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La costruzione del secondo esemplare del nuovo bombardiere strategico stealth B-21 è in corso presso lo stabilimento Northrop Grumman di Palmdale, in California, mentre il primo Raider, così si chiama il velivolo, dovrebbe effettuare il roll out all’inizio del 2022 e iniziare i test di volo a metà dello stesso anno, secondo Randall Walden, direttore del Rapid Capabilities Office dell’U.S. Air Force.

L’Usaf aveva previsto che il B-21 avrebbe dovuto volare per la prima volta nel dicembre 2021, ma in un’intervista esclusiva con Air Force Magazine, Walden ha affermato che le previsioni erano state formulate tenendo conto dello scenario migliore. Ora, col primo volo fissato a metà del 2022, afferma che si tratti di una “buona scommessa”.

Il primo Raider non è ancora arrivato alle fasi finali di assemblaggio, ma “sta davvero iniziando a sembrare un bombardiere”. Il secondo aereo, che ora si avvia verso la linea di produzione, consentirà all’Air Force di controllarne la cellula, ha detto ancora Walden.

“Il secondo esemplare è davvero più rivolto all’analisi della capacità strutturale complessiva”, ha spiegato “lo testeremo fino ai suoi limiti, assicurandoci che il design, l’assemblaggio e la linea di produzione abbiano una logica”.

Le lezioni apprese durante il processo di costruzione del primo B-21 verranno applicate al secondo, con il lavoro che procederà in modo molto più efficiente ora che i lavoratori non sono più limitati a lavorare partendo dai disegni del progetto. Inoltre, come riporta The Aviationist, c’è stato un aumento della forza lavoro poiché i lavoratori del Boeing 737 Max della Spirit Aviation di Wichita, che fornisce aerostrutture per il bombardiere, sono stati spostati al programma B-21.

Walden ha anche affermato che il programma sta riducendo i fattori di rischio connessi al suo sviluppo utilizzando un velivolo civile business class come banco di prova per l’avionica. Elettronica di bordo e sottosistemi sono in fase di debug utilizzando questo velivolo prima di essere caricati nel bombardiere vero e proprio. Una soluzione già usata per i caccia F-35 ed F-22. Secondo Walden, il jet sta volando con il “vero software del B-21” e si stanno ottenendo progressi con risultati soddisfacenti, che danno al team di sviluppatori “molta fiducia” sulla possibilità di effettuare il primo volo l’anno prossimo.

Queste soluzioni permetteranno di ammortizzare il colpo dato dalla pandemia, che ha rallentato il programma, e da alcune difficoltà tecniche emerse durante la costruzione del primo esemplare: nel 2018 il B-21 stava riscontrando problemi di spinta legati alle prese d’aria del bombardiere e ai condotti a serpentina. Ora quei problemi sembrano che siano del tutto risolti.

L’Air Force prevede di spendere circa 300 milioni di dollari per il programma B-21 nel 2022, e 1 miliardo in cinque anni. L’Usaf ha richiesto 2,8 miliardi di dollari per la ricerca e lo sviluppo dell’aereo solo nell’anno fiscale 2021. Secondo il Congressional Budget Office del 2018, il costo di sviluppo e acquisto dei primi 100 velivoli sarebbe pari a 80 miliardi di dollari del 2016, e i primi esemplari dovrebbero entrare in servizio tra il 2026 ed il 2027.

Parallelamente l’U.S Air Force sta pensando alla logistica per il nuovo bombardiere, e nella fattispecie alle basi che andranno ad ospitarlo. La scorsa settimana, come riporta un comunicato ufficiale, l’aeronautica statunitense ha tenuto una riunione virtuale per discutere i progetti di costruzione delle infrastrutture che vedranno la presenza stabile del nuovo bombardiere stealth.

Il centro di ingegneria civile dell’aeronautica militare e il corpo degli ingegneri dell’esercito americano hanno esaminato i dettagli dei progetti e le tempistiche, inclusi gli hangar di manutenzione e le strutture di ripristino a bassa visibilità, con la Rapid City Military Advisory Coalition del South Dakota.

Come annunciato dal segretario dell’Air Force nel marzo 2019, la base aerea di Ellsworth è la scelta preferita per il primo stormo di B-21, mentre Dyess, in Texas, rappresenta l’alternativa più ragionevole. L’Usaf ha selezionato queste due basi per ridurre al minimo l’impatto sulle operazioni e sulle comunità, per massimizzare il riutilizzo delle infrastrutture già esistenti e ridurre così i costi complessivi del programma B-21. Si parla anche della possibilità di usare la base di Whiteman, in Missouri.

L’effettiva costruzione di strutture utili per il supporto e per fornire una piattaforma per la proiezione della forza dei B-21 non inizierà fino a quando l’Air Force non avrà completato una valutazione di impatto ambientale, prevista per la fine di quest’anno.

Il B-21, se verrà acquistato davvero in 100 esemplari, sarà la spina dorsale del bombardamento strategico nucleare statunitense e andrà a sostituire i B-2, coi quali condividono le linee generali, ed i B-52, che però, per parecchi anni a venire, coabiteranno col nuovo bombardiere. L’Usaf ha infatti in previsione di prolungare la vita operativa dei “Buff” (questo è il nomignolo affibbiato dagli equipaggi allo Stratofortress) sino al 2050.

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