Si riaccendono le tensioni al confine tra Israele e Libano, dopo alcuni giorni di tregua. Nelle ultime settimane, il crescendo di attacchi nella zona aveva raggiunto i livelli di guardia, a causa di ripetuti scambi di fuoco tra i due Paesi.

All’apice degli scontri, alla fine di agosto, il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, aveva accusato Israele di aver oltrepassato la linea rossa, ammonendolo che, da quel momento, il “Partito di Dio” avrebbe colpito qualsiasi drone localizzato nello spazio aereo libanese.

Hezbollah abbatte un drone israeliano

Dalle parole ai fatti: nella mattinata di lunedì, Hezbollah ha abbattuto un velivolo senza pilota israeliano mentre sorvolava la cittadina di Ramyah, a sud del Libano, al confine con Israele.

Secondo la stazione televisiva libanese Al Manar – affiliata a Hezbollah -, il drone, che ora si troverebbe nelle mani del “Partito di Dio”, avrebbe violato lo spazio aereo libanese per almeno cinque minuti, prima di essere abbattuto.

Per l’esercito israeliano, si sarebbe trattato soltanto di un drone di sorveglianza, “caduto domenica nel sud del Libano durante operazioni di routine”. In merito al possesso del velivolo da parte di Hezbollah, le Forze di difesa israeliane hanno dichiarato che dal drone “non può essere ricavata alcuna informazione significativa”.

Scambi di fuoco tra Israele ed Hezbollah

L’episodio rischia di riaccendere la miccia tra le due parti che, già la settimana precedente, si erano trovate sull’orlo di uno scontro. Il primo settembre, Hezbollah ha lanciato alcuni missili anticarro contro un carro armato israeliano, situato nei pressi della caserma di Avivim – nel nord dello Stato ebraico, al confine con il Libano -.

Poco dopo, l’esercito israeliano ha bombardato i siti da cui sarebbero stati lanciati gli attacchi, oltre ad alcuni obiettivi nel sud del Libano, nei pressi della città di confine di Maroun al-Ras.

A scatenare Hezbollah era stato l’incendio appiccato da un drone israeliano in una pineta nei pressi delle Fattorie di She’ba – un’area agricola al confine con Israele -, con l’obiettivo – secondo l’agenzia di stampa libanese National News Agency (Nna) – di prevenire un’eventuale imboscata dal Libano, nella zona di frontiera.

Missili di precisione?

Le ragioni dell’escalation tra i due Paesi confinanti, tuttavia, vanno ben oltre le “invasioni di campo” delle ultime settimane. L’obiettivo di Israele, infatti, sarebbe quello di distruggere le postazioni missilistiche di Hezbollah presenti nel territorio libanese – come dimostrato dai raid che, nella notte tra il 24 e il 25 agosto, hanno centrato l’ufficio stampa del “Partito di Dio” a Beirut.

Proprio qui, in un cortile adiacente allo stabile di Hezbollah, sarebbero stati nascosti – secondo Israele – i macchinari per il miscelamento di combustibile solido: una componente decisiva dei missili ad alta precisione, capaci di centrare e distruggere con la massima precisione siti strategici israeliani.

Già pochi giorni prima delle schermaglie con il Libano, le Forze di difesa israeliane avevano svelato l’esistenza di un’altra struttura – gestita da Hezbollah con il sostegno dell’Iran – per la produzione e l’assemblamento di missili di precisione. L’eliminazione di questi arsenali sarebbe diventata dunque – per ammissione di un alto funzionario israeliano della Difesa – una “priorità strategica” per Israele.

La “grande guerra”

I missili, dunque, sarebbero la prova lampante del legame tra Hezbollah e Iran e della strategia di allargamento di Teheran nella regione, dal momento che proprio quest’ultima avrebbe fornito al “Partito di Dio” libanese il materiale necessario per produrli.

L’escalation delle ultime settimane da parte di Israele sarebbe dunque da imputare – a sua volta –all’accelerazione impressa da Teheran al processo di trasferimento di queste armi ai suoi proxy nella regione mediorientale.

Attraverso i raid che, negli ultimi mesi, hanno colpito Libano, Siria e Iraq, “Israele starebbe cercando di indebolire l’Iran nella regione, impedendogli di accrescere la sua influenza” – secondo la corrispondente di Al-Jazeera, Zeina Khodr -. Ecco perché starebbe “ampliando le sue operazioni contro l’Iran in ogni luogo possibile”.