Il Giappone lancia l’allarme: la Corea del Nord sarebbe in grado di produrre testate nucleari miniaturizzate. Ad annunciare il pericoloso upgrade di Pyongyang è il quotidiano conservatore giapponese Yomiuri Shimbun, il quale non cita la fonte ma sostiene che i nordcoreani abbiano potenziato il loro armamento. Tokyo considera la Corea del Nord una minaccia concreta, e per questo motivo il prossimo Libro Bianco della Difesa, che dovrebbe vedere luce a metà settembre, non appena verrà approvato dal governo nipponico, dovrebbe contenere varie sezioni riguardanti proprio la minaccia rappresentata da Kim Jong Un. Il Giappone continua a sostenere che le attività militari della Corea del Nord rappresentano una “minaccia grave e imminente”. Ogni volta che da sopra il 38° parallelo viene effettuato un test missilistico – e in queste ultime settimane ne sono volati molti – Abe Shinzo stringe denti e pugni in attesa di modificare al più presto la costituzione pacifista del paese per tornare a incutere timore in Oriente.

La miniaturizzazione nordcoreana che spaventa il Giappone

Già lo scorso anno Tokyo era convinto che il livello di miniaturizzazione delle testate nucleari nordcoreane fosse tale da consentire a Pyongyang di montarle su un missile balistico; più precisamente, il Giappone parlava di un “grado considerevolmente elevato di capacità tecnologica”, che è la stessa valutazione effettuata dal ministero della Difesa della Corea del Sud. La Corea del Nord è tornata a far parlare di sé da quando, tra la fine di luglio e l’inizio di agosto, ha ripreso ad effettuare test balistici con il ripetuto lancio di proiettili verso il mar del Giappone, gli ultimi due appena pochi giorni fa. L’agenzia ufficiale nordcoreana, Kcna, ha parlato di un nuovo tipo di arma, anche se non ha fornito ulteriori dettagli per capire di quale strumentazione si tratti. In ogni caso, si presume che i proiettili lanciati siano missili balistici a corto raggio

La questione nordcoreana torna alla ribalta

La questione nordcoreana è in ogni caso tornata sul tavolo di Cina, Corea del Sud e appunto Giappone. I ministeri dei tre paesi si sono incontrati a Pechino per fare il punto della situazione, caldissima nei dintorni della penisola coreana, sia per l’intensa attività missilistica di Pyongyang, sia per la guerra commerciale in corso tra Seul e Tokyo. Certo è che la Corea del Nord potrebbe smettere di effettuare test dal momento che ieri sono terminate le esercitazioni congiunte tra Stati Uniti e Corea del Sud, le stesse che avevano fatto adirare Pyongyang. Il processo di pace sta vivendo una fase di stallo, con i nordcoreani che in risposta alle manovre sino-coreane ha annunciato di non voler più sedersi al tavolo delle trattative con la Corea del Sud.

Aspettando Trump e Xi

La Corea del Nord si sente tradita sia dagli Stati Uniti che dalla Corea del Sud. A questo punto ci sono due possibilità per far tornare la tranquillità nella regione. La prima è un intervento diplomatico della Cina, la seconda una mossa a sorpresa di Donald Trump. Nel frattempo il rappresentante speciale degli Stati Uniti per la Corea del Nord, Stephen Biegun, ha incontrato a Seul la controparte sudcoreana, Lee Do Hoon; i due hanno tirato le somme sugli sforzi congiunti tesi a rilanciare i colloqui sulla denuclearizzazione della penisola con Pyongyang. Mike Pompeo ha espresso disapprovazione per gli ultimi lanci di missili nordcoreani: “Hanno sparato missili balistici a corto raggio – ha detto il segretario di stato americano al canale statunitense Cbs – vorrei che non lo facessero più”. Kim Jong Un aspetta di ricevere segnali da Trump, anche se Xi Jinping è pronto a giocare le sue carte, precedendo il presidente americano.

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