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Sergei Chemezov, amministratore delegato di Rostec, società statale che raggruppa diverse industrie che operano nel campo degli armamenti, aeronautica ed elettronica, ha reso noto oggi alla Tass che il prototipo del nuovo elicottero da attacco sviluppato dalla Russian Helicopters rotorcraft manufacturer farà il suo debutto nel 2019.

“Il prossimo anno continueremo con il lavoro di sviluppo sperimentale del design ed il primo test di volo del prototipo potrebbe avvenire già nel 2019 o verso la fine dello stesso anno” ha riferito Chemezov.

Il nuovo elicottero prende le basi dal vecchio Mil Mi-24 “Hind” ed infatti ne ricorda molto le linee generali sebbene sia una macchina del tutto nuova; la Mil Helicopter Plant di Mosca, parte del Russian Helicopters Group, sta infatti portando avanti il programmi di ricerca e sviluppo della macchina con alcune soluzioni tecniche innovative già testate sugli esemplari di preserie. Ricerca e sviluppo che si prevede di portare a termine entro la fine di quest’anno mentre la produzione in serie sarebbe prevista a partire dal 2023.

L’elicottero da attacco è stato ordinato dal Ministero della Difesa ad agosto del 2017 e già se ne conoscevano alcuni dettagli dall’anno precedente.

Secondo quanto riportano le agenzie russe e siti specializzati occidentali sarà capace di una velocità di oltre 400 km/h garantita dai nuovi propulsori vk-2500 in grado di erogare una potenza di 2400 cv al decollo e 2700 in emergenza – per fare un raffronto l’AH-64E “Apache” ha una potenza di 1994 cv –  miglioramento delle turbine presenti sui Ka-52 e Mi-28N: il nuovo motore, grazie a soluzioni di progettazione modulari, sarà pesante il 20% in meno con il numero di parti che lo compongono ridotto del 16%, fattore che rappresenta un vantaggio per quanto riguarda la manutenzione soprattutto in zona di combattimento. Anche il consumo di carburante è diminuito: il 7% in meno rispetto ai modelli precedenti.

Sulla nuova macchina saranno montate delle nuove pale dal design “rivoluzionario” che, intuitivamente, garantiranno prestazioni migliori anche per quanto riguarda la quota di tangenza operativa.

Il nuovo elicottero sarà anche dotato di nuova avionica e nuovi sistemi d’arma che colmeranno il gap tecnologico – secondo le fonti russe – con gli elicotteri occidentali: lo stesso direttore tecnico del Dipartimento per l’Equipaggiamento degli Elicotteri, Nikolay Fedorov, ha ammesso in una dichiarazione del 2017 come “l’equipaggiamento elettronico di produzione russa per gli elicotteri non è competitivo. Radar, sistemi di targeting su casco e missili guidati hanno scarse caratteristiche (se rapportati a quelli occidentali n.d.r.) pertanto in questi settori il ritardo è critico”.

Questo svantaggio si esplica, ad esempio, nell’incapacità di individuare i bersaglio, nel caso dei missili anticarro, nel corto raggio operativo e nell’assenza della capacità “lancia e dimentica”, vitale per la sopravvivenza di un elicottero sul campo di battaglia che così è costretto a restare fisso sul bersaglio per illuminarlo sino a quando viene colpito. I sistemi di acquisizione del bersaglio su casco, invece, semplicemente non esistono ancora in Russia dato che nemmeno i progettisti hanno raggiunto la produzione in serie di una tecnologia simile a quella occidentale. Al Maks 2017, la fiera internazionale dell’aeronautica e dello spazio che si è tenuta a Mosca, si sono visti un paio di prototipi in tal senso, ma ancora si è molto lontani dalla loro entrata in servizio.

Anche il livello di integrazione dei sistemi sono molto bassi rispetto allo standard occidentale oltre ad alcune dotazioni di sicurezza come l’avviso di prossimità al suolo, che è del tutto assente dagli elicotteri russi di vecchia generazione. Per contrario in altri ambiti, come i computer di bordo, i sistemi di navigazione e quelli elettronici di difesa, i sensori opto elettronici così come per i razzi non guidati il gap non è così grande e può facilmente essere colmato.

Il nuovo elicottero – dato per quinta generazione anche se per gli elicotteri russi è molto difficile stabilire la differenza tra una generazione e l’altra – dovrà colmare queste lacune che restano vitali per la sopravvivenza della macchina in combattimento anche nonostante la maggior velocità e quota di tangenza operativa data dalla nuova motorizzazione e dal nuovo rotore. Di certo sappiamo che comunque l’industria elicotteristica russa ha delle punte di diamante rappresentate dalla robustezza delle costruzioni, dall’armamento pesante – il cannone montato sotto il muso – e dai sistemi di controllo del volo. Per questo risulta difficile che la produzione in serie possa avvenire da qui a 5 anni, visti e considerati i ritardi accumulati da altri progetti – navali e aeronautici – anche causati dalle sanzioni internazionali.