Il 22 agosto scorso un F-35A in forza al 33esimo Stormo dell’Us Air Force di base ad Eglin, in Florida, ha avuto un incidente nella fasi immediatamente successive all’atterraggio.
Il velivolo, dopo aver dichiarato un’emergenza in volo, è atterrato sulla pista di Eglin e, dopo aver effettuato il rullaggio, il carrello anteriore ha ceduto. Al momento non si conosce né la causa del cedimento del carrello né di che genere fosse l’emergenza dichiarata in volo dal pilota, che lo ha costretto a rientrare alla base.
Il comunicato ufficiale dell’Usaf
L’ufficio stampa della base di Eglin riporta quanto accaduto in uno stringato comunicato che recita: “Un F-35A Lightning II, assegnato al 58esimo Gruppo, è andato incontro ad un incidente a terra approssimativamente alle 12:50 di oggi lungo la pista di rullaggio. L’F-35A ha subito un’emergenza in volo ed è ritornato alla base. L’aereo è atterrato in sicurezza e ha proseguito sino all’area di parcheggio dove il carrello anteriore ha ceduto. C’era una persona a bordo. Il servizio antincendio della base ha risposto prontamente e il pilota non ha riportato ferite come risultato dell’incidente. Un’investigazione sulle circostanze dell’incidente è attualmente in corso”.
Nelle fotografie fatte da un motociclista che passava di fianco alla base e riportate da un quotidiano locale si vede chiaramente il velivolo “appoggiato” sul muso con i portelli del vano carrello anteriore aperti mentre un mezzo del servizio antincendio lo affianca.
Si potrebbe ipotizzare un malfunzionamento del sistema idraulico associato al carrello che ne ha provocato lo sbloccamento ed il successivo ripiegamento sotto il peso del velivolo.
Non è il primo incidente per gli F-35
Questo è il quarto incidente che occorre al nuovo cacciabombardiere di quinta generazione che sta entrando in servizio in diverse forze aeree del mondo tra cui l’Aeronautica militare italiana.
Nel 2014 un altro F-35A, sempre basato ad Eglin, ha subito un catastrofico incidente al propulsore quando una paletta della turbina del suo Pratt & Whitney F135 si è staccata subito dopo il decollo causando un incendio.
Nel 2016 un braccetto difettoso all’interno di una della baie per il carico bellico di un F-35B dei Marines di stanza alla base di Beaufort, South Carolina, ha causato un incendio a bordo quando una piccola perdita di liquido idraulico ha preso fuoco a causa di un corto circuito elettrico, portando alla perdita totale del velivolo e alla sua cancellazione dai registri del Usmc.
Sempre lo stesso anno una forte raffica di vento in coda durante la fase di decollo di un F-35A di base Mountain Home, Idaho, ha spinto i gas di scarico incandescenti nella presa d’aria del gruppo di alimentazione integrato, provocando una serie di eventi culminati in un incendio.
Un quinto incidente, ma non dovuto a causa tecniche, ha coinvolto un altro F-35A sempre alla base di Eglin il giorno successivo a quello che ha visto il cedimento del carrello anteriore il 22 agosto scorso. Un Lightning II, di ritorno da una missione, è incappato in un bird strike – ovvero l’impatto, o l’ingestione nel motore, di un volatile – ma sembra senza particolari conseguenze per il velivolo: secondo quanto riporta il portavoce del 33esimo Stormo il personale di terra, dopo accurata ispezione, non avrebbe riscontrato danni.
Troppi incidenti?
L’11 giugno scorso la Lockheed-Martin ha annunciato l’uscita dalla fabbrica del suo 300esimo esemplare di F-35. Ad oggi il cacciabombardiere stealth di quinta generazione ha accumulato circa 140mila ore di volo, ha abilitato 620 piloti e più di 5200 specialisti di manutenzione. Quattro incidenti che hanno coinvolto aerei dichiarati “in servizio” su un monte orario simile non rappresentano nessun campanello di allarme per l’F-35. Questo appare più evidente se pensiamo al rateo di incidenti che sta affrontando un altro ben rodato e meno controverso velivolo: l’F/A-16 Hornet.
Oltre ai ben noti, e numerosi casi di malfunzionamento del sistema Ecs (Environmetal Control System) dell’Hornet, il numero di incidenti nello stesso periodo di riferimento (2014-2018) è di ben 34 tra tutti i Paesi utilizzatori del velivolo della McDonnell Douglas. Oppure, se consideriamo i primi 4 anni di servizio dell’F/A-18, questi ammontano a 23 dal 1983 al 1987.