Movimenti sospetti, bombardamenti strategici, obiettivi veri o presunti, fattore tempo, uomini e armamenti: la Russia è pronta a dare il via alla fase due del conflitto ucraino. O forse sarebbe meglio dire quasi pronta, visto che non sappiamo esattamente quando partirà l’offensiva finale di Mosca rivolta verso l’est e il sud dell’Ucraina. Su una cosa, tuttavia, non sembrano esserci dubbi: il Cremlino concentrerà tutti i suoi sforzi, appunto, nei quadranti ucraini orientali e meridionali, dopo aver richiamato le truppe operative nei sobborghi di Kiev e nel nord. Nel corso degli ultimi giorni sono emersi indizi interessanti, da analizzare per provare a capire che cosa potrebbe succedere nell’immediato futuro ucraino. Ecco, di seguito, le cinque cose più importanti da sapere sulla e in vista della cosiddetta fase due del conflitto.



1) Movimenti e spostamenti

L’ultima notizia riguarda un convoglio militare russo lungo 12 chilometri, formato da un centinaio di mezzi tra veicoli armati, camion con rimorchi di artiglieria e attrezzatura di supporto. Lo spostamento è stato immortalato in alcune immagini satellitari relative allo scorso 8 aprile e raccolte dalla società statunitense Maxar Technologies. La colonna si starebbe diregendo verso sud attraverso la città di Velkyi Burluk. La città si trova a est di Kharkiv, vicino al confine con la Russia. Questa potrebbe essere la conferma che molti ipotizzavano: la Russia adesso si vorrebbe concentrare sul Donbass.

Il ministero della Difesa britannico, in concerto con l’ingelligence londinese, ha tratteggiato il seguente quadro militare. I russi avanzano in queste ore verso Izyum, a sudest di Kharkiv, con il raggruppamento del distretto militare Occidentale; verso Lugansk, Donetsk e Mariupol con il raggruppamento del distretto militare Meridionale, e dalla penisola di Crimea con il raggruppamento del distretto militare Meridionale e Aviotrasportato verso Zaporizhzhia, Berdyansk e un territorio conteso a est di Mykolaiv. Qui affrontano l’avanzata delle forze ucraine che provengono da ovest e da nord. Ricordiamo che l’area già sotto il controllo russo si estende dalla regione di Kharkiv fino al Donbass al sud, per proseguire verso sudovest lungo il Mar d’Azov fino a Kherson con almeno sette aree che l’intelligence militare britannica definisce come “contese”.

2) Bombardamenti strategici

In attesa che le truppe richiamate dal fronte settentrionale possano riorganizzarsi, le forze russe “continuano ad usare gli IED (ordigni esplosivi improvvisati, ndr) per colpire vittime, abbassare il morale e limitare la libertà di movimento degli ucraini”, ha scritto, ancora l’intelligence britannica. Secondo Londra, infatti, le forze russe continuerebbero anche ad attaccare obiettivi infrastrutturali con un alto rischio di danni collaterali ai civili. Il Cremlino potrebbe effettuare questi bombardamenti sia per fiaccare moralmente gli avversari che come diversivo.

3) Fattore tempo

Probabilmente è l’incognita più grande. Possiamo suddividere due scuole di pensiero: da una parte troviamo chi sostiene che l’offensiva russa nel Donbass possa arrivare nel giro di pochi giorni, massimo un paio di settimane; dall’altra c’è chi parla di una guerra di logoramento (non che non debba esserlo, indipendentemente dall’avvio della fase due), e di una tempistica più lunga. La sensazione è che l’attacco del Cremlino possa arrivare prima di quanto non si possa pensare. Ma le variabili da tenere in considerazione sono molteplici, e influirà molto anche l’effettiva strategia russa, non ancora chiarissima ma soltanto ipotizzabile.

4) Gli obiettivi di Mosca

Il principale obiettivo di Mosca della fase due sembrerebbe essere il Donbass. È possibile che l’esercito russo punti a conquistare quanto più territorio possibile e che miri, nel migliore degli scenari, a prendere l’intera zona orientale dell’Ucraina, ovvero la costola di Kiev, dal confine russo fino a Dnipro. Per quanto riguarda il quadrante meridionale, non è da escludere – ma è soltanto un’ipotesi – che la Russia possa tentare di conquistare l’intera fascia costiera – città di Odessa compresa – fino a collegarsi con la Transnistria.

5) Uomini e truppe

Sul fronte russo dobbiamo segnalare due novità. La prima riguarda la scelta di Mosca di affidare la gestione delle nuove operazioni al generale Alexandr Dvornikov. Un personaggio che, secondo alcuni, non avrebbe brillato in Siria ma che si affiderebbe spesso alla tecnica della “terra bruciata”. L’altra notizia riguarda il rimpinguamento cercato dalla Russia. A quanto pare, il Cremlino starebbe richiamando in servizio i soldati congedati a partire dal 2012 e cercando di reclutare militari nella regione della Transnistria.

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