Forse non c’è e non c’è mai stato nessun “Fantasma di Kyiv”, il famigerato pilota solitario che a bordo del suo MiG-29 si sarebbe distino nel primo giorno conflitto abbattendo 6 jet avversari nei cieli dell’Ucraina; ma a combattere i russi nell’aria c’era il colonnello Oleksandr Oksanchenko. Nome di battaglia “Lupo grigio”. Abbattuto nella notte di venerdì, mentre era ai comandi di un Su-27 Flanker superstite nelle vicinanze di Kiev.

Secondo le informazioni rilasciate da fonti della Difesa, il “Lupo Grigio” era impegnato in missione nei cieli di Kiev quando è stato raggiunto dal letale sistemata antiaereo russo S-400, nome in codice Nato “Triumph”. La velocità nel razzo spinto da propellente solito che gli consente di superare la velocità mach 2, ha raggiunto il caccia intercettore supersonico celeste e blu di Oksanchenko, che non ha avuto il tempo di lanciarsi prima dell’impatto.

Considerato un formidabile pilota da caccia nonché virtuoso del volo acrobatico, il colonnello Oksanchenko, appartenente alla 831ª Brigata Aerea Tattica della Guardia con base a Myrhorod, aveva alle spalle oltre duemila ora di volo, e si era guadagnato una certa fama a livello internazionale  dopo aver partecipato a numerosi air show in Europa. Sbalordendo spettatori e giuria con le sue evoluzioni tra le nuvole. Ritiratosi dal servizio attivo nel 2018, era diventato istruttore prima di offrirsi volontario per riprendere il suo posto di pilota da combattimento sui caccia che portano il simbolo dello scudo con “tridente giallo”. Pronto per il decollo immediato, al comando dei suoi vecchi allievi, in seguito all’attacco sferrato dalla Russia.

Le Forze aerospaziali di Mosca hanno annunciato all’inizio di questa settimana di aver conquistato la supremazia aerea nei cieli ucraini. Supremazia che rimarrà tale, a meno che non venga confermata la notizia che Polonia, Slovacchia e Bulgaria hanno veramente deciso di affidato ai piloti della Forza Aerea Ucraina un numero imprecisato di caccia MiG-29 e aerei d’attacco Su-25 ai quali sono abilitati al volo. La forza aera di Kiev contava infatti tra le sue fila una trentina di caccia, due dozzine di cacciabombardieri e aerei d’attacco al suolo di produzione russa: “Fulcrum”, “Flanker”, “Fencer” e “Frogfoot” (secondo i nomi in codice Nato). Oltre ai droni di produzione turca che abbiamo visto in azione contro i convogli provenienti dalla Cecenia.

“Ora eroe dell’Ucraina, il colonnello Oleksandr Oksanchenko, è morto in una battaglia aerea, dissuadendo gli aerei nemici. È un dolore che non abbia ricevuto il titolo di eroe dell’Ucraina mentre era vita, perché ne valeva la pena. Per noi sarà un eroe per sempre. Per sempre vivo”, aveva scritto sui social Lana Borisova, donna a lui vicinissima.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, confermando la perdita del pilota nel corso di una battaglia aerea con aerei nemici, ha annunciato oggi 1° marzo 2022 il conferimento postumo del titolo di “Eroe dell’Ucraina”. Un titolo che doveva essere conferito anche ai 13 soldati dell’Isola dei Serpenti che non arrendendosi ai russi si credeva avessero perduto la vita. La notizia si è in seguito rivelata una fake news. In Italia, ai piloti che se ne vanno per sempre, siamo soliti augurare “cieli blu!”.

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