilometri: questo lo mette in grado di colpire gli Stati Uniti, tutta l’aera indopacifica, la Russia e buona parte dell’Europa venendo lanciato dalle acque più prossime al territorio cinese.
Le caratteristiche dell’arma sono ancora poco note. Si stima che il Cep (Circular Error Probable) dato dal sistema di guida di tipo astro-inerziale/satellitare sia di circa 100 metri. Il propellente, come per le nuove costruzioni missilistiche cinesi, è di tipo solido, è lungo circa 13 metri ed ha un diametro di due. Sarebbe in grado di trasportare una singola testata da 250/1000 kilotoni oppure una coppia di testate tipo Mirv (Multiple Independent Re-entry Vehicles) di potenza inferiore.
I sottomarini Type 094
I sottomarini Ssbn cinesi Type 094, o classe Jin, rappresentano la seconda generazione di sottomarini lanciamissili balistici della Cina e saranno presto sostituiti dai nuovi Type 096. Il progetto di queste unità risale agli inizi degli anni ’80 e si pensa che sia stato fortemente influenzato, se non addirittura direttamente aiutato, dal bureau russo Rubin.
L’impostazione del primo vascello risale al 1999 ed è stato varato nel 2004, mentre è entrato in servizio nel 2010. In totale la Cina possiede, attualmente, quattro unità navali di questo tipo e sembra che ce ne siano altre due in avanzata fase di costruzione.
I Type 94 sono una versione ingrandita dei precedenti, almeno esternamente, e sono dotati di 12 silo verticali per missili balistici e di sei tubi lanciasiluri da 533 millimetri. La lunghezza è di 133 metri mentre il dislocamento in immersione, stimato, è di circa 9mila tonnellate (alcune fonti riferiscono 11mila).
La propulsione è nucleare e sembrerebbe che le unità, per quanto riguarda la loro silenziosità, siano ben lungi dagli standard occidentali essendo a livello dei vecchi vascelli classe Delta III russi, ai quali, peraltro, si ispirano a piene mani per il disegno generale.
In attesa che entrino in servizio i prossimi vascelli della classe Type 096, i Jin rappresentano la spina dorsale della capacità di deterrenza nucleare sottomarina della Cina e vengono impiegati in saltuari pattugliamenti nelle acque limitrofe al continente, come ad esempio quelle del Mar Cinese Meridionale, divenuto un vero e proprio “bastione” grazie alla militarizzazione degli arcipelaghi di cui Pechino si è impossessata.
Un fronte sempre caldo
Sebbene nei nostri media venga dato poco spazio a quanto accade in Estremo Oriente, quel fronte resta sempre uno dei più caldi del mondo se non il più caldo seguito a stretta misura da quello dell’Europa Orientale (in particolar modo quello Baltico) e del Medio Oriente.
Da notizie trapelate per via ufficiosa, le Forze Armate americane, in occasione del lancio del missile balistico cinese, erano già in “preallarme” per un possibile test di un missile balistico a lungo raggio della Corea del Nord. Un velivolo tipo RC-135S “Cobra Ball” è decollato mercoledì, nel giorno di Natale, in pattugliamento nei cieli tra la Corea del Sud e il Giappone proprio perché fonti di intelligence davano per imminente un nuovo lancio nordcoreano di un vettore di lunga gittata che avrebbe quindi rotto la moratoria (auto)imposta a Pyongyang a seguito del tentativo di normalizzazione dei rapporti avvenuto dopo il vertice di Singapore.
Il velivolo Usa è un quadrireattore con compiti Masint (Measurement and Signature Intelligence) che viene utilizzato per osservare e tracciare i lanci di missili balistici.
Il “regalo di Natale” di Kim Jong-un questa volta non c’è stato, ma la tensione nell’area, anche per il lento ma costante avanzamento della presenza militare cinese, resta sempre alta.