Alla periferia di Tripoli si continua a combattere e la battaglia, che vede il costante fronteggiarsi delle milizie legate ad Fayez al-Sarraj e dell’esercito di Khalifa Haftar, sembra essere entrata nella sua fase cruciale. Sono due gli elementi che, a dieci giorni dall’inizio delle ostilità, è possibile rintracciare. In primis, che l’obiettivo di Haftar di una battaglia lampo appare sfumato: il generale non riesce né a sfondare militarmente e né a far passare dalla sua parte le tribù e le milizie tripoline, dunque adesso deve procedere con cautela provando ad avanzare da sud. In secondo luogo, che pur se in maniera lenta in ogni caso le forze di Haftar procedono costantemente alle porte delle frontiere meridionali della capitale: è lì il fronte principale e decisivo.

Si entra nel decimo giorno di battaglia

In questo sabato l’azione di Haftar per provare a prendere la capitale entra nel decimo giorno. Come detto, l’intenzione di Haftar lo scorso 4 aprile, quando inizia con il suo esercito ad avanzare a sud e ad ovest di Tripoli, è quella di arrivare al centro della città in un arco temporale decisamente più ristretto. Convinto dai petrodollari promessi dai Saud e forte del controllo acquisito anche di gran parte del Fezzan nelle settimane precedenti, il “suo” Libyan National Army procede da Garian verso Tripoli arrivando già domenica scorsa a 11 km dal centro. Ma è proprio qui che incontra la resistenza da parte delle milizie fedeli ad Al Sarraj. Da Misurata giungono anche rinforzi per potenziare la difesa della capitale dall’esercito di Haftar. Ed è in questa fase della battaglia che, per il generale, qualcosa inizia ad andare storto. Molte milizie e molti gruppi non gli danno il loro appoggio, il fronte rimane bloccato con continui scambi di posizione.

Come prevedibile alla vigilia, è soprattutto la zona dell’aeroporto internazionale quella più delicata. Lo scalo è inattivo dal 2014 in quanto distrutto durante altri scontri che riguardano, all’epoca, soprattutto le milizie di Zintan e quelle di Salam Badi. Ma la struttura rimane militarmente un punto strategico. Da venerdì sembra saldamente in mano ad Haftar, ma vengono riportati ancora combattimenti nelle zone limitrofe. Nel frattempo, l’Lna avanza ad Azizia ed a Qasr Bin Gashir: è qui che entrambi gli schieramenti puntano a mettere in campo il grosso delle proprie forze.

Haftar prova a sfondare il fronte meridionale

La cronaca delle ultime ore riporta intensi combattimenti tra l’aeroporto internazionale e le arterie che conducono nell’immediata periferia sud di Tripoli. Una battaglia che adesso vede sempre di più l’uso dell’aviazione: raid vengono segnalati sia dalle forze di Haftar che da quelle fedeli ad Al Sarraj. Le prime avrebbero bombardato in questo sabato mattina la zona di Ain Zara, un quartiere a sud di Tripoli. L’aviazione vicina al governo del consiglio presidenziale risponde invece colpendo con alcuni raid obiettivi del Libyan National Army non distanti dall’aeroporto. Ed a terra si continua a sparare: sia i soldati di Haftar che i miliziani vicini ad Al Sarraj si contendono ogni obiettivo strategico nelle immediate periferie di Tripoli.

In città invece, anche se non si può parlare di calma, tuttavia non riecheggiano ancora i rumori della battaglia. In centro si assiste, come accaduto venerdì, a manifestazioni in cui si invoca la fine delle ostilità. Il timore è che Tripoli possa essere risucchiata dal conflitto, con una battaglia casa per casa proprio come accaduto anni fa a Bengasi.