Dopo qualche giorno di incertezza abbiamo avuto la conferma che in Ucraina l’esercito russo sta utilizzando sistemi missilistici a carica termobarica.
In particolare è stato mostrato un video in cui si vede un MLRS (Multiple Launch Rocket System) tipo TOS-1A, sparare una salva di razzi da una località non meglio definita, molto probabilmente nel settore orientale del fronte. Il TOS-1A è una versione migliorata del sistema “lanciafiamme” pesante TOS-1 ed stato adottato dall’esercito russo nel 2001. Il sistema è destinato al supporto di fuoco diretto della fanteria in avanzamento e delle formazioni di carri armati e si muove con essi durante i combattimenti. Risulta estremamente efficace contro il personale trincerato e viene anche utilizzato per colpire edifici, fortificazioni sul campo e bunker. È anche idoneo contro veicoli corazzati leggeri. Il TOS-1A è simile ai sistemi MLRS classici, tuttavia utilizza un tipo diverso di munizionamento e ha un raggio di tiro più breve.
Un MLRS russo TOS-1A (con munizionamento termobarico) in azione in Ucraina.#Russia #Ukraine #RussiaUkraineWar pic.twitter.com/p4aGmhS7TR
— Paolo Mauri (@PaoloMauri78) March 19, 2022
L’elemento principale del sistema TOS-1A è il veicolo di lancio BM-1 montato su scafo del carro T-72B3. Nel BM-1 ci sono 24 tubi di lancio, disposti in tre file di otto tubi ciascuna, che caricano due tipi diversi di razzi a seconda della carica. Il TOS-1A ha una portata maggiore rispetto al suo predecessore pari a circa 6mila metri, mentre quella minima si ritiene sia di 400.
Dicevamo che esistono almeno due tipi di testate per i razzi del TOS-1A: incendiarie e termobariche. Questo lanciarazzi pesante è supportato da un nuovo veicolo di ricarica TZM-T, che viene utilizzato per trasportare e ricaricare l’armamento. Trasporta un set completo di razzi di ricarica in due pod da 12 razzi ciascuno, con una gru utilizzata per la loro sostituzione. Il veicolo di ricarica trasporta anche 400 litri di carburante per il veicolo di lancio BM-1. Recentemente è apparso anche un veicolo di ricarica, basato sul camion KamAZ-6350 8×8 con lo stesso principio di ricaricamento (due pod e gru).
- Cos’è e come funziona l’SRBM russo tipo Iskander-M
- La “guerra dei droni” in Ucraina
- La nuova dottrina di impiego del nucleare russo tra armi tattiche e strategiche
Il munizionamento di tipo termobarico non è una novità sul campo di battaglia: è infatti presente in entrambi gli arsenali di Russia e Stati Uniti che possono vantare le più grandi bombe termobariche mai costruite. Si tratta della GBU-43/B “MOAB”, acronimo di Massive Ordnance Air Blast (ma soprannominata Mother of All Bombs), che è stata utilizzata per la prima volta in Afghanistan il 13 aprile del 2017, e della controparte russa, la FOAB (Father of All Bombs), che in realtà in russo prende il nome di Aviation Thermobaric Bomb of Increased Power (ATBIP). L’impiego di queste due bombe è principalmente lo stesso di un altro ordigno, ampiamente usato durante il conflitto in Vietnam: la BLU-82 “Daisy Cutter”, anch’essa a carica termobarica. Il concetto operativo è quello di ripulire una determinata area dalle mine, oppure creare una zona libera da vegetazione per l’atterraggio di elicotteri, solo successivamente è stata usata anche come arma psicologica durante il conflitto contro l’esercito iracheno.
Sostieni il reportage di Fausto Biloslavo in Ucraina con una donazione con Paypal o carta di credito, oppure con un bonifico:
ASSOCIAZIONE PER LA PROMOZIONE DEL GIORNALISMO
BANCO POPOLARE DI LODI
Filiale di Milano, piazza Mercanti 5
IBAN: IT43L0503401633000000004244
CAUSALE: Reportage Ucraina
SOSTIENI IL REPORTAGE
Gli ordigni termobarici fanno parte delle cosiddette “armi volumetriche”, che includono anche esplosivi FAE (Fuel Air Explosives). Sia il termobarico sia il FAE operano su principi tecnici simili. Nel caso degli esplosivi “ad aria compressa”, quando un proiettile contenente un combustibile sotto forma di gas, liquido o polvere esplode, questo viene sparso nell’aria per formare una nuvola che viene quindi “accesa” per creare un’onda d’urto estesa che produce sovrappressione e si espande in tutte le direzioni. In un’arma termobarica, il carburante è costituito da un monopropellente e particelle energetiche. Il monopropellente esplode in modo simile al TNT mentre le particelle energetiche bruciano rapidamente nell’aria circostante dopo brevissimo tempo, provocando un’intensa palla di fuoco e un’elevata sovrappressione. Il termine “termobarico” deriva infatti dagli effetti della temperatura (che può raggiungere anche i 2500/3000 gradi) e della pressione combinati sul bersaglio. L’impiego generico che se ne fa è rivolto a un certo tipo di bersagli come tunnel o una rete di bunker per eliminare il personale grazie all’onda d’urto e al calore. La maggior parte di quelli che vengono definiti Hard and/or Deeply Buried Targets (HDBT), vale a dire i tunnel nella roccia, sono così profondi che le armi convenzionali presenti negli attuali inventari delle forze armate, non possono penetrare a profondità sufficienti per colpire direttamente i loro bersagli, siano essi personale o assetti particolari come sistemi di comunicazione, comando e controllo. Se la detonazione di un’arma termobarica avviene internamente a una struttura rinforzata (come un bunker) o semplicemente in un tunnel, il suo effetto si amplifica per questioni legate alla concentrazione dell’onda d’urto.
Un lanciarazzi come il TOS-1A caricato con munizionamento incendiario o termobarico risulta particolarmente efficace per attacchi di saturazione d’area, così come avviene con quelli di tipo tradizionale (tipo BM-21 e BM-27).
Attacco missilistico alla periferia di Kiev, probabilmente un Iskander-M a testata termobarica. #Russia #Ukraine #RussiaUkraineWar pic.twitter.com/Q1nND0itRi
— Paolo Mauri (@PaoloMauri78) March 20, 2022
Di diverso utilizzo è invece la carica termobarica che si può montare su un sistema balistico a corto raggio (SRBM – Short Range Ballistic Missile) come l’Iskander-M. Questo sistema mobile (su ruote) trasporta e lancia due missili tipo 9M723-1 aventi una portata massima compresa tra i 400 ed i 500 chilometri che possono utilizzare una testata bellica singola da 720/800 chilogrammi del tipo ad alto potenziale, termobarica tipo FAE, con submunizioni e nucleare (potenza tra i 5 ed i 50 kiloton).
Gli Iskander-M sono stati ampiamente utilizzati nel conflitto ucraino perché rappresentano un sistema per condurre attacchi di precisione a lunga portata, permettendo quindi al veicolo di lancio di restare al di fuori del raggio d’azione delle difese ucraine. Si ritiene che il recente bombardamento del centro commerciale alla periferia di Kiev, in cui è stato colpito un edificio che nascondeva un MLRS ucraino (sembra si trattasse di un BM-21 “Grad”) sia stato effettuato proprio con un missile dell’Iskander-M, probabilmente a carica termobarica ma è anche possibile sia stata usata una ad alto potenziale.