Secondo quanto riferito dal Jerusalem Post, Israele avrebbe usato per la prima volta le sue armi supersoniche per colpire bersagli di Hezbollah situati in Siria. L’Aeronautica israeliana avrebbe lanciato un raid la scorsa settimana colpendo con missili air-to-ground capaci di raggiungere la velocità supersonica una fabbrica di armi iraniana sita nella zona di Masyaf.
I missili supersonici “Rampage” sarebbero stati sganciati sabato scorso da una formazione di cacciabombardieri della Iaf, probabilmente degli F-16I, durante uno strike che mirava a distruggere gli armamenti controllati da Hezbollah sul territori siriano. A confermarlo sarebbero alcune immagini satellitari diffuse dalla società di intelligence israeliana ImageSat International, che hanno mostrato gli effetti del raid e la completa distruzione della fabbrica. “Le principali strutture industriali sono state completamente distrutte, tra cui l’hangar principale e le tre gru e gli edifici adiacenti. Il resto delle strutture sono state colpite e danneggiate dall’esplosione ” ha riportato la fonte dell’intelligence, che ha confermato la distruzione “certa” di tutti gli armamenti stoccati all’interno.
Secondo fonti della stampa siriana i caccia israeliani sarebbero penetrati nello spazio aereo libanese e avrebbero sganciato da lì un numero imprecisato di missili guidati intorno alle 2:30 della mattina. Se confermato, i missili supersonici – sviluppato per essere trasportato sugli F-15, gli F-16, e anche gli F-35 “Adir” – avrebbero superato la velocità mach 1 e avrebbe colpito in più punti la fabbrica che secondo le informazioni ottenute dall’intelligence israeliana era collegata al progetto missilistico superficie-terra sviluppato dell’Iran in Siria. Il sito era già stato in precedenza il bersaglio di alcuni raid dei cacciabombardieri israeliani.
Soprannominato “Rampage” in virtù di un popolare videogioco degli anni ’80, il missile aria-superficie a lungo raggio supersonico sviluppato dall’unità di ingegneria israeliana Malam è lungo 4,7 metri, pesa 570 kg, ed è guidato da un sistema Gps, che gli consente di operare in qualsiasi condizione meteorologica e durante il giorno o la notte e colpire un bersaglio con un approssimazione di pochi metri. Secondo i tecnici il missile può essere rilevato dai radar, a causa della sua velocità è “molto difficile intercettarlo” ed eliminarlo prima che raggiunga il suo bersaglio. Il missile è stato progettato per colpire siti d’importanza strategia, quali centri di comunicazione e di comando, basi aeree, e altre infrastrutture protette da batterie antiaeree. Ne è stata sviluppata anche una versione ad alta capacità di penetrazione per permettergli di eliminare bunker sotterranei.
L’obiettivo colpito è estremamente vicino ad una delle batteria di missili anti-aerei S-300 schierate dall’esercito russo in Siria. La batteria è stata fotografata dalle immagini satellitari dell’intelligence, coperta da una rete mimetica e rimasta in silenzio durante il raid nonostante potesse rappresentare una seria minaccia per i jet israeliani. Evidentemente non era presidiata da personale siriano, e i russi non hanno attivato le contromisure per la difesa dello spazio aereo nonostante il sistema S-300 abbia la capacità di tracciare “bersagli” come aerei e missili balistici per un raggio di 300 km e quei missili siano lì per garantirne la “difesa”.