Un ordigno esplosivo ha danneggiato gravemente un veicolo militare israeliano in Cisgiordania, e lo scontro a fuoco che ne è conseguito è sfociato in un’escalation di violenza che ricorda molto – troppo – la seconda Intifada poichĂ© ha visto impegnati, per la prima volta dopo vent’anni, elicotteri da combattimento Apache.
Nuove violenze a Jenin
Alle prime luci dell’alba di lunedì 19 giugno, i soldati delle Israeli defence forces (Idf) sono entrati a Jenin, nel nord della Cisgiordania, per arrestare due ricercati palestinesi accusati di terrorismo. Uno di loro è il figlio di un leader di Hamas in Cisgiordania, giĂ detenuto nelle carceri israeliane. Una volta raggiunto il quartiere collinare di Algabriyat, situato al confine tra la cittĂ e il campo rifugiati di Jenin, i soldati israeliani hanno preso controllo dell’area e stazionato cecchini in diversi edifici circostanti. Per quando l’operazione di cattura e arresto è stata portata a termine – gli abitanti dell’area hanno comunicato ad Haaretz – la notizia dell’incursione si è diffusa nella zona e i muezzin hanno trasmesso la chiamata alle armi, chiedendo alle milizie locali di uscire in strada e prepararsi ad affrontare le truppe israeliane.

Questa convocazione ha scatenato il pesante scambio di fuoco che è presto degenerato in uno scontro a tutto campo. In base alle dichiarazioni congiunte delle Forze di difesa israeliane e della polizia di frontiera, i combattenti palestinesi hanno scagliato contro i veicoli militari israeliani un gran numero di esplosivi artigianali, ai quali gli agenti che hanno risposto con proiettili vivi, che – hanno aggiunto nella dichiarazione – hanno colpito numerosi numerosi sospetti membri di gruppi armati. Le numerose versioni discordanti sulla successione degli eventi combaciano su un fatto: i combattenti palestinesi sono riusciti a instradare alcuni veicoli militari israeliani su una via della città dove avevano precedentemente posizionato un ordigno carico di 40 chilogrammi di esplosivo. Nelle clip diffuse dai media palestinesi si vede il primo veicolo della colonna inghiottito dal fumo dopo la detonazione della bomba stradale.
Altri video condivisi mostrano numerosi veicoli israeliani attaccati con ordigni incendiari e mine; sparatorie ed esplosioni hanno risuonato in diversi angoli della cittĂ . Otto tra soldati e agenti della polizia israeliana sono rimasti feriti negli scontri: quattro “moderatamente” e quattro “leggermente”, in base alle dichiarazioni delle Idf. Per permettere l’evacuazione degli agenti feriti verso gli ospedali israeliani, l’esercito è intervenuto con elicotteri da combattimento Apache, che hanno lanciato missili nelle aree dove sono stati individuati i combattenti armati. L’esercito ha riferito che i miliziani hanno aperto il fuoco contro il velivolo, danneggiando lievemente il rotore di coda, ma gli impatti non hanno impedito di continuare l’offensiva.
Lo scontro a fuoco si è protratto per oltre dieci ore, e ha causato la morte di sei palestinesi. La condizioni gravi in cui versano 23 dei 91 feriti suggeriscono che il bilancio potrebbe peggiorare nelle prossime ore. Delle vittime identificate dal ministro della SanitĂ palestinese (tutte tra i 15 e i 29 anni), tre erano combattenti appartenenti al Battaglione Jenin, ala locale del gruppo Jihad islamico palestinese (Pij), responsabili dell’esplosione che ha danneggiato il corazzato israeliano. Le altre vittime erano civili coinvolti nello scontro in strada e all’interno delle loro case – è il caso di una ragazza di 17 anni, colpita alla testa da un proiettile entrato dalla finestra, che ora versa in condizioni disperate.
Vecchie armi, nuovi obiettivi
Il raid con gli Apache rappresenta il primo attacco aereo in Cisgiordania negli ultimi vent’anni. Nei primi anni Duemila, nel corso della Seconda Intifada, le forze armate israeliane si sono servite piĂą volte degli elicotteri da combattimento negli scontri armati nei territori palestinesi, ma il loro impiego è sempre rimasto circoscritto a situazioni particolari, non di routine. Il ritorno di questi mezzi di combattimento segnala una pericolosa riacutizzazione delle tensioni tra Israele e i gruppi armati palestinesi, che negli anni sono proliferati e hanno espanso la loro influenza in Cisgiordania. In particolare, numerose milizie sono emerse proprio per combattere le incursioni israeliane nelle cittĂ : tra questi spiccano il gruppo Fossa dei Leoni e il Battaglione Jenin delle brigate al-Quds, il braccio armato del movimento Jihad Islamico.
“Ci congratuliamo con i combattenti per la libertĂ del Battaglione Jenin, e confermiamo la nostra determinazione a continuare la battaglia. Le minacce del nemico non ci spaventeranno e non scoraggeranno le brigate al-Quds dal fare il proprio dovere” ha affermato Pij in una dichiarazione sul proprio sito web. In un commento agli eventi di lunedì, Hamas ha insistito sul diritto della resistenza di “combattere l’occupazione in tutti i modi possibili, incluso lo scontro armato”. Ha inoltre garantito che “la resistenza non sarĂ spezzata e sarĂ sempre pronta a difendere la sua gente e la sua terra contro le offensive israeliane a tutti i costi”.

Nell’ultimo anno Israele ha effettuato numerosi raid a Jenin per catturare presunti terroristi. Il raid piĂą recente è stato il piĂą letale da gennaio, quando dieci palestinesi sono stati uccisi e diversi feriti durante una battaglia a fuoco tra le Idf e miliziani armati. Dall’inizio dell’anno, gli attacchi palestinesi in Israele e Cisgiordania sono costati la vita a venti persone, e ne hanno lasciate gravemente ferite molte altre. Â