Luglio è il mese da cerchiare in rosso sul calendario. Sarà quello, infatti, il periodo cruciale in cui si dovrebbe svolgere un vertice di pace sull’Ucraina. L’evento è già stato messo sul tavolo dal capo dell’ufficio presidenziale ucraino, Andriy Yermak, e perfino dal leader di Kiev, Volodymyr Zelensky, che durante l’ultimo G7, a Hiroshima, ha sondato il terreno.

Non sappiamo ancora niente: quando si svolgerà di preciso, dove, cosa verrà discusso di preciso e chi parteciperà. In merito al “cosa” e al “chi”, i contorni sembrano tuttavia abbastanza definiti, visto che gli ucraini pensano ad un summit – da estendere a quanti più Paesi possibili, compreso il cosiddetto Sud Globale – nel quale si ragionerà sul piano di pace proposto da Zelensky.

“Oggi è necessario un vertice di pace. Tutti lo capiscono e tutti accettano come in modo assolutamente logico ed equo che la base dovrebbe essere il piano di pace ucraino“, ha dichiarato qualche giorno fa Yermak. “Ci si chiede dove e quando tenere il vertice per la pace. Naturalmente, noi vogliamo che si tenga il prima possibile. Luglio sarebbe l’ideale”, ha quindi affermato, aggiungendo che “attualmente sono in corso consultazioni in merito”.

Yermak ha infine sottolineato un aspetto fondamentale da prendere in considerazione: al vertice dovranno partecipare svariati attori, anche i leader del Sud del mondo.

L’Ucraina punta sul Sud Globale

Il Wall Street Journal ha fornito qualche dettaglio in più. Il quotidiano statunitense ha scritto che l’Ucraina e i suoi alleati stanno organizzando un vertice di leader globali che escluda la Russia, volto a raccogliere sostegno per le richieste programmatiche di Kiev, e orientato a far concludere la guerra.

Da quanto emerso, i piani per un incontro, sebbene preliminari, avrebbero ottenuto un forte sostegno da parte dei capi di Stato europei, – in primis il presidente francese Emmanuel Macron – che starebbero facendo pressioni per spingere alla partecipazione quei Paesi che, fin qui, si sono schierati con la Russia o hanno rifiutato di prendere posizione sul conflitto.

“Abbiamo bisogno di un piano unificato del mondo civilizzato responsabile che voglia davvero vivere in pace”, ripetono da Kiev. In ogni caso, l’Ucraina ha fatto sapere che non intavolerà alcun negoziato diretto con Mosca finché le truppe del Cremlino sarebbero rimaste nei territori ucraini e che non scenderà a compromessi sulla propria integrità territoriale. Dal canto loro, i russi faranno altrettanto fin tanto che gli ucraini continueranno a non riconoscere i territori conquistati dal Cremlino.

In un simile muro contro muro, il summit di luglio ha lo scopo di chiamare in causa la maggior parte dei Paesi del mondo, sottoporre la proposta di pace ucraina al loro giudizio e trovare un punto di convergenza comune. In caso di fumata bianca, allora l’Ucraina – ma più in generale il blocco occidentale – potrà dire di aver ottenuto una sorta di consenso internazionale generale e, facendo leva su questo, mettere Vladimir Putin con le spalle al muro.

Un piano perfetto, sulla carta. Bisognerà però capire se il Sud Globale, che ha profondi legami con la Cina e relazioni molto meno solide con l’Occidente, vorrà essere “sfruttato” per una crisi geopolitica che, nella migliore delle ipotesi, non lo riguarda direttamente, e nella peggiore lo ha addirittura reso indispensabile dopo decenni di anonimato.

L’obiettivo di Kiev

Date le due linee rosse tracciate da Kiev, per l’Ucraina qualsiasi dialogo dovrà essere intavolato prendendo in considerazione il piano di pace in dieci punti proposto, lo scorso novembre, da Zelensky.

Considerando che questo elenco, almeno nella sua forma grezza, potrebbe non essere accettato da tutti i Paesi del Sud Globale, ecco che i funzionari europei starebbero lavorando con quelli ucraini per rendere il tutto più digeribile agli occhi di potenze globali come India, Brasile, Arabia Saudita e Cina.

L’assunto base, come del resto abbiamo potuto constatare, è che non è possibile instaurare un processo di pace senza coinvolgere il mondo intero. E per “mondo intero” non si intendono soltanto Stati Uniti, Europa e qualche Paese asiatico, ma anche gli Stati di Africa, America Latina, Medio Oriente e Sudest asiatico.

All’incontro, che presumibilmente potrebbe svolgersi prima dell’11 luglio, quando si terrà il vertice annuale della Nato, prenderanno parte, ovviamente, Joe Biden e gli altri massimi leader dell’Alleanza Atlantica. Macron – che avrebbe convinto Zelensky della necessità di tenere una simile conferenza – si sarebbe offerto di ospitare il summit a Parigi, così come si sarebbero proposte anche Danimarca e Svezia.

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