Nel prossimo futuro l’intelligenza artificiale potrebbe non solo controllare e analizzare una quantità elevatissima di dati, perché la Russia sarebbe intenzionata a far si che possa controllare in maniera autonoma (o quasi) i prossimi bombardieri strategici di sesta generazione. A dichiararlo è stato il generale Sergey Kobylash, comandante della flotta di bombardieri a lungo raggio dell’aeronautica russa, che parlando recentemente all’agenzia Tass ha annunciato l’intenzione di mettere in servizio un bombardiere strategico senza pilota entro il 2040.

La necessità di svecchiare la flotta

L’aereo servirebbe per affiancare e per modernizzare gli attuali Tupolev Tu-160 Blackjack, Tu-95MS Bear e Tu-22M3 Backfire in uso all’aeronautica russa, i quali soffrono di alcune obsolescenze dovute soprattutto al mancato rinnovamento delle tecnologie di bordo e sono considerati inferiori a quelli in uso negli Stati Uniti. Per ovviare a questo “gap” tecnologico, però, gli lo stato maggiore dell’aeronautica e il ministero della difesa russo hanno spinto affinché le industrie potessero sviluppare missili e bombe più precise e difficilmente intercettabili dagli attuali sistemi difensivi. Gli ultimi sforzi, infatti, si sono concentrati sull’aggiornamento del Tu-160, che tra il 2021-2023 dovrebbe entrare in servizio in una versione totalmente rinnovata caratterizzata non solo dalla possibilità di impiegare i principali missili aria-terra in arsenale, ma anche e soprattutto il missile ipersonico Kh-47M2 Kinzhal. I lavori di ammodernamento che coinvolgeranno il Tu-160M2, però, dovrebbero essere il punto di partenza per la progettazione del bombardiere strategico di sesta generazione, che quasi certamente –almeno nella prima fase di vita– condividerà gran parte dell’avionica con il rinnovato Blackjack. A differenza di quest’ultimo non sarà pilotato da uomini, ma nelle aspettative russe il bombardiere sarà affidato all’intelligenza artificiale, anche per quel che riguarda la gestione dei sistemi d’arma.

L’intelligenza artificiale al comando

A preoccupare maggiormente gli analisti degli Stati Uniti è proprio questo punto, perché sarebbe la prima volta che le armi nucleari sfuggirebbero al controllo diretto e totale dell’uomo. Il timore di vedere una testata atomica in mano a un computer si rivelerà infondato, con l’uomo che rimarrà parte centrale nella progettazione del sistema d’arma specialmente per quel che riguarda al processo decisionale. Più probabilmente l’intelligenza artificiale si occuperà di interpretare e presentare agli uomini, anche posti a terra, una serie di dati basati sull’analisi delle informazioni raccolte, accorciando i tempi di reazione nel caso di reale necessità. Una capacità che era stata immaginata anche negli Stati Uniti durante la ricerca fatta per sviluppare il Northrop Grumman B-21 Raider, destinato a segnare un’epoca nel comparto dei bombardieri strategici. Gli ingegneri e i tecnici che hanno lavorato alla progettazione del Raider hanno potuto sfruttare le elevate competenze tecnologiche acquisite negli anni, rendendo il futuro tuttala stealth in uso all’aeronautica statunitense un punto di svolta: l’intelligenza artificiale sarà presente maggiormente che nel Lockheed Martin F-35 e fornirà un elevatissimo numero di informazioni ai piloti, grazie alla capacità di gestire ed elaborare grandi quantità di dati.

Tra timori e utopie

Gli Stati Uniti nell’intelligenza artificiale, nella realizzazione (oltre che utilizzo) di droni armati e nelle nuove tecnologie sono nettamente avanti rispetto alla Russia, che non ha né pienamente completato lo sviluppo del caccia di quinta generazione del Sukhoi Su-57 né messo in servizio un drone armato di medie o grandi dimensioni. Non è diverso il discorso per i bombardieri, sui quali le industrie aerospaziali russe stanno ancora lavorando affinché almeno nel 2027 sia possibile schierare il PAK-DA così da iniziare a “svecchiare” la flotta mandando in pensione contemporaneamente i datati e obsoleti Tu-95 e Tu-160.

La strada è ancora lunga e tra i ritardi dovuti ai problemi nello sviluppo tecnologico e quelli economici, dovuti entrambi anche dall’effetto delle sanzioni imposte dagli Stati Uniti, per la Russia la realizzazione entro il 2040 di un bombardiere strategico senza equipaggio sembra più un obiettivo irrealizzabile. Il problema, però, non è solo industriale, ma anche etico e di sicurezza dal momento che rendere totalmente autonomi i computer nella gestione delle armi nucleari potrebbe creare situazioni pericolose e difficilmente controllabili dall’uomo.