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La Germania ha fornito un certo numero di droni “Vector” all’esercito ucraino che li sta utilizzando nel conflitto contro la Russia. La notizia è stata diffusa dal Times sollevando qualche imbarazzo in quel di Berlino: il contratto tra il governo ucraino e la società produttrice infatti, la Quantum System, era stato siglato privatamente in un momento in cui la Germania era ancora titubante riguardo all’invio di sistemi d’arma tedeschi all’Ucraina.

L’amministratore delegato della società produttrice, con sede in Baviera, ha infatti affermato, in un’intervista a Redaktions Netzwerk Deutschland (Rnd), che “i nostri primi droni sono in realtà già in Ucraina” mentre il dicastero della Difesa tedesco ha affermato di non aver “mai sentito parlare di droni di questo tipo”.

Ora Berlino ha radicalmente mutato la sua politica riguardante l’invio di armamenti al Paese invaso dall’esercito russo: si parla della possibilità di fornire i flakpanzer Gepard (mezzi corazzati antiaerei), e Rheinmetal ha richiesto l’autorizzazione al governo federale di poter fornire 88 vecchi carri armati Leopard 1A5 risalenti agli inizi degli anni ’60, 100 Ifv (Infantry Fighting Vehicle) Marder e addirittura 20 più moderni, ma sempre delle prime serie (probabilmente A4), Leopard 2.

Abbiamo già avuto modo di affermare che la scelta di fornire equipaggiamento di produzione occidentale e un Paese che ha sempre e solo utilizzato sistemi di fabbricazione sovietica/russa è una scelta che, sebbene fattibile, implica la necessità di mesi di addestramento per il personale, che non li conosce e quindi non può immediatamente utilizzarli.

Tornando al drone della Quantum System, si tratta di un piccolo Uav (Unmanned Air Vehicle) elettrico da ricognizione a decollo e atterraggio verticale (eVtol) che è stato sviluppato insieme alla Esg Defence Public Security per il mercato militare e di sicurezza.

Il drone è stato presentato nel giugno 2019 ed è adatto per una gamma di applicazioni di intelligence, sorveglianza e ricognizione (Isr) come la sorveglianza del campo di battaglia, il pattugliamento dei confini e la ricerca e salvataggio (Search and Rescue). Altre capacità di missione del piccolo velivolo senza pilota includono la protezione dei convogli, le osservazioni sul traffico e la protezione dei porti e di altre strutture estese. Il Vector, come detto, è uno Uav a propulsione elettrica azionato da una stazione di controllo a terra tramite un pilota automatico e un collegamento dati. L’intero sistema può essere trasportato da una sola persona in una valigetta o in uno zaino.

Il Vector può raggiungere una velocità massima fino 90 km/h ed è in grado di resistere a velocità del vento di circa 43 km/h. Lo Uav pesa poco meno di sei chilogrammi e presenta un design ad ala fissa con un’apertura alare di 2,8 metri. Ha una cellula sandwich a nido d’ape, che è rinforzata con fibra di vetro e kevlar per fornire durata e alta resistenza in condizioni meteorologiche avverse.

Su ogni ala è installata un’elica a due pale ad alta efficienza, a cui se ne aggiunge una sulla sezione di coda: tutte e tre sono basculanti e passano quindi da un allineamento orizzontale a uno verticale ruotando di 90 gradi. Un sofisticato sistema di raffreddamento è installato sotto la fusoliera per il collegamento dati e l’elettronica. Il drone è dotato di carrello di atterraggio a due gambe. Il disegno flessibile dello Uav gli consente di diventare un vero e proprio elicottero convenzionale, noto come Scorpion, rimuovendo le ali e il tronco di coda, e attaccando tre bracci dotati di eliche.

Per quanto riguarda il carico utile, il Vector è dotato di un gimbal modulare elettro-ottico/infrarosso (Eo/Ir) sotto la sezione anteriore della fusoliera. Il carico utile è integrato con sensori di alto valore e ottiche avanzate. L’Uav è pensato per due configurazioni di carico utile: un sistema Eo/Ir con illuminatore laser, un telemetro laser a infrarossi e una fotocamera con zoom ottico per acquisire immagini e video e una fotocamera da 21 megapixel per il pacchetto di sensori di mappatura tattica.



Il pilota automatico del Vector, sviluppato da Quantum Systems, è in grado di eseguire autonomamente una traiettoria di volo predefinita. Nella fusoliera del velivolo sono alloggiate anche quattro batterie agli ioni di litio riscaldate da 100 Wh in grado di effettuare missioni a basse temperature. L’unità portatile della stazione di controllo a terra (Gcs) sfrutta antenne per fornire comando e controllo attraverso un collegamento crittografato militare. La pianificazione e l’esecuzione della missione possono essere eseguite da una singola persona utilizzando il software di missione QBase 3D C2, che produce automaticamente le traiettorie di volo e registra i dati della missione sul Gcs. Il software consente inoltre all’operatore di modificare il piano della missione prima del volo, durante o dopo la missione. Il collegamento dati è integrato nel software e trasmette immagini e flussi video acquisiti dai carichi utili di bordo all’unità di controllo a terra portatile. La velocità di trasmissione dati dichiarata è di 10Mbps fino a un raggio di 15 chilometri. L’uso di antenne specifiche aumenta il raggio di comando e controllo a 25 chilometri. Il Vector ha un tempo di volo massimo di due ore alla velocità di crociera di 70 km/h e può operare a temperature comprese tra -20 e 45 gradi centigradi e il costo di un singolo esemplare si aggira intorno ai 180mila euro.

Come abbiamo potuto vedere il Vector è un drone disarmato, e gli ucraini lo stanno utilizzando sia in accompagnamento all’Ucav (Unmanned Combat Air Vehicle) Bayraktar TB2, sia per la sorveglianza del campo di battaglia: abbiamo già avuto modo di dirvi che nel conflitto ucraino l’esercito di Kiev ha dimostrato di utilizzare piccoli Uav, anche reperibili in commercio, per coordinare il fuoco di artiglieria o come strumenti di ricognizione spendibili. Questa scelta si sta rivelando sicuramente efficace sia dal punto di vista logistico, perché un piccolo drone commerciale non richiede un particolare (e lungo) addestramento, sia dal punto di vista tattico ma solo se si ha contezza del territorio in cui si opera: spesso i droni che si trovano in commercio non forniscono immagini georeferenziate e pertanto per utilizzarli in ambito militare, ad esempio per coordinare il fuoco di artiglieria, è necessario avere ben presente la topografia del luogo, fattore che gioca a vantaggio degli ucraini che si trovano a combattere sul proprio territorio.

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