Due attacchi suicidi, compiuti mediante l’uso di auto esplosive, hanno colpito la periferia della città di Aleppo, aprendo così un nuovo e sanguinoso fronte nel lungo conflitto che vede contrapposte le forze regolari di Damasco e i ribelli, ormai composti in buona parte da elementi radicali ed estremisti. Il gruppo jihadista Hayat Tahrir al-Sham sarebbe responsabile di questo episodio che ha avuto luogo nell’area di Jamiyat al-Zahraa.
L’agenzia di stato Sana ha riferito come le forze di Damasco avrebbero distrutto quattro auto esplosive prima che potessero raggiunge i loro obiettivi e le due parti in conflitto hanno dato versioni differenti circa l’esito dell’assalto: i jihadisti riferiscono di aver conquistato un gruppo di case su una collina sopra Aleppo mentre Hezbollah parla di un attacco sventato.
Focus su Idlib
La provincia di Idlib, non lontana dalla città di Aleppo, è stata invece colpita da oltre duecento raid aerei negli ultimi tre giorni. A riferirlo è l’inviato speciale americano James Jeffrey che ha poi chiarito come Damasco e Mosca siano gli esecutori di questi attacchi. La Federazione russa, però, ha negato ogni coinvolgimento.
I combattimenti nella provincia, che è l’ultima roccaforte dei ribelli siriani, si sono recentemente intensificati: Damasco vorrebbe riportare Idlib sotto il proprio controllo ma l’obiettivo non è facile. L’esercito siriano, in ogni caso, ha riconquistato la città strategica di Maarat al-Numan.
Jeffrey ha riferito come 700mila rifugiati interni si stiano dirigendo verso il confine turco a causa dell’offensiva mentre le Nazioni Unite hanno reso noto come 390mila persone, all’80 per cento donne e bambini, abbiano dovuto lasciare le proprie case dal 1 dicembre.
Le prospettive
Il destino della provincia di Idlib appare comunque segnato: gli oppositori di Assad non potranno resistere a lungo senza un consistente supporto esterno. Damasco può contare su una certa superiorità sul campo e vuole eliminare le ultime sacche di resistenza per procedere, poi, alla pacificazione definitiva del Paese. Quest’area della Siria, dunque, rischia di diventare una vera e propria trappola mortale per i civili che la abitano.
I gruppi jihadisti, peraltro, potrebbero continuare a causare problemi al governo siriano anche dopo l’eventuale caduta di Idlib: i radicali islamici, infatti, potrebbero compiere assalti ed attacchi improvvisi tramite le azioni di cellule dormienti lasciate sul territorio quando la sconfitta sarà ormai imminente. Sembra difficile poter pensare ad una pacificazione in tempi rapidi di una nazione come la Siria. Quello che è certo, però, è che la Federazione russa potrà continuare ad esercitare un ruolo egemone nei confronti di Damasco, che continuerà ad aver bisogno, negli anni, del supporto di Mosca e che si appoggerà anche a Teheran. Il consolidamento di Damasco, infine, potrà avere effetti anche sul Libano che, per decenni, ha intessuto relazioni molto strette con la Siria ed i complessi equilibri politici di Beirut potrebbero dunque venire influenzati dai mutati scenari che avranno luogo in territorio siriano.
La provincia di Idlib è un obiettivo strategico per il governo siriano che vuole riconquistarla a tutti i costi. Aleppo potrebbe risentire della situazione.