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Da quando Donald Trump ha annunciato la propria intenzione di riconoscere Gerusalemme quale capitale di Israele, i razzi lanciati dalla Striscia di Gaza contro lo Stato ebraico sono stati più di venti: una parte di essi è stata intercettata dai sistemi di difesa israeliani, mentre gli altri sono precipitati in territorio palestinese. Ma i razzi e i colpi di mortaio provenienti da Gaza – ai quali Israele ha già risposto con una serie di bombardamenti aerei – non rappresentano certo l’unico problema con il quale sono costretti a misurarsi gli israeliani: lo Stato ebraico deve guardarsi anche dalle mire espansionistiche dell’Iran, considerato da Israele un vero e proprio nemico esistenziale.

L’Iran sciita è anche uno dei principali alleati del governo siriano, e nell’ultima guerra civile il suo contributo si è rivelato assolutamente decisivo: senza le milizie iraniane, infatti, il governo di Bashar al Assad sarebbe stato quasi sicuramente spodestato dai numerosissimi gruppi armati e dalle forze ribelli che volevano abbatterlo. Grazie all’appoggio di Iran e Russia – quest’ultima decisiva soprattutto per i suoi bombardamenti aerei – Assad è riuscito a mantenere il controllo del governo, un risultato ottenuto dopo un conflitto che ha causato più di 400mila morti.

Gli alleati della Siria – tra i quali anche Hezbollah, il gruppo libanese appoggiato dall’Iran – possono ora vantare un enorme credito nei confronti del governo di Assad. Una situazione che potrebbe rivelarsi estremamente problematica soprattutto per Israele (che confina anche con la Siria). Israele ha già annunciato che non tollererà soldati iraniani a meno di 40 chilometri dal proprio confine, e il divieto è stato esteso anche alle installazioni e alle basi militari di matrice iraniana.

Truppe di Hezbollah schierate in Siria
Truppe di Hezbollah schierate in Siria

Una delle conseguenze più evidenti del conflitto siriano, in ultima analisi, è stata la progressiva penetrazione dell’Iran e dei suoi alleati in Siria, un territorio che potrebbe essere utilizzato come una sorta di base per le successive operazioni contro Israele. È ovviamente uno degli scenari maggiormente temuti dagli israeliani, e alcuni analisti hanno addirittura parlato della possibilità di un conflitto imminente tra Israele e il gruppo libanese di Hezbollah, finanziato anche dall’Iran.

Di tutto ciò abbiamo parlato con Yossi Melman, noto analista ed esperto di intelligence, al quale abbiamo sottoposto qualche domanda incentrata sullo scacchiere mediorientale e sulla possibilità di un conflitto imminente tra Israele e i suoi peggiori nemici.

Molti esperti parlano di un conflitto imminente tra Israele ed Hezbollah. È uno scenario plausibile, secondo la sua opinione?

“No. Entrambe le parti non vogliono una guerra. La pace lungo il confine libanese è stata mantenuta per undici anni e mezzo. È il risultato della deterrenza israeliana e del profondo coinvolgimento di Hezbollah in Siria, dove ha perso quasi 2000 combattenti: circa il 10% della sua forza regolare. Il pericolo più grande è che una guerra possa scoppiare a causa di un errore di calcolo, proprio come è successo nell’estate del 2006 contro la volontà delle due parti”.

I missili recentemente utilizzati dallo Yemen sembrerebbero di fabbricazione iraniana. Com’è possibile che siano arrivati in Yemen? L’Iran potrebbe trasportarli anche in Siria?

“No, sono trasportati via mare e in passato anche da navi del Sudan, un ex alleato dell’Iran che ha recentemente cambiato schieramento per unirsi ai sauditi”.

Come è stata accolta dagli israeliani la notizia della liberazione del Ghouta occidentale da parte dell’esercito siriano? Il loro avvicinamento a Israele è considerato una minaccia?

“No. L’esercito israeliano e la comunità di intelligence vedono ora Assad come una forza stabilizzatrice e non più come una minaccia: Israele accoglierà con favore il ritorno dell’esercito di Assad fino al confine secondo l’accordo stipulato nel 1974 tra le due parti, che è tuttora in vigore (il riferimento è alla risoluzione 350 del 31 maggio 1974, con la quale il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite diede vita a una missione per gestire il disimpegno delle forze israeliane e siriane, n.d.r.). In ogni caso, essi continuano a opporsi allo schieramento e alla presenza delle forze iraniane e / o dei loro alleati di Hezbollah e degli altri alleati delle milizie sciite vicino al confine israeliano, nonché al trasferimento di missili guidati a Hezbollah in Libano”.

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Bombardamenti governativi a Douma, un sobborgo di Damasco

Le proteste in Iran potrebbero concludersi con una riduzione della loro aggressività espansionistica?

“Sì, nel senso che stanzieranno meno denaro per sostenere i loro delegati in Libano, Siria, Iraq e Yemen. Alcuni slogan dei dimostranti dicono “No Gaza, no Libano, solo il sacro Iran”.

Qual è la sua opinione in merito all’accordo raggiunto da Israele e Stati Uniti per contrastare l’attività dell’Iran in Medio Oriente?

“Solo parole. Sono necessarie azioni concrete da parte dell’amministrazione Trump, ma la sua politica finora è ruotata attorno all’isolamento e all’allontanamento dalla politica mondiale, ovunque”.

Se si arriverà a una guerra tra Israele e l’Iran, che tipo di guerra sarà?

“Non credo che si arriverà a un conflitto tra le due nazioni nel prossimo futuro, ma se scoppierà, l’Iran lancerà missili e utilizzerà Hezbollah come fanteria, cercando di fare lo stesso con Hamas e il gruppo Jihad islamico a Gaza. Israele lancerebbe missili, attiverebbe la sua aviazione e bombarderebbe Hezbollah in Libano e in Siria, se tenteranno di aprire anche un quarto fronte dalla Siria”.

Secondo il giornale kuwaitiano Al-Jarida, Washington avrebbe dato il via libera a Israele per l’uccisione di Qassem Soleimani, un generale iraniano specializzato nelle operazioni all’estero. Quest’ultimo, a inizio dicembre, avrebbe addirittura manifestato la disponibilità dell’Iran a sostenere alcuni gruppi impegnati nella striscia di Gaza nel caso di un conflitto contro Israele.

La connessione tra l’Iran e Hamas non è più un segreto per nessuno: tre giorni fa, mentre in Iran infuriavano ancora le proteste antigovernative, il generale israeliano Gady Eisenkot ha affermato che Teheran, nel corso degli ultimi cinque anni, avrebbe versato 100 milioni di dollari ogni anno ad Hamas e ad altri gruppi della Striscia di Gaza, e che la cifra stanziata per gli Hezbollah libanesi sarebbe ancora maggiore: tra i 700 milioni e il miliardo di dollari. Secondo alcuni media israeliani, negli scorsi giorni, alcuni dei cori più violenti intonati dai dimostranti iraniani erano diretti proprio contro Hamas ed Hezbollah.

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