Il 2023 doveva iniziare con la tregua per il Natale ortodosso, in realtà la guerra è tornata a essere ad alta intensità in alcuni fronti importanti del Donbass. Si sta infatti combattendo casa per casa in due località dell’oblast di Donetsk: Soledar e Bakhmut. Due nomi che indicano altrettante cittadine, situate a ovest della città di Donetsk, divenute essenziali tanto per i russi quanto per gli ucraini. Per i primi, una conquista significherebbe poter rivendicare dei successi dopo mesi di indietreggiamenti e sconfitte. Non solo, ma i soldati di Mosca si vedrebbero riaperte le porte per Kramatorsk, capoluogo ucraino provvisorio dell’oblast di Donetsk. Per i secondi, difendere ogni porzione di territorio è al momento l’obiettivo più importante in attesa delle possibili nuove controffensive.
Le forze in campo
Gli ucraini stanno provando a difendere Soledar e Bakhmut con tutti i principali reparti schierati sulla linea più orientale del fronte del Donbass. Kiev avrebbe inviato sul campo diverse brigate e si parla dell’arrivo in zona negli ultimi giorni di almeno quattromila soldati. L’obiettivo è quello di confermare anche in questa area la superiorità numerica riscontrata in altri fronti. Circostanza non semplice, visto che l’esercito ucraino deve fronteggiare due direttrici di attacco da parte dei russi: Soledar più a nord, Bakhmut più a sud. Quest’ultima è sotto pressione già da diversi mesi e al suo interno sono rimasti soltanto pochi civili, con il 90% della popolazione è andato via nelle scorse settimane.
Se i russi in questa parte del Donbass possono permettersi una doppia offensiva, lo si deve soprattutto all’impiego dei contractors della Wagner. Il loro apporto al momento risulta decisivo, sia in termini numerici che tattici. Sul campo anche reparti ceceni e di combattenti dell’oramai ex Repubblica Popolare di Donetsk, considerata da Mosca come parte integrante della propria federazione. L’obiettivo del Cremlino sembra essere quello di capitalizzare il doppio attacco e far indietreggiare gli ucraini verso ovest, ossia in direzione di Kramatorsk.
Lo sfondamento della prima linea ucraina a Soledar
L’unica cosa certa al momento è un’importante avanzata russa nei pressi di Soledar avvenuta a cavallo tra il 7 e l’8 gennaio. Mosca ha guadagnato diversi chilometri avanzando dalla linea di fronte compresa tra la strada per Popasna e le campagne che circondano Soledar. La pressione russa ha portato allo sfondamento della prima linea di difesa ucraina, attestata poco più a est della periferia della cittadina. Kiev ha dovuto indietreggiare, trincerandosi in una nuova linea difensiva corrispondente all’area delle importanti e profonde miniere di sale che si trovano alle porte di Soledar. Per i russi si tratta del primo parziale successo da diversi mesi a questa parte, da quando cioè le forze di Mosca hanno perso molte aree a causa della controffensiva di Kiev.
La situazione attuale
Lo sfondamento della linea a Soledar non ha coinciso con la presa della località da parte di Mosca. Tanto qui, quanto nella vicina Bakhmut, infatti, si sta continuando a combattere. Capire con certezza cosa sta accadendo sul campo è alquanto difficile. Anche perché in queste ore a intervenire è stata la propaganda di entrambe le parti in causa. Secondo fonti filorusse, Soledar è oramai quasi del tutto in mano alle forze di Mosca. Ivan Filiponenko, rappresentante delle milizie dell’autoproclamata Repubblica di Lugansk, a Rossija24 ha dichiarato che i militari ucraini stanno organizzando una ritirata di massa da Soledar. Su Telegram, fonti ritenute vicine alla Wagner hanno fatto sapere invece di combattimenti in corso per la definitiva presa del palazzo dell’amministrazione locale di Soledar.
Dal canto loro però gli ucraini hanno smentito ogni indietreggiamento sia da Soledar che da Bakhmut. Il presidente ucraino Zelensky, nel suo consueto discorso notturno su Telegram, ha sottolineato che si sta resistendo in entrambe le località nonostante i ripetuti assalti russi. Si è però ammessa una situazione molto difficile, dove l’esercito ha dovuto richiamare molti rinforzi in zona per evitare di capitolare. Esponenti delle forze di Kiev, hanno riferito al Guardian di essere in grado di respingere gli attacchi russi e di aver messo fuori combattimenti diversi elementi della Wagner.
Al netto della propaganda di entrambe le parti, è probabile ritenere come i principali combattimenti al momento si stiano svolgendo nell’area delle miniere di sale a est di Soledar. Si tratta infatti di infrastrutture molto importanti a livello strategico, dove chi difende ha la possibilità di trincerarsi e creare un vero e proprio sbarramento alle forze che premono per avanzare. Diversi video nelle ultime ore hanno testimoniato l’esistenza di aspri combattimenti all’interno dell’area delle miniere e tra i vari capannoni industriali della zona. Uno scenario non così dissimile da quello visto a Mariupol nello stabilimento Azovstal e a Severodonestk nello stabilimento chimico Azot.
L’importanza di Soledar
I russi stanno premendo lungo l’asse che va da Soledar a Bakhmut per due motivi fondamentali. Il primo riguarda l’aspetto mediatico e legato al morale delle truppe e della popolazione. Presentarsi all’inizio del 2023, dopo aver chiuso l’anno appena trascorso all’insegna di importanti ritirate, con la conquista di due importanti cittadine del Donbass potrebbe ridare impulso alla propaganda del Cremlino.
L’altro elemento è puramente strategico. Prendere Soledar e Bakhmut potrebbe riaprire la partita per Kramatorsk e Slovjansk, i veri due obiettivi della Russia in questa parte del Donbass. Una partita ritenuta chiusa a favore dell’Ucraina dopo l’avanzata di Kiev a settembre tra Izyum e Lyman, località a nord dell’oblast di Donetsk da cui i russi volevano lanciare le offensive verso Slovjansk. Fallita l’avanzata da nord quindi, ora Mosca potrebbe provare la sortita da est. Ed è questo il motivo per cui l’esercito ucraino sta facendo confluire nella zona i rinforzi.