Da alcune ore sui media ucraini si parla di una prima controffensiva lungo il fronte di Bakhmut. A parlarne per primo è stato Andriy Biletskiy, militare considerato a capo del progetto di rifondazione del Battaglione Azov. Nel corso della mattinata di mercoledì, sono poi arrivate conferme su un’azione di Kiev nell’area. In particolare, i soldati ucraini avrebbero guadagnato una piccola striscia di terra nella periferia sud occidentale di Bakhmut. E, nel farlo, avrebbero inferto molte perdite alla 72esima brigata dell’esercito russo. Tutto questo mentre il presidente Zelensky in un’intervista a Die Zeit galvanizza così le truppe: “La nostra missione è salvare il nostro Paese, la nostra indipendenza, il nostro popolo. Ci riprendiamo tutto indietro“.
Il primo contrattacco ucraino
La battaglia di Bakhmut da mesi procede su tre direzioni: da est, da sud e da nord. Nel primo caso, i russi sono riusciti ad avanzare dai quartieri orientali, superando poi a marzo le difese ucraine lungo il fiume Bachmutka e raggiungendo il centro della città. Nel seconda caso invece, le forze fedeli a Mosca si sono avvicinate all’unica via di rifornimento ucraina corrispondente all’autostrada che collega Bakhmut con il resto della regione. Infine, da nord i russi hanno potuto mettere pressione agli ucraini avanzando da Soledar. Le azioni russe, coadiuvate soprattutto grazie all’apporto dei combattenti della Wagner, hanno inoltre permesso la conquista della vitale area ferroviaria di Bakhmut, vero obiettivo russo che consentirebbe lo spostamento di uomini e mezzi in vista di un’ipotetica offensiva su Kramatorsk.
In un video postato su Telegram, Andriy Biletskiy ha parlato di una prima controffensiva ucraina attuata nelle scorse ore. In particolare, l’esercito di Kiev avrebbe preso un’area lunga 3 km e larga 2.6 km. Un fazzoletto di terra e poco più ma che, in una battaglia di trincea come quella osservata a Bakhmut da agosto in poi, rappresenta una conquista importante. Le parole di Biletskiy hanno trovato un primo parziale riscontro. Su Twitter e su Telegram sono state pubblicate foto relative agli ultimi combattimenti. Dalle mappe aggiornate, è emerso che gli ucraini hanno attuato una piccola controffensiva lungo il fronte meridionale di Bakhmut. In particolare, a pochi passi dalla periferia sud occidentale della città. Non quindi in un’area urbana, ma in una zona di campagna considerata strategica da Kiev: quei 3 km guadagnati infatti, hanno fatto indietreggiare i russi dalla principale via di rifornimento usata dall’esercito ucraino.
Cosa si prevede dopo l’azione dei soldati di Kiev
È molto presto per parlare di svolta. L’inerzia della battaglia appare infatti saldamente in mano russa. Ma la prima controffensiva ucraina potrebbe permettere, già nei prossimi giorni, maggiori rifornimenti a favore degli uomini di Kiev rimasti a presidiare gli ultimi isolati di Bakhmut ancora nelle loro mani. Un elemento che apre la strada a due considerazioni.
La prima riguarda la volontà ucraina di non abbandonare definitivamente Bakhmut: con la strada sud occidentale di accesso saldamente presidiata, Kiev può inviare rinforzi. La seconda ha a che fare invece con il morale dei combattenti russi: essere arrivati a pochi passi dalla conquista definitiva della città ma non riuscire a dare il colpo di grazia finale, assistendo al contempo a prime timide controffensive avversarie, potrebbe risultare destabilizzante per i comandi di Mosca operanti nell’area.
Le voci sul ritiro della 72esima brigata
C’è un altro aspetto da considerare. Con la conquista del piccolo fazzoletto di terra a sud di Bakhmut, gli ucraini sarebbero riusciti a infliggere colpi importanti alla 72esima brigata dell’esercito russo. E questo alimenta ulteriormente le voci di un parziale ritiro della stessa brigata dall’area dei combattimenti. Voci peraltro messe in giro il 9 maggio da Eugenji Prigozhin, il capo della Wagner che in un video ha accusato l’esercito regolare di scappare da zone precedentemente occupate dai mercenari al suo servizio.
Proprio Prigozhin nel messaggio lanciato su Telegram aveva messo in guardia circa la possibilità dell’inizio di una controffensiva ucraina. Secondo il fondatore della Wagner, nonostante i guadagni russi l’inerzia di Mosca avrebbe determinato le condizioni ideali per un contrattacco di Kiev. E ora anche in Russia in tanti potrebbero iniziare a pensare che le accuse di Prigozhin non erano dettate da mero astio, ma da una lucida osservazione della situazione sul campo.