Sono italiani, questa volta, i container militari arrivati a Kahramanmaraş, città sul confine turco-siriano a non più di cento chilometri dalla frontiera con il Paese devastato dalla guerra civile, dove nel 2013 erano stati dispiegati i sistemi anti-missilistici della Nato inviati dalla Germania.La decisione dell’Alleanza atlantica era arrivata il 4 dicembre del 2012, perché si era ritenuto necessario “aumentare la capacità di risposta aerea della Turchia per difenderne la popolazione e il territorio e contribuire alla de-escalation della crisi ai confini”.Così il portavoce Oana Lungescu aveva spiegato a gennaio 2013 l’imminente dispiegamento di batterie di missili Patriot da Germania, Olanda e Stati Uniti, pronte per essere collocate nelle tre città di Adana, Kahramanmaraş e Gaziantep.Quest’ultima città è stata anche di recente messa a rischio dal lancio di missili dalla Siria, arrivati troppo vicino all’aeroporto locale, ma nel 2012 a preoccupare erano l’abbattimento di un jet turco a giugno e l’uccisione di cinque cittadini turchi in un bombardamento a ottobre.A Kahramanmaraş erano state dislocate allora le batterie della Germania, ad Adana quelle olandesi e a Gaziantep quelle statunitensi. Una decisione che non era per niente piaciuta dalle parti del Cremlino, né tantomeno in Iran, sul fronte opposto a quello della Turchia nel conflitto civile in atto in Siria, entrambi convinti che la mossa dell’Alleanza atlantica fosse volta soprattutto ad annullare le loro capacità missilistiche.A fine gennaio 2013 la prima batteria tedesca era stata dichiarata operativa e posta sotto il comando della Nato. Tre anni dopo, a dicembre 2015, i Patriot tedeschi erano stati smontati e caricati su una nave alla fonda al porto di Iskenderun, non lontano dal confine siriano. Lo stesso era avvenuto per le batterie statunitensi, mentre alle olandesi si erano avvicendate quelle degli spagnoli, unici a rinnovare poi il proprio impegno.In questi giorni, sostiene la stampa turca, che pubblica alcune foto a sostegno della notizia, a Kahramanmaraş -e nello specifico nella caserma dove erano ospitati fino al 2015 i Patriot della Germania -stanno iniziando ad arrivare i container su cui è caricato un sistema di difesa aerea inviata in Turchia dall’Italia, nell’ambito della stessa operazione.La lunga colonna di mezzi fotografata nel sud della Turchia porta un apparato anti-aereo e anti-missilistico, destinato a una zona di grande instabilità, per quanto accade oltre frontiera e per gli aspri combattimenti in atto anche all’interno della Turchia, che dallo scorso luglio deve fare i conti con una rinnovata guerriglia delle milizie curde del Pkk, dopo la rottura del cessate il fuoco dichiarato da Abdullah Öcalan e che reggeva da alcuni anni.A complicare ulteriormente un quadro già esplosivo l’abbattimento, a novembre dello scorso anno, di un jet russo accusato dalla Turchia di avere violato i confini e poi buttato giù da due F-16 dell’aviazione di Ankara. Un episodio dopo il quale le relazioni tra i due Paesi, già divisi dalle scelte di politica estera, non sono più state le stesse.
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