L’emergenza coronavirus ha bloccato anche la missione internazionale anti Isis in Iraq. La coalizione a guida Usa infatti, nei giorni scorsi ha comunicato la sospensione di ogni attività nel Paese arabo, la quale ha tra i suoi compiti quella di addestrare ed aiutare le forze di sicurezza locali per permettere alle autorità di Baghdad il controllo del territorio. L’epidemia, che coinvolge anche in medio oriente e che ha toccato anche l’Iraq, ha quindi per adesso messo fuori gioco le truppe della coalizione. Una sospensione momentanea, è stato precisato, ma che si prevede comunque lunga: la Francia infatti, dal canto suo, ha annunciato di aver ritirato le proprie truppe.
Il ritiro francese e la sospensione delle attività
Per adesso Parigi sembra aver preso la decisione più drastica tra i vari Paesi impegni in Iraq. La stessa coalizione infatti, ha annunciato il provvisorio ritiro dei soldati francesi dal campo di battaglia per prevenire eventuali contagi ed attuare le rigide misure di sicurezza anti Covid-19: “A partire da questo 26 marzo – si legge in un comunicato della coalizione anti Isis – la Francia ha ritirato le sue truppe dispiegate in Iraq fino avviso”. Nella stessa nota, si è appreso che già da giovedì sono iniziate le procedure di rimpatrio dei soldati transalpini. A partire sono i soldati che, sia a Baghdad che in altre aree del Paese, fino alle scorse ore erano impegnati insieme ai propri alleati nell’addestramento delle truppe irachene.
Sempre nel comunicato della coalizione, è stato specificato che la scelta compiuta dall’Eliseo è stata preventivamente concordata con il governo di Baghdad: in particolare, l’esecutivo francese ha avvisato i vertici ed i responsabili militari iracheni della decisione, avviando quindi di comune accordo tutte le procedure volte a garantire i rimpatri. La Francia però, è stato specificato sia da Parigi che dalla coalizione internazionale, dovrebbe limitarsi all’evacuazione dei soldati soltanto nell’ambito iracheno: “Il governo francese – si legge ancora nel comunicato – resta in ogni caso impegnato in medio oriente, perché la lotta allo Stato Islamico va avanti”. Le truppe francesi, in particolare, dovrebbero rimanere in Kuwait ed in Qatar.
Il coronavirus in Iraq
Intanto in tutto il Paese arabo si fanno i conti con l’emergenza legata al Covid-19. Qui l’epidemia ha iniziato a far paura già a metà febbraio, quando dal vicino Iran iniziavano a giungere notizie sui primi casi di contagio. La situazione ha destato da subito preoccupazione, in quanto il sistema sanitario locali appare gravemente deficitario: le guerre degli ultimi anni, ma anche i problemi relativi alla corruzione ed ai pochi investimenti in materia, hanno fatto sì che il sistema iracheno fosse tra i meno sviluppati della regione e tra i meno affidabili. Per questo da subito il governo di Baghdad ha provato ad arginare la situazione, attuando la chiusura delle frontiere e creando aree di stretto controllo lì dove si sono verificati i primi contagi.
Attualmente in Iraq si contano 458 casi di Covid-19 confermati, con almeno 40 vittime accertate. Ma i numeri potrebbero essere nettamente più alti: per il momento l’emergenza appare attenuata, ma il picco anche nel Paese arabo potrebbe non essere ancora sopraggiunto.