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La HMS Echo, nave spia della Marina britannica, è entrata nelle acque del Mar Nero. E adesso, la crisi del Mar d’Azov fra Russia e Ucraina coinvolge inevitabilmente anche il Regno Unito. Paese che da tempo ha scelto di andare allo scontro frontale con Mosca non solo da un punto di vista politico, ma anche sotto il profilo militare. 

Secondo le informazioni date dai media, la HMS Echo è entrata nel Mar Nero ieri notte. Il portale turco Yoruk Isik, noto anche come “Bosphorus Observer”, che monitora il passaggio delle navi da guerra (e non solo) attraverso il Bosforo, ha pubblicato un tweet in cui sono visibili le foto della nave della Royal Navy mentre passa lo stretto che divide Europa e Medio Oriente.

Freedom of Navigation in the Black Sea: Built by Appledore Shipbuilders in Bideford, Echo class HMS Echo is armed with 20mm, Mk44 7.62mm guns. HMS Echo entered BlackSea at 18:00GMT, escorted by Turkish Coast Guard TCSG29. She can remain for 21 days according to Montreux Treaty. pic.twitter.com/Vvbl51bgeb

— Yörük Işık (@YorukIsik) 17 dicembre 2018

La nave, dotata di ecoscandagli e delle più moderne tecnologie per la ricerca oceanografica e il rilevamento dei dati militari sui fondali, è entrata nel Mar Nero alle ore 18:00 (GMT). L’imbarcazione, scortata dalle motovedette turche, ha poi continuato a navigare, avvicinandosi il più possibile alle aree centrali del Mar Nero, per osservare non solo i movimenti della flotta russa, ma anche per controllare cosa potrebbe avvenire nei fondali non lontano dalla Crimea.

Per la Marina britannica, si tratta del primo ingresso di una nave da guerra nel Mar Nero dopo la crisi del Mar d’Azov. Ed è un segnale importante di come Londra non abbia sottovalutato la questione ucraina, soprattutto in chiave anti-russa, che sembra ormai l’unico vero obiettivo strategico della Difesa del Regno Unito.

Dopo i continui incidenti nel Canale della Manica e al largo delle coste orientali della Gran Bretagna, con aerei e navi russe scortate dai mezzi di Londra per allontanarli dalle aree sotto la sovranità del Regno, ora è il Mar Nero a riaccendersi. Lì dove la Royal Ai Force ha già schierato i suoi Typhoon nella campagna di “polizia aerea” promosso dalla Nato. 

Come confermato dallo stesso governo britannico, La decisione di dispiegare la HMS Echo nel Mar Nero è stata presa il 21 novembre durante un incontro a Londra fra il Segretario alla Difesa britannico, Gavin Williamson, e il ministro della Difesa ucraino, Stepan Poltorak. In quell’occasione, i due ministri, oltre a confermare l’impegno del Regno Unito nel sostenere l’Ucraina “contro le aggressioni russe” hanno anche ribadito la volontà di inviare consiglieri militari e uomini delle forze armate di Londra in Ucraina per addestrare le truppe di Kiev. Nel quadro di questo supporto all’Ucraina, è stato anche deciso l’invio della nave di sorveglianza. Che però doveva avvenire da gennaio 2019: quindi è stato anticipato.

Un’anticipazione che potrebbe avere un motivo molto specifico. Ieri, il segretario del Consiglio nazionale di Sicurezza e Difesa ucraino, Aleksander Turchinov, ha annunciato che Kiev sta preparando il passaggio di navi da guerra attraverso lo Stretto di Kerch, lì dove le motovedette ucraine sono state sequestrate dalle forza russe a novembre. L’annuncio è stato dato in un’intervista alla Bbc.

E Turchinov ha espresso la speranza che in questo spostamento di navi partecipino anche mezzi Nato. “Se ci fermiamo e ritiriamo, allora la Russia realizzerà di fatto il suo obiettivo di conquistare il Mare di Azov e presenterà al mondo i nuovi autoproclamati confini marittimi nel Mar Nero, legalizzando l’occupazione della Crimea”, ha detto Turchinov.

L’idea dell’Ucraina è quella di chiedere all’Alleanza Atlantica di mandare navi per partecipare alla spedizione dal Mar Nero al Mare di Azov perché, a detta del segretario, dissuaderebbero Mosca dall’intervenire. Al momento, Kiev non ha ricevuto risposta dalla Nato. Ma intanto, Londra potrebbe aver deciso di anticipare i tempi. L’Alleanza non sembra interessata, adesso, a impegnarsi direttamente. Ma i suoi membri sì: a cominciare dal Regno Unito.