Il Pentagono continua a negare il coinvolgimento diretto dei propri operatori dei reparti speciali in Siria, ma le foto ottenute poche ore fa da France-Presse, proverebbero il contrario. Le truppe speciali statunitensi sono state immortalate durante alcune operazioni con le Forze Democratiche Siriane nel villaggio di Fatisah, 30 miglia a nord di Raqqa, capitale dello Stato Islamico nel paese.Ufficialmente, la Casa Bianca ha schierato in Siria 300 operatori dei reparti speciali, tra Berretti Verdi e Navy Seal, in esclusivo ruolo di consulenza e formazione. Secondo il Pentagono, le forze statunitensi stanno collaborando nelle retrovie per addestrare diverse migliaia di curdi siriani ed arabi che stanno ricevendo anche attrezzature, supporto logistico e copertura aerea nel tentativo di riconquistare le posizioni dello Stato islamico.Per approfondire: Il piano B della Cia in SiriaIl Pentagono ha piĂą volte rilevato che “le forze speciali degli Stati Uniti operano in un luogo pericoloso, ma non si trovano in prima linea. Loro compito è la consulenza ed assistenza dietro la linea d’attacco delle truppe siriane”.Tuttavia le Forze Democratiche Siriane confermano a France-Presse che i soldati statunitensi sono presenti lungo tutto il fronte.[Best_Wordpress_Gallery id=”176″ gal_title=”Forse speciali Usa Siria”]”Quelle foto – ha commentato uno stizzito Peter Cook, portavoce del Pentagono – dovrebbero dimostrare il nostro coinvolgimento diretto in Siria, ma io ribadisco che la missione non è cambiata, non siamo in prima linea“.Cook, però, ha anche rilevato che “non esiste una misura specifica standard per definire la prima linea. Noi siamo in Siria per fornire consulenza, ma i nostri operatori hanno ricevuto l’ordine di difendersi, se attaccati, con ogni mezzo necessario”.Il presidente Barack Obama ha annunciato lo scorso aprile l’invio di altri 50 berretti verdi che si sarebbero uniti ai 250 giĂ  presenti in Siria.Per approfondire: Obama e i suoi 300 berretti verdi in Siria“Non andranno a svolgere missioni di combattimento – spiegò Obama – ma saranno essenziali per garantire formazione ed assistenza delle forze locali”. Damasco, lo ricordiamo, non ha dato alcun consenso. Gli operatori dei reparti speciali sono in azione nella Siria settentrionale, con supporto aereo garantito dalle basi aeree in Turchia. Una struttura di supporto è stata allestita a sud est della cittĂ  di Raylan, nella provincia di Al-Hasakah.La tattica americana del rischieramento avanzato di operatori speciali in territorio nemico, è particolare. La funzione dei moltiplicatori è nota da tempo. Quello che il Pentagono non dice è che per particolari profili di missioni, gli USA preferiscono integrare anche altri reparti. La presenza del 24° Special Tactics Squadron, assegnato alla Joint Special Operations Command (JSOC), in Siria, oltre ai Berretti Verdi, potrebbe implementare sia elementi della Delta Force (che sappiamo essere in Iraq) che unitĂ  della Naval Special Warfare Development Group, nota anche come SEAL Team Six.Le foto comunque dimostrano (se mai ce ne fosse bisogno) il supporto americano alle Forze Siriane Democratiche (SDF), alleate con l’UnitĂ  di Protezione Popolare. Il Pentagono ribadisce l’assistenza alla componente araba della SDF, ma non alle unitĂ  YPG. L’YPG, infatti, è strettamente collegato al PKK, partito comunista curdo leader nella lotta all’indipendenza all’interno del territorio turco. La forza combattente dell’SDF è stimata in 25 mila combattenti curdi e circa 5 mila arabi. Washington spinge per aumentare la presenza araba nel gruppo. La Turchia infine. L’ alleato della NATO e vitale partner statunitense nella regione, ha preferito non commentare le foto.





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