Un diversivo o un vero obiettivo? Difficile al momento esprimere certezze, ma sicuramente la controffensiva ucraina che si attende per questa primavera ormai inoltrata ha nella Crimea un elemento centrale. I segnali non mancano. Le più recenti dichiarazioni del governo di Volodymyr Zelensky mostrano come la penisola del Mar Nero, annessa dalla Federazione Russa dopo l’occupazione del 2014, rientra ancora pienamente nei piani politici di Kiev, al punto che nei segmenti più massimalisti si è parlato di una sorta di derussificazione da attuare non appena conclusa la riconquista del territorio.

I segnali in Crimea

Anche il capo dell’intelligence ucraina Kyrylo Budanov ha parlato dell’ipotesi di ingresso delle truppe in Crimea con l’obiettivo di ripristinare i confini del 1991, poiché l’Ucraina “non accetterà mai di cedere alcuna parte del suo territorio nazionale”. Mentre l’incendio ai depositi di carburante a Sebastopoli, base della Flotta del Mar Nero russa e hub strategico di Mosca in tutta la regione, è stato definito dalla portavoce del comando sud ucraino, Nataliia Humeniuk, come un “lavoro preparatorio per l’ampia offensiva su vasta scala che tutti aspettano”.

Proprio quest’ultimo attacco viene letto da molti osservatori come un importante segnale sul fronte meridionale ucraino, e quasi una definitiva avvisaglia dell’inizio della controffensiva di Kiev. Il governatore di Sebastopoli, Mikhail Razvozhaev, ha parlato subito di un drone ucraino, e da parte russa sembra confermato il rogo di 10 cisterne. Nei giorni scorsi, sempre in Crimea ma a Simferopoli, il Servizio di sicurezza russo ha affermato di aver sventato un attentato all’ospedale della città. Mentre in tutta la regione sono state avviati lavori di fortificazione in particolare per l’area che unisce la Crimea al continente.

I movimento intorno a Kherson

I segnali arrivano anche più a nord, nella regione di Kherson. Come dicevamo in un precedente articolo, le foto che hanno mostrato la rimozione di mezzi da una base a nord della Crimea confermerebbero i timori di Mosca per un assalto su quella direttrice. L’attraversamento del fiume Dnipro da parte di alcune unità d’élite potrebbe essere inoltre un ultimo dettaglio sul fatto che Kiev starebbe cercando di colpire i russi anche in quel teatro bellico, nonostante – va ricordato – le enormi complessità che comporterebbe quella avanzata, non solo per le condizioni del terreno (in larga parte minato) ma anche perché i russi oltre a bombardare l’area sono anche ben posizionati e in grado di difendere il corso del fiume.

Gli altri attacchi lungo il fronte

Nel frattempo, le forze di Kiev, oltre a colpire in territorio occupato, colpiscono anche in Russia. Nella regione di Bryansk, alcune persone sono rimaste uccise nel villaggio di Suzemka per un attacco missilistico ucraino. Le fonti parlano di almeno due morti, ma c’è chi crede siano quattro. Nelle stesse ore, i russi hanno bombardato diversi centri ucraini, causando vittime anche tra i civili come dimostrato nel caso della città di Uman, in cui sono morti anche dei bambini.

L’assenza di punti fermi dietro le mosse ucraine

L’ipotesi, secondo alcuni analisti, è che Kiev non stia preparando una massiccia controffensiva su un’unica direttrice, ma diversi assalti di dimensioni più ridotte in grado di non dare punti fermi alle forze russe. Sui numeri e sulle strategie, le bocche in Ucraina sono più che cucite, specialmente dopo i documenti che sono usciti dal Pentagono. Qualcuno ne ha messo in dubbio la veridicità sia a Mosca che a Kiev. Per i russi è stato un modo per distrarre o fornire false informazioni sulle forze ucraine o sulla situazione sul campo.

Per gli ucraini, le notizie dell’intelligence Usa non sarebbero del tutto attendibili. In ogni caso, quello che è certo è che non si ha un’idea chiara di cosa potrebbe accadere nei prossimi giorni. L’arrivo dei carri occidentali (Challenger e Leopard in particolare), l’addestramento delle forze ucraine nelle basi Nato, la consegna dei sistemi di difesa aerea – l’ultimo il nuovo pacchetto di aiuti tedesco con l’Iris-t – confermano l’arrivo di mezzi ritenuti sufficienti per avviare l’avanzata. Un’idea certificata anche dalla dichiarazione dell’Alleanza Atlantica sull’arrivo ormai del 98% dei veicoli destinati alle truppe ucraine.

Se questo si rivelerà poi sufficiente per colpire in modo profondo le truppe russe non è dato saperlo. Nelle file di Mosca, si registra nuovamente una dichiarazione del capo della Wagner, Evgenij Prigozhin, sulla controffensiva, ritenuta dal leader dei mercenari una “tragedia”. Lo “chef di Putin” ha ribadito l’assenza di munizioni e il timore dopo le gravi perdite a Bakhmut. Ma anche in questo è impossibile dire se si tratti di un modo di Prigozhin per colpire i comandi russi, per consolidare la propria “leadership” tra ultranazionalisti e militari, o per depistare le iniziative ucraine.

Dacci ancora un minuto del tuo tempo!

Se l’articolo che hai appena letto ti è piaciuto, domandati: se non l’avessi letto qui, avrei potuto leggerlo altrove? Se non ci fosse InsideOver, quante guerre dimenticate dai media rimarrebbero tali? Quante riflessioni sul mondo che ti circonda non potresti fare? Lavoriamo tutti i giorni per fornirti reportage e approfondimenti di qualità in maniera totalmente gratuita. Ma il tipo di giornalismo che facciamo è tutt’altro che “a buon mercato”. Se pensi che valga la pena di incoraggiarci e sostenerci, fallo ora.