L’aeronautica militare dello Stato di Israele – la Heyl Ha’Avir – ha condotto con successo una serie di test del missile anti-balistico ipersonico Arrow-3, capace di intercettare missili balistici oltre l’atmosfera.
L’Arrows-3 è in grado di colpire obiettivi che viaggiano nell’alta stratosfera, inclusi missili balistici intercontinentali (Icbm) che, oltre a raggiungere altezze significative, possono trasportare testate nucleari, chimiche, biologiche o convenzionali. Non solo: l’Arrow-3 può anche fungere da arma anti-satellite, intercettando i satelliti impiegati per scopi militari e strategici.
I test israeliani – condotti nell’arco di dieci giorni – sono stati effettuati per la prima volta fuori dallo Stato ebraico e si sono svolti a Kodiak, in Alaska, in collaborazione con la American Missile Defense Agency (Mda) e il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. “Un successo”, lo ha definito Moshe Patel, direttore dell’Organizzazione per la Difesa Missilistica israeliana, “che manifesta le capacitĂ operative del sistema Arrow-3, in grado di affrontare con esito positivo qualsiasi minaccia”.
Simulando l’intercettazione di “missili balistici nemici”, il test ha dimostrato le potenzialitĂ “hit-to-kill” del sistema, che ha colpito tre obiettivi oltre l’atmosfera. Prima di essere centrati, i razzi sono stati localizzati grazie al radar americano An/Tpy2, con un coordinamento che attesta il forte legame operativo tra i sistemi di rilevamento americani e quelli missilistici israeliani.
Anche il vice ammiraglio Jon A. Hill, direttore dell’American Missile Defense Agency, ha sottolineato il buon esito dei test, “pietra miliare nello sviluppo del sistema Arrow”, ribadendo l’impegno dell’Agenzia nello “sviluppo delle capacitĂ di difesa missilistiche di Israele a protezione del suo territorio nazionale e delle forze statunitensi di stanza nell’area”.
Una guerra a colpi di test missilistici
Dunque, un importante risultato tecnologico per Israele, ma anche una risposta alle mosse di Teheran. Qualche giorno fa, infatti, l’Iran ha testato lo Shahab-3, un missile balistico a medio raggio che secondo Israele sarebbe in grado di trasportare testate nucleari. Lanciato dal sud dell’Iran, il razzo avrebbe percorso circa mille chilometri all’interno del Paese, atterrando in una zona desertica non lontana da Teheran.
L’Intelligence Usa ha definito il test iraniano “un tentativo di migliorare la precisione e il raggio dei missili”; una sfida alla quale Usa e Israele si starebbero giĂ preparando, dal momento che – stando alle parole di Patel – il sistema Arrow-3 costituirebbe proprio un’arma contro “le minacce nucleari provenienti dall’Iran”.
“Adesso” – ha affermato il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu – “Israele dispone delle capacitĂ necessarie per reagire contro i missili balistici lanciati  dall’Iran o da altre localitĂ . I nostri nemici devono sapere che possiamo prevalere su di loro, sia in caso di difesa che di attacco”.
L’Arrow-3, uno degli ultimi sistemi di difesa missilistici sviluppati da Israele, è considerato tra i piĂą avanzati a livello mondiale. Ma non è l’unico: c’è anche il sistema “Iron Dome” – a cui è affidata la protezione da missili balistici a corto raggio e munizioni d’artiglieria a lunga gittata – nonchĂ© la cosiddetta “Fionda di Davide” – un sistema antimissilistico terra-aria in grado di proteggere lo Stato ebraico da razzi a media gittata.
Le tensioni nel Golfo
I test missilistici iraniani non sono vietati dall’accordo sul nucleare (Jpcoa) del 2015, pur esistendo una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che impone a Teheran restrizioni allo sviluppo missili balistici in grado di trasportare testate nucleari.
Il margine di azione mantenuto su questo punto dalla Repubblica islamica, tuttavia, non è mai stato approvato dagli Stati Uniti, costituendo uno dei motivi per i quali Washington ha deciso di ritirarsi unilateralmente dall’accordo sul nucleare.
Di fronte alle continue richieste da parte degli Usa di fermare le sue attivitĂ missilistiche, il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, ha chiesto a Washington di interrompere il rifornimento di missili ad Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e altri Stati arabi, come primo passo per tornare al tavolo delle trattative.
L’ultimo test dell’Iran sembra voler rimarcare che il tentativo degli Usa di “sabotare il programma missilistico iraniano” non riuscirĂ a impedirne la realizzazione. Ma il recente lancio del missile Shahab-3 all’interno del territorio iraniano potrebbe contenere anche un messaggio di Teheran all’Europa, nel contesto dell’escalation di tensione con gli Stati Uniti: l’Iran non ha alcuna intenzione di arrendersi.
Pur messa alle strette da Washington, l’Europa si è sempre dichiarata a favore della salvaguardia del patto sul nucleare, temendo ricadute economiche e sulla sicurezza qualora l’accordo fosse stato superato. Tuttavia, in bilico tra Usa e Iran, fatica a trovare un modo per compensare le sanzioni americane e proteggere il commercio con l’Iran, scatenando la reazione di Teheran.