Aveva promesso a Volodymyr Zelensky di inviare un rappresentante speciale nei Paesi coinvolti nella guerra in Ucraina, per avere una comunicazione approfondita con tutte le parti e intavolare una soluzione politica della crisi in corso. Quel momento, adesso, è arrivato, visto che la missione dell’uomo di Xi Jinping è partita proprio in queste ore. Li Hui farà tappa in Ucraina, Russia, Francia, Germania e Polonia, con l’obiettivo principale di cercare una soluzione alla crisi tra Mosca e Kiev.
Come ha spiegato il ministero degli Esteri di Pechino, Wang Wenbin, queste visite serviranno a “comunicare con tutte le parti in merito alla soluzione politica della crisi ucraina”. Wang ha quindi aggiunto che dallo scoppio della crisi, “la Cina ha sempre mantenuto una posizione obiettiva e imparziale, promuovendo attivamente i colloqui di pace“.
I riflettori sono puntati adesso sul signor Li, il funzionario cinese più alto in grado a visitare l’Ucraina dall’inizio della guerra. Toccherà a lui portare alta la bandiera della mediazione del Dragone, svolgendo un ruolo costruttivo per scongiurare un’escalation, favorire un cessate il fuoco e riaprire i colloqui di pace.
La missione in Europa
Il profilo di Li Hui non deve affatto passare in secondo piano. Il diplomatico ha trascorso 10 anni come ambasciatore a Mosca, fino al 2019, e ha più volte parlato del suo amore per la letteratura russa. Il suo ruolo coincide ora con quello di rappresentante speciale per gli Affari Euroasiatici del governo cinese. È stato nominato il mese scorso da Xi in persona, dopo il primo colloquio telefonico Zelensky.
Il suo compito è a dir poco arduo, dal momento che né la Russia né l’Ucraina hanno dato l’impressione di voler fare marcia indietro. In tutto ciò, la Cina è desiderosa di svolgere un ruolo chiave nel far terminare, o quanto meno congelare, un conflitto che ha fin qui avuto un forte impatto sulla politica globale, sull’economia e sulle catene di approvvigionamento.
Chi è Li Hui

Tornando a Li, l’etichetta di rappresentante speciale, unita al suo status di ex vice ministro degli Esteri, gli conferisce un grado più alto della maggior parte degli ambasciatori cinesi operativi nei Paesi che andrà a visitare. Dando un’occhiata al cv dell’uomo di Xi, notiamo come Li sia entrato a far parte del Dipartimento per gli affari sovietici e dell’Europa orientale del ministero degli Esteri cinese nel 1975: un anno chiave, in un momento delicatissimo, quando Pechino e Mosca erano vicine alla guerra. Ha in seguito dedicato tutta la sua carriera, o quasi, nella gestione delle relazioni tra la Cina e, prima l’Unione Sovietica, e poi la Russia.
È stato nominato vice ministro degli Esteri nel 2008, e inviato a Mosca come ambasciatore un anno più tardi, diventando l’ambasciatore cinese in Russia più longevo, collezionando un periodo di permanenza all’ombra del Cremlino lungo 10 anni.
Esperto di Russia
Li conosce molto bene la Russia, le sue dinamiche, le lotte di potere intestine, e sa parlare un fluente russo. Cercherà di mettere a punto le sue conoscenze, e i contatti costruiti negli anni nell’ex impero sovietico, per offrire un equilibrio a Vladimir Putin e Zelensky, giocando presumibilmente di sponda con Parigi, Berlino e Varsavia, i tre interlocutori europei scelti da Pechino per disinnescare la crisi ucraina.
Nel periodo in cui è stato ambasciatore a Mosca, Xi Jinping ha effettuato nove viaggi ufficiali in Russia, mentre il commercio bilaterale tra i due Paesi è quasi triplicato, passando da 38,8 miliardi di dollari nel 2009 a 107 miliardi di dollari nel 2018.
Prima di tornare a Pechino, Putin gli ha consegnato una medaglia dell’amicizia per il ruolo svolto nel migliorare le relazioni sino-russe. Vedremo se il signor Li riuscirà nell’impresa chiestagli da Xi.