La Striscia di Gaza s’incendia e, nel silenzio generale, Hamas colpisce le forze armate israeliane, mentre l’aviazione di Israele bombarda la Striscia. La situazione sui è resa particolarmente incandescente questo fine settimana. I jet israeliani hanno effettuato attacchi aerei su un obiettivo di Hamas nella parte centrale della Striscia di Gaza come rappresaglia a un bombardamento sul confine meridionale.

Il raid, avvenuto poco dopo la mezzanotte di domenica, è arrivato poche ore dopo l’esplosione di una bomba piazzata vicino al confine tra Israele e Gaza, senza causare vittime. Il giorno prima, i carri armati israeliani avevano distrutto una postazione di Hamas nell’area. L’esercito israeliano ha dichiarato di ritenere il gruppo che controlla Gaza come responsabile dell’esplosione e ha dichiarato che un “obiettivo terrorista” di Hamas nel centro di Gaza è stato colpito dal fuoco israeliano durante la notte da sabato a domenica.





La strategia di Israele e della sua aviazione è molto articolata. Gli attacchi aerei sono solo una parte dell’offensiva. Lo scopo principale è quello di isolare completamente la Striscia e l’organizzazione che la controlla, Hamas. Per farlo, l’obiettivo principale è distruggere i tunnel che collegano l’area all’esterno. Un anno fa, Israele ha iniziato la costruzione di un muro anti-tunnel lungo la Striscia di Gaza, che scende nelle profondità della terra distruggendo le gallerie costruite in questi anni. Il generale israeliano Eyal Zamir, comandante del fronte meridionale, ha definito questo muro una “ghigliottina” per i tunnel di Gaza.

Ma questa strategia ha, come contraltare, il rischio di una recrudescenza dei palestinesi, che potrebbero innescare un’escalation sentendosi braccati. E non è detto che sia Hamas, visto che in molti casi, le accuse sono arrivate direttamente da Israele senza rivendicazioni. 

Come riporta Haaretz, nelle ultime settimane qualcosa è cambiato. Gli attentati contro i soldati israeliani che pattugliano la recinzione che circonda Gaza sono aumentatati. In un caso, quattro soldati sono stati feriti mentre cercavano di disarmare una bomba piazzata accanto a una bandiera palestinese. Con un particolare però non di poco conto. L’esercito non conosce esattamente i responsabili delle bombe del mese scorso. Sono state sollevate alcune possibilità. Potrebbe essere stata Hamas, ma potrebbero essere anche gruppi salafiti o schegge impazzite della stessa organizzazione palestinese. 

Hamas non è detto sia direttamente responsabile. Ma è anche vero che questo genere di episodi probabilmente non potrebbe accadere senza che Hamas chiudesse quantomeno un occhio.. Le unità che Hamas ha posto lungo il confine della Striscia, controllano la maggior parte di ciò che accade lungo il confine e di solito, Hamas applica le intese raggiunte con Israele, come quella concordata dopo l’offensiva israeliana del novembre 2012. Se i palestinesi riescono a entrare in questa zona, come parte delle proteste settimanali nei venerdì e in altre occasioni, Hamas probabilmente lo sa e lo acconsente. Oppure, seconda ipotesi, l’organizzazione non controlla più il confine. In ogni caso, un problema.

I problemi di Hamas sono in aumento e sta manifestando dei problemi per il controllo della Striscia. Il tentato assassinio del primo ministro palestinese Rami Hamdallah e del capo dell’intelligence Majed Faraj, la scorsa settimana, ha aumentato le tensioni tra l’Autorità palestinese e Hamas. Il governo di Ramallah ha accusato Hamas di voler colpire la stabilità della Palestina e il governo dell’Autorità. Ma, come già spiegato su questa testata, l’interesse di Hamas per questo attentato potrebbe essere quasi nullo.

Il presidente palestinese Mahmoud Abbas sta valutando la possibilità di dare un taglio drastico ai fondi che da Ramallah arrivano a Gaza. Ma non è da sottovalutare l’intervista a Israel television news del ministro della Difesa israeliano, Avigdor Lieberman, che ha persino accusato il presidente palestinese di aver intenzionalmente riscaldato le cose nella Striscia per trascinare Israele in uno scontro militare con Hamas. Insomma, la questione è molto più complessa di quello che sembra. 

Dacci ancora un minuto del tuo tempo!

Se l’articolo che hai appena letto ti è piaciuto, domandati: se non l’avessi letto qui, avrei potuto leggerlo altrove? Se non ci fosse InsideOver, quante guerre dimenticate dai media rimarrebbero tali? Quante riflessioni sul mondo che ti circonda non potresti fare? Lavoriamo tutti i giorni per fornirti reportage e approfondimenti di qualità in maniera totalmente gratuita. Ma il tipo di giornalismo che facciamo è tutt’altro che “a buon mercato”. Se pensi che valga la pena di incoraggiarci e sostenerci, fallo ora.