Mentre sale la tensione con la Comunità economica dei Paesi dell’Africa occidentale, la giunta nigerina si attiva con gli Stati vicini per essere sicura di non rimanere sola; il governo di Pechino accusa Washington di aver violato i comunicati congiunti sino-americani con la nuova vendita di armi a Taiwan. Il generale libico Khalifa Haftar lancia una maxi operazione nel sud del Paese per metterlo in sicurezza, i drusi siriani tornano (dopo dieci anni) a chiedere le dimissioni del presidente Bashar al-Assad e in Mozambico le forze governative eliminano il capo del gruppo Stato Islamico che ha causato un milione di sfollati nel Paese: ecco le cinque notizie del giorno.

I golpisti in Niger chiamano Mali e Burkina Faso contro l’Ecowas

 Il leader del golpe in Niger, Abdourahamane Tchiani, ha autorizzato le forze armate del Mali e del Burkina Faso a intervenire sul territorio nazionale nigerino in caso di attacco armato. La dichiarazione segue l’incontro di ieri a Niamey in cui i ministri degli Esteri dei tre Paesi alleati hanno discusso l’approfondimento della cooperazione sulla sicurezza e su altri ambiti condivisi. Da settimane la Comunità economica dei Paesi dell’Africa occidentale (Ecowas)è impegnata a negoziare con i leader del golpe per reinsediare il presidente Mohamed Bazoum, ma ha avvisato di essere pronta a inviare truppe in Niger per ripristinare l’ordine costituito nel caso in cui gli sforzi diplomatici fallissero. In un comunicato, i ministri di Mali e Burkina Faso hanno reiterato la loro opposizione ad un intervento armato contro la popolazione del Niger, avvisando che verrebbe considerato una dichiarazione di guerra. L’Unione africana, i cui delegati avevano informalmente espresso reticenza per un intervento armato, ha infine “preso atto” della decisione Ecowas in un comunicato, senza opporvisi in modo ufficiale.

Le armi statunitensi a Taiwan violano i comunicati congiunti sino-americani

“Le vendite di armamenti degli Stati Uniti a Taiwan costituiscono una grave violazione del principio di una sola Cina e dei tre comunicati congiunti Usa-Cina, specie quello del 17 agosto 1982″. Sono queste le parole con cui il portavoce del ministro degli Esteri della Cina, Wang Webin, ha commentato la decisione dell’amministrazione americana di autorizzare una nuova fornitura di armamenti a Taiwan per circa 500 milioni di dollari. “Queste vendite violano gravemente il diritto internazionale e le regole che governano le relazioni internazionali, e minacciano la sovranità e gli interessi di sicurezza cinesi”, ha aggiunto. Wang ha precisato che le forniture di armi statunitensi peggiorano l‘instabilità dello Stretto di Taiwan, e ha ripetuto che l’isola è “una parte inalienabile del territorio della Cina”.

Il generale Haftar lancia una nuova operazione lungo il confine col Ciad

Il portavoce dell’autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna) ha annunciato con un post su Facebook il lancio di un’operazione militare su larga scala al confine con il Ciad – operazione che ha definito come “ampia, precisa e mirata al confine meridionale per proteggere le frontiere dello Stato, le sue capacità e la sicurezza dei suoi cittadini”. Il portavoce delle forze del generale Khalifa Haftar ha poi aggiunto: “Non permetteremo che il nostro Paese sia una base d’appoggio per qualsiasi gruppo o formazione armata che rappresenti una minaccia per i nostri vicini o lanci qualsiasi azione illegale”, e ha assicurato che l’operazione non violerà “il principio di non ingerenza negli affari interni dei paesi amici, fraterni e vicini e nei loro problemi politici”. Infine, il portavoce ha concluso che l’operazione militare “via terra e via aerea non si fermerà finchè non saranno raggiunti gli obiettivi fissati dal Comando generale”.

I drusi siriani ritornano a chiedere le dimissioni di Assad

Migliaia di siriani si sono raccolti per le strade della città a maggioranza drusa di Sweida, nel sud-est del Paese, per il quinto giorno consecutivo per protestare contro il peggioramento delle condizioni economiche e invocando le dimissioni del presidente siriano Bashar al-Assad. I locali si sono riuniti nella piazza principale della città a partire dalla settimana scorsa, quando hanno assistito ad un improvviso aumento del prezzo del carburante. Importanti leader religiosi drusi, precedentemente filogovernativi, si sono incontrati per la prima volta dall’inizio delle proteste riconoscendo ai manifestanti il diritto di opporsi alle politiche del governo di Damasco, ma evitando di appoggiare apertamente le diffuse chiamate a dimettersi rivolte al presidente Assad.

Eliminato il leader dello Stato Islamico in Mozambico

Il Capo di Stato maggiore delle forze armate del Mozambico, Joaquim Rivas Mangrasse, ha annunciato oggi l’eliminazione di Bonomade Machude Omar, noto anche come Ibn Omar o Abu Suraka, ritenuto il leader del gruppo Stato Islamico nel Paese. “Bonomade Machude Omar è stato ucciso insieme ad altri elementi del gruppo terroristico che sono ancora in via di identificazione”, segnala il capo delle forze armate in un comunicato stampa. “Dall’indagine condotta e tuttora in corso è emerso, con prove concrete, che il principale leader che dirige le operazioni del terrorismo in Mozambico, Bonomade Machude è stato messo fuori combattimento”, ha segnalato il generale nella nota. Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unchr), il conflitto nel nord del Mozambico ha provocato lo sfollamento di un milione di persone e causato circa 4.000 morti.

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